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Un paese sull’orlo di una crisi sistemica

La crisi finanziaria che a Settembre si presentava anche alle porte del nostro paese si proponeva come un mostro dalle fauci sanguinarie!
La sequela dei crolli di banche ed istituti nel mondo, a partire da Lehman Brothers e C., apriva la strada anche in Italia ad un preambolo di svolte e terremoti epocali.
Scampata la crisi finanziaria che ha colto il nostro paese lambendone le strutture basilari finanziare (banche, banche d’affari, etc.), ci aspettavamo l’arrivo dello Tsunami economico.

A partire da Ottobre anche per demerito dei catastrofistici avvenimenti nel circolo mondiale della finanza e per il battente tam-tam mediatico amplificato dalla globalizzazione, è stato trasmesso uno stato di ansia e paura al normale cittadino, trasferendogli l’allarmistica previsione del tracollo mondiale dell’economia che a tutt’oggi è un dato di fatto.

Il crollo tra Ottobre e Novembre 2008 delle vendite di ogni tipo di prodotto del mercato italiano si è determinato per una preesistente crisi di disponibilità economica delle famiglie, definitivamente appesantita da una crisi di fiducia nel sistema economico globale subentrata recentemente.

Il pensiero circolante è "Non posso comprare perchè non me lo posso permettere" o "Non posso comprare perchè non so cosa mi aspetta per il futuro".
E questo, per quanto il nostro Premier Berlusconi voglia sconfessare, è una paura lecita che serpeggia tra i cittadini.
Oggi sono state sconfessate tutte le leggi di mercato, nessuno è più in grado di dare certezze, previsioni attendibili e dispensare tranquillità!

A questo punto il paese ha perso due grossi riferimenti che sono quello finanziario e quello economico.

Nessuno crede più nelle istituzioni finanziare che con i propri comportamenti schizofrenici, hanno abbattutto verso un indice prossimo allo 0 la fiducia nei loro confronti.
E così per l’economia, nella maggioranza degli italiani, soprattutto nel ceto medio e nel ceto basso, non si ha più una certezza economica, cioè non si riesce a fare una previsione a medio termine, sul riuscire o meno a soddisfare il proprio fabbisogno economico minimo familiare.

Vorrei a questo punto paragonare metaforicamente, i riferimenti di uno stato democratico per il cittadino italiano, ad tavolo a 4 gambe dove due di queste gambe si sono già rotte (finanza ed economia).
Rimangono la terza e la quarta gamba del tavolo che sono le istituzioni politico/amministrative e la giustizia.

Senza andare nei dettagli delle vicende di corruttopoli degli ultimi giorni entriamo direttamente al nocciolo della questione.


Oggi con il nuovo avvento dell’ondata di comunicazioni giudiziarie che sta investendo amministrazioni comunali in alcune regioni ed istituzioni amministrative centrali del paese anche questo riferimento istituzionale, importante per la vita democratica del cittadino sta cedendo.

Il cittadino medio che fino a qualche tempo fa cominciava a dimostrare segni di disaffezione alle istituzioni, oggi ne è completamente sfiduciato e preoccupato per i risvolti che potrebbero aggravare la già pesante situazione del paese.

A questo punto il tavolo preso come rappresentazione metaforica dei riferimenti democratici di noi cittadini sta perdendo anche il terzo sostegno, la terza gamba!

Rimane la giustizia apparato istituzionale ed ultimo riferimento democratico di cui non ho ancora riportato le preoccupanti vicissitudini a partire dal caso eclatante "Delle due procure", come molti l’hanno battezzato, e cioè lo scontro tra la procura di Catanzaro e quella di Salerno.
Giudici contro giudici, magistrati che litigano, politici contro magistrati, insomma anche la giustizia sta’ mostrando segni di fuoricontrollo più di sempre.
La giustizia che già da tempo versa in una crisi strutturale, stà mostrando i segni di una malattia all’ultimo stadio, le metastasi al suo interno cominciano a combatterla intestinalmente, realizzando la sua autodistruzione.

Il tavolo della nostra metafora a questo punto sta perdendo anche il 4° appoggio e di conseguenza nel rispetto della legge di Newton è destinato a crollare in terra.

Correlando questi ultimi accadimenti con lo stato del nostro paese in queste ultime settimane sono portato a definire uno scenario futuro più che preoccupante, soprattutto per i cittadini appartenenti a categorie ’meno protette’.
Discorsi triti e ritiriti potrebbe dire qualcuno, ma mai o quasi mai lo stato del paese ha raggiunto una così bassa quota nel complesso della sua struttura democratica/istituzionale.
Ecco allora alcuni quesiti che emergono . .  .

  1. Quali sono le immediate prospettive per un paese in totale crisi democratica e istituzionale ?
  2. Quali rischi corre il cittadino che deve continuare la sua lotta quotidiana per la sopravvivenza dello stato democratico?
  3. Quale ente o istituzione in questo momento è in grado di proporre un rimedio allo stato di degrado dell’intero sistema Italia?
Sono tre le domande su cui molti cittadini fanno giornalmente riflessione ed a cui non sanno ancora trovare risposte!
Ed io mi unisco a loro.






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