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Virgo Fidelis senza pausa pranzo

Così vicini alla fine. Cerchiamo nell’acqua, un nome a caso, il primo che ci viene in mente, di una morta suicidata, ammazzata, e con un perché. Ofelia non è morta serenamente. Cantigas di Santa Maria, canti di passione, musica e ricerca senza fine, davanti al sole e al mare: Finibus Terre, dove sacro e profano si coniugano, carnalmente.

Non ci sono Giornate di Ringraziamento alla Guerra.

Quando ho scelto l’immagine per la Virgo Fidelis ho trovato questa con la didascalia: "In uno scatto la personificazione di due immagini portatrici di sani e giusti valori".
 
E potremmo chiudere qui la Giornata Mondiale contro la violenza alle donne. Sono troppi i morti nel mondo che non rientrano nella categoria dei sani e giusti valori.

Aprendo la posta ho trovato stamattina anche una favola-barzelletta, di quelle che vengono inviate a catena e si chiede di farle girare. Oggi mi sembra appropriata: "Claudia, che temporaneamente è costretta a lavorare lontano da casa, riceve una lettera dal suo fidanzato Roberto. Cara Claudia, non posso più portare avanti la nostra relazione. La distanza che ci separa è troppo grande; ammetto di esserti stato infedele dieci volte da quando te ne sei andata, ma penso che nessuno di noi si meriti una cosa del genere. Per favore, restituiscimi la foto che ti ho mandato. Con affetto, Roberto. La donna, molto ferita, si demoralizzò. Ma, poi, pensò bene di chiedere a tutte le sue colleghe qualsiasi foto ritraente il loro marito, cugino, amante, amico, vicino di casa. Insieme alla foto di Roberto pose, nella lettera, tutte le altre. In allegato mise un biglietto in cui diceva: non mi ricordo più chi cazzo sei. Tieniti la tua foto e ridammi le altre".

Non sono improvvisamente impazzita, è impazzito il mondo se continua a lapidare le donne per presunti adulteri, se le ammazza in ogni dove in nome di regimi e poteri, di Chiese e regolamenti, se soffoca e reprime qualunque istinto di libertà, nelle carceri, nei manicomi, nei centri di identificazione atti a contenerle e contenerli tutti, gli anormali, chi non rientra nella categoria dei sani e giusti valori.

E’ impazzito il mondo, ha la febbre alta per pensare che basta una febbre climatica per portare la guerra dove già c’è, le armi dove manca l’acqua.

E’ impazzito il mondo e l’italiana, con il suo compagno medio-basso-alto, se pensa che possa farci sorridere la battuta sull’intervallo del pranzo, sconveniente e non usato da un onorevole detto Rotondi. Lascio il resto alla vostra immaginazione.

Non sarà oggi la Giornata, come non lo è mai, a vedermi impegnata nella missione, in cui dovrei vedere nel genere maschile, l’altro da me femminile, l’origine del male e della violenza. Il controllo e la repressione camminano violentemente su noi tutte e tutti. Tantopiù in quella giornata che vogliono dedicata per 24 ore al tema della morte e della violenza.

Finché avrò voce lotterò con le une e con gli altri, per la libertà e la vita, di ogni diverso uguale a me. Così vicini alla fine. Cerchiamo nell’acqua, un nome a caso, il primo che ci viene in mente, di una morta suicidata, ammazzata, e con un perché. Ofelia non è morta serenamente. Cantigas di Santa Maria, canti di passione, musica e ricerca senza fine, davanti al sole e al mare: Finibus Terre, dove sacro e profano si coniugano, carnalmente.

Non ci sono giornate di ringraziamento alla guerra.
 

 

Così vicini alla fine, di David Lihard.

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