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Una guerra per bande

Ricorda la Germania del Seicento questo nostro Paese, ossia ricorda la Germania della guerra dei Trent’anni, quando bande di soldatesche facevano del suolo tedesco luogo di saccheggi e di violenze.
 
I due eserciti maggiori sono la Magistratura da un lato ed i Politici dall’altro; si scontrano senza esclusione di colpi, utilizzando come arma letale l’autoreferenzialità: i magistrati vogliono decidere dei magistrati ed i politici vogliono decidere dei politici e, guarda caso, entrambe le parti trovano per se stesse che tutto va bene, mentre lanciano i loro strali sull’altra.
 
Sul terreno di battaglia vi sono morti, feriti, devastazioni e rovine fumanti. Le Istituzioni, soprattutto al Sud, non funzionano e non riesce più a sorprendere che lo Stato possa stringere accordi con le tante mafie, che briganteggiano sul suo territorio. Lo abbiamo visto nel caso della trattativa con la mafia siciliana delle stragi, oggi venuta alla luce a seguito delle rivelazioni del figlio di Vito Ciancimino; lo abbiamo visto nella sentenza di condanna dell’ex Governatore della Sicilia senatore Salvatore Cuffaro per favoreggiamento di una associazione mafiosa; lo abbiamo visto nella richiesta di emissione di una misura cautelare di arresto nei confronti dell’On. Nicola Cosentino, integralmente pubblicata da Agoravox Italia e ricca di pagine e pagine di interrogatori e di intercettazioni, in cui appare la piena integrazione nell’attività malavitosa campana della Società mista pubblico/privata ECO4; e, per il principio del volume sommerso dell’icerberg, con ogni probabilità sono ancor più, e di molto, le volte in cui non lo abbiamo visto.
 
Accanto a tutto ciò, i casi di normale clientelismo politico, come quello dei signori Mastella. Sembrerebbe che non vi sia nulla di male, almeno a sentire i protagonisti, che fieramente dichiarano di poterlo tranquillamente fare perché non sono usi ricavarne denaro.
 
Questo dettaglio ricorda al vostro reporter una vecchia storiella di cantiere, in cui si narra di un operaio edile e di un guardiano. Quest’ultimo sistematicamente controllava il contenuto della carriola, con cui il primo usciva dal deposito, ed ogni volta la trovava piena di materiale regolarmente ritirato per l’esecuzione dei lavori. Conoscendo il suo pollo, restava però perplesso. Alla fine del cantiere, gli dice : “Oggi che tutto è finito, devi dirmelo: cosa rubavi, facendomela sotto gli occhi ?”. E l’operaio risponde: “Io rubavo carriole”.
 
Nel senso che lo stipendio e le ricche prebende destinate ai nostri rappresentanti politici eletti sono forse sufficienti a giustificare un certo interesse personale nel ricercare il consenso politico anche in maniera non proprio cristallina attraverso il fenomeno clientelare. Il cittadino aspetta di sapere cosa ne pensano i magistrati. Sempre se la cosa sarà resa possibile dall’evolversi della guerra per bande.
Ed intanto qualcuno vuole risolvere i problemi del Sud mediante la Banca per il Meridione. Ma è certo di trovare nel Meridione una classe imprenditoriale che ha bisogno di finanziamenti per le sue attività legittime ? Perché, e questo gli economisti lo sanno benissimo, la moneta cattiva caccia via la moneta buona e, perciò, la nuova Banca corre il rischio di trovarsi a finanziare, invece, le tante mafie del Sud.
 
Si ricordi, in chiusura, che la Germania della guerra dei Trent’anni si spopolò, passando da 16 a 6 milioni di abitanti; la produzione agricola si contrasse pesantemente; il commercio, prima fiorente, ristagnò; il ceto contadino e le classi medie caddero in rovina; ed alla fine, sancita dalla pace di Westfalia, si ritrovò frazionata in oltre 350 staterelli indipendenti, pagando così anche dal punto di vista politico un prezzo immane. Per analogia il timore per il nostro futuro è ampiamente fondato.

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