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Dove sono finiti i rifiuti tossici della Campania? Nei cibi che mangiamo

Di (---.---.---.68) 30 ottobre 2009 20:08

Ciao a tutti,

Prima di tutto: grazie! 

Grazie di permettere che quante più persone possibili vengano a contatto con un fenomeno la cui particolarità è la sporporzione enorme tra il danno subito dall’ambiente e dai cittadini rispetto alla reale consapevolezza di questi ultimi.

Mi accingo a scrivere un "post" abbastanza lungo, di quelli che solitamente vengono evitati, quindi ringrazio anticipatamente chi avrà la voglia di leggerlo tutto!

Prima che uscisse il libro Gomorra io ero completamente all’oscuro di tutto questo; per me l’emergenza rifiuti rilevava solo per i fatto che i sacchetti erano superiori per volume rispetto ai cassonetti e alle discariche.

Come sempre in questi casi, sconvolto ma attratto, ho scelto, maturando in me una vera e propria ricerca della verità, di approfondire ciò che Saviano, nel libro, ha semplicemente accennato.

Dall’uscita del libro ad oggi, posso dire di aver reale percezione di quanto è avvenuto nelle province di Napoli e Caserta attorno alla parola RIFIUTI e di quanto stia ancora avvenendo.

Alla luce di questa mia consapevolezza, beh signori miei, qui è il caso di dire che la situazione è di ben altre dimensioni, e di ben altra portata rispetto a quanto l’opinione pubblica crede di conoscere.

Questa consapevolezza manca addirittura a molta parte delle persone direttamente interessate da questo inquinamento, e sto parlando degli abitanti delle due province.

Il mio approfondimento si è mosso a più livelli:

atti giudiziari, articoli da internet, caratterizzazione dei terreni, studi ospedalieri.....etc, ma in particolare, una volta ottenute e ricostruite una serie di innumerevoli informazioni, ho studiato lo stesso fenomeno dall’"alto" (da google earth).

Dopo tutto questo percorso mi son reso conto che il problema non è "quel campo è contaminato o quell’altro no"... il punto è che se fosse possibile fotografare lo strato di inquinamento che giace sulla falda acquifera si capirebbe che è coinvolto il 90% del suolo sul quale abitano e/o coltivano di cittadini di Napoli e Caserta.

La gravità maggiore è concentrata sotto terra, in particolare:

La Zona che da Acerra si estende fino a Maddaloni (includendo Calabricito e i resti degli scavi di Suessola) ad oggi è verde, coltivata, "pascolata", insomma dall’esterno sembra perfetta, ma:
intere cave sono state riempite esclusivamente di materiale industiale altamente tossico ed anche radioattivo, il 99% del terreno dei campi è stato travasato altrove per dare spazio ad abnormi interramenti di rifiuti di cui sopra, per poi essere coperti con un piccolissimo strato di terreno.

L’intera area attraversata dall’Asse Nola - Villa Literno è interessata dallo stesso fenomeno di cui sopra, in più gli sversamenti di rifiuti interessano anche gli scavi degli innumerevoli cantieri edili in essere. In pratica a breve, famiglie intere abiteranno in fabbricati costruiti su ex discariche abusive, nonchè sui rifiuti tossici tra le fondamenta.

La zona che va da Villaricca fino a Villa Literno ha la massima concentrazione di discariche ufficiali e non sul terreno, meta per anni di bidoni tossici e radioattivi, al pari delle navi affondate in Calabria.

Ho citato solo alcuni "agglomerati" di rifiuti, ma la cosa fondamentale è che questa realtà è INVISIBILE. Però, produce effetti catastrofici: ovviamente la mortalità in questi comuni è fulminante, e pensare che negli anni 90, quando le prime pecore di Acerra si ammalavano, dissero che le pecore morivano per lo smog prodotto dai veicoli: un’offesa alla dignità umana almeno quanto qualche dichiarazione sulla discarica di Pianura :"lì costruiremo un campo da golf".

Che la nostra dignità non sia sepolta nel silenzio sotto terra con un rifiuto tossico!

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