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Web, Maroni: niente leggi, ma un codice di autoregolamentazione

Nel pomeriggio di ieri, 22 dicembre 2009, si è tenuto un incontro tra il Ministro dell’Interno Roberto Maroni e i gestori delle reti internet e i rappresentanti dei social network: dall’incontro è emersa la necessità di formulare un "codice di autoregolamentazione" per tentare di "prevenire il commettersi di gravi reati online". Un passo indietro quindi rispetto alle immediate reazioni dopo l’aggressione al Premier, quando si parlava di decreti e di strette ai siti internet.

Vengono riviste le posizioni del governo nei confronti del web e sulle misure da adottare contro l’istigazione alla violenza e l’apologia di reato presenti su alcuni siti internet. Ora si allontana l’ipotesi di una legge in proposito, e avanza invece la possibilità che sia sufficiente un "codice di autoregolamentazione" tra i provider e i gestori di social network.
 
Questo quanto è emerso dopo l’incontro tenutosi ieri 22 dicembre 2009 al Viminale tra il Ministro dell’Interno Maroni e diversi gestori di rete internet e di social network. Erano presenti tra gli altri i rappresentanti di Assotelecomunicazioni, Associazione italiana internet provider, British Telecom Italia, Fastweb, H3G, Vodafone Italia, Wind Italia, Telecom Italia, Google Italia, Microsoft Italia e Facebook.
 
Dopo l’aggressione al Premier Silvio Berlusconi, avvenuta il 13 dicembre scorso, esponenti del governo avevano attribuito la colpa di quanto avvenuto al clima di odio presente nel Paese, diffuso soprattutto attraverso internet e social network come Facebook, dove erano sorti immediatamente dopo l’aggressione numerosi gruppi che sostenevano Tartaglia e il suo gesto.
 
Il Ministro Maroni aveva allora minacciato delle strette nei confronti dei siti internet, e molti frequentatori del web erano allora insorti lamentando come si volesse togliere loro la libertà di espressione e come il governo volesse attuare una censura nei confronti della rete.
 
Ora si fa un passo indietro. "Ci siamo impegnati ad elaborare delle proposte - spiega il Ministro riguardo all’incontro di ieri - e a costituire un tavolo con tutti i soggetti che sono intervenuti, che sarà riconvocato a metà gennaio, per discutere le nostre proposte e valutare la possibilità di trovare una soluzione e cioè un codice di autoregolamentazione piuttosto che una norma di legge".
 
Maroni ammette che la materia è molto delicata, perché incide sulla libertà di espressione dei cittadini. "La strada da seguire è quella di cercare un accordo tra tutti, evitando interventi d’autorità ma ottenendo ugualmente il risultato", dichiara il Ministro. E aggiunge ancora: "L’accordo dovrà essere operativo il più presto possibile: dobbiamo trovare una soluzione in tempi rapidi per combattere la proliferazione di gruppi che su internet inneggiano all’omicidio, al terrorismo e alla mafia".
 
Conclude infine: "Si può fare attraverso un grande accordo di responsabilità tra tutti gli operatori: se avverrà sarà il primo caso al mondo di autoregolamentazione su un terreno così delicato che vede da una parte la garanzia di libertà di espressione del pensiero e dall’altra la necessità di rimuovere contenuti che integrano gravi reati".
 
L’incontro è stato valutato positivamente dagli stessi gestori internet, come ha annunciato il Segretario Generale dell’Associazione Italiana Internet Providers (AIIP), Dario Denni: "E’ stato un primo incontro, un fatto positivo di avvicinamento verso una possibile soluzione che soddisfi le esigenze di sicurezza e che possa sottolineare la nostra volontà di cooperare senza che sia caricata sui fornitori di connettività una responsabilità che loro non hanno".

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.222) 25 dicembre 2009 12:27


    L’anno 2010 dovrà essere un’anno di lotte.
    Si dovrà cercare di far cadere questo Governo e soprattutto mandare in giudizio chi lo governa e comanda.Biisognerà ristabilire l’ordine Costituzionale e dare un’assetto democratico alle N/S Istituzioni.
     L’uso indiscriminato e fuorilegge degli organi di governo d’ovrà essere messo sotto scacco da chi dovrebbe essere il Garante : Napolitano " assente fin’ora dalle prerogative che la Carta Costituzionale gli demanda! Altrimenti dovrà dimettersi vuoleo non vuole. L’informazione sta diventando un miraggio, come pure le intercettazioni ed i Magistrati costretti sempre più ad arrampicarsi sugli specchi, considerando che i livelli di investigazione vengono sempre più ridotti.

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