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Commento di Sergio Colombo (nome vero)

su Crisi economica/Le previsioni: il Dow Jones scenderà del 90%


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Sergio Colombo (nome vero) 5 aprile 2009 02:24

veramente a me sembra un articolo ottimo perchè fondamenta la teoria nei numeri. Non è per difendere sto "tipo", che non conosco, ma francamente nessuno mi aveva mai mostrato i dati economici con tanta chiarezza! Altro che congettura. Il Dow Jones non dovrebbe rispecchiare la crescita dell’economia o se ne sta sulla luna per conto suo? I dati che riporta (poi se sono falsi e’ un altro discorso, ma ovviamente non mi sembrano) dicono chiaramente che prima del 1971 borsa (Dow Jones) e crescita economica (PIL) andavano di pari passo (come dovrebbe essere naturale); Dal 1971 in poi si è persa questa convergenza. Lo dimostra con i dati. Il PIL è cresciuto 4 volte, la borsa 16, se ben ricordo. Poi analizza la crisi del 1929 e i dati dicono praticamente lo stesso in più ci dice (cosa che nessuno mai dice) in quella crisi l’indice DJ è arrivato a cadere del 90% rispetto al suo massimo raggiunto prima della crisi. Poi incomincia ad analizzare l’andamento della crisi attuale e vede (almeno fino ad ora) che sta andando nella stessa direzione della crisi del 1929, anzi ad un certo punto la crisi attuale supera quella del 1929. Tutti o meglio molti dicono che questa crisi e’ peggiore di quella del 1929 e questo tipo lo dimostra coi numeri, facendocelo vedere graficamente. Altro che congettura. A me sembrano dati di fatto.

Ah dimenticavo una cosa importante che il "tipo" mette ben in evidenza, visto che giustamente la borsa deve seguire la crescita dell’economia (come e’ stato fino al 1971) , applica la crescita che si è avuta per il PIL al Dow Jones. Il PIl e’ cresciuto del 6% per cui se la borsa avesse avuto una crescita media annua del 6% come il PIL, oggi il Dow Jones sarebbe a 3.000 o dovrebbe essere 3.000.

Poi dice: stiamo attenti la crescita reale non è stata del 6% (perchè influenzata da questa crescita artificiale) per cui forse e’ più opportuno considerare una crescita del 3%. Applicando questo tasso di crescita l’indice dovrebbe essere a 1.500; cio’ significa il 90% in meno rispetto al valore massimo raggiunto dal Dow Jones prima della crisi. Nella crisi del 1929 aveva perso esattamente il 90%, fino ad oggi sta andando nella stessa direzione del 1929 quindi è ipotizzabile che contnui ad andare nella stessa direzione.

Mi sembra un articolo veramente ben fatto e fondato.

Altra cosa che ci fa vedere (e fino ad ora è l’unico che dice veramente come stanno le cose) è la caduta delle borse, di tutte le borse e di quelle che stanno cadendo di meno o addiritturea crescono. Il mondo (ed e’ questo che vogliono impedire di vederci) sta andando verso altre direzioni: Asia, Medio Oriente, America Latina e Africa (le miglior borse in assoluto sono quelle della Tunisia e del Venezuela. Questo io non lo avevo mai letto in Italia!)

Tutti i giornali adesso dicono che c’e’ la crisi e giornalemente riportano la caduta della borsa di Milano o di New York, ma nessuno ci dice di quanto stannos cadendo. Questo autore molto intelligentemente calcola la caduta delle borse dal momento in cui raggiungono il massimo.

Ho letto su tutti i giornali della crisi dell’Islanda, ma nessuno ha mai parlato di proporzioni. La borsa islandese rispetto ad un anno e mezzo fa ha perso più del 90&. La borsa italiana il 60%. Dati di fatto o congetture?

Ma forse il fatto è che la verità dei dati danno fastidio a chi vuole nascondere la realtà. Dire che la borsa italiana sta perdendo non viene negato, perchè è una realtà sotto gli occhi di tutti, ma dire la misura di quanto sta perdendo (60%) puù dare fastidio, soprattutto se si pensa che la crisi non ha ancora toccato il fondo.

Un’altra cosa molto intelligente di questo articolo che mi preme sottolineare sono le giornate di grande crescita della borsa; ogni volta che si hanno questi grandi rialzi tutti i giornali gridano alla fine della crisi. Poi arriva sto tipo e invece ci dice: guardate che è normale durante la crisi avere giornate di grandi rialzi, guardate i più grandi rialzi della storia del Dow Jones ... delle prime 20 giornate con i rialzi più grandi, la metà si sono avute durante la crisi del 1929.

Congetture o dati di fatto? Un grande applauso all’autore, al quale dico di non tener conto di giudizi miranti a squalificare l’ottimo lavoro che hai realizzato. Quando una persona dice delle cose vere, ma che escono fuori dal coro e che soprattutto fanno paura, l’unica arma che hanno gli oppositori e’ la calunnia, squalificare in ogni modo un lavoro, uan persona.

Sergio Colombo (nome vero e non pseudonimo o anonimo)


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