Usa: democrazia da esportazione?
Il premio Nobel per
Non sarebbe il caso che non ritirasse il sostanzioso assegno per manifesta incompatibilità con
Contro la riforma sanitaria, che dovrebbe finalmente dare negli Usa assistenza medica a 50 milioni di americani che ne sono privi, industrie farmaceutiche, compagnie assicurative, associazioni di ospedali e di medici (tutti privati), nei primi 6 mesi del 2009 hanno tirato fuori 22 milioni di dollari che vanno o nelle tasche di singoli deputati, attraverso il meccanismo legale che si chiama “comitato di sostegno elettorale”, oppure direttamente in spot televisivi per contrastare la riforma. Tra le argomentazioni usate la più immonda è quella che dare assistenza a tutti è una forma di socialismo che gli americani non possono accettare.
Ma non sono in campo solo le lobby del business sanitario. Contro la legge sulla riduzione delle emissioni di Co2, che prevede che i veicoli debbano diminuire il consumo di carburante, industriali dell’auto e petrolieri hanno messo sul tavolo del sistema di pressione, definito “lobbyng”, 82 milioni di dollari, e le lobby del settore finanziario-bancario hanno già speso 222 milioni di dollari in azioni di pressione nei primi 8 mesi del 2009.
Mi chiedo che futuro avremo se continueremo a farci mettere sotto da interessi privati che non vogliono rinunciare ai propri profitti anche se queste decisioni significano lasciar crepare delle persone senza aiuto, significano il collasso dell’ecosistema, e nel caso del sistema finanziario significano continuare con truffatori senza scrupoli che hanno infettato il mondo con titoli fasulli e sono responsabili della attuale crisi globale.
Il capitalismo produce tutto ciò e credo che sia un sistema primitivo, violento, avido, che non ci offre un futuro.
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