• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Un freno che l’Italia non può più permettersi

Un freno che l’Italia non può più permettersi

"Non è possibile che un paese come l’Italia sia appeso al filo delle dichiarazioni di un uomo che ha commesso decine di omicidi". Così l’altra sera tuonava Bruno Vespa, l’anti-giornalista per eccellenza. Basandosi sulla sua personalissima sentenza del processo Andreotti (colpevole, ma prescritto per la Cassazione, innocente grazie alle sue agendine per Vespa) il finto-giornalista ha dedotto che anche Berlusconi è di sicuro estraneo a qualsiasi accusa gli venga rivolta.
 
Non starò certo a dire che Berlusconi è colui che ha voluto le bombe del 1993. Vedremo cosa stabiliranno i magistrati su questo. Oggi Spatuzza parlerà a Torino al processo Dell’Utri e chissà cosa dirà. Scrivo prima che Spatuzza abbia parlato perché voglio solo commentare l’attesa verso le sue dichiarazioni.
 
Ora, a Vespa sembrerà effettivamente strano, però è un po’ importante se un uomo di mafia accusa un uomo politico. Diciamo che avere un presunto mafioso a capo del governo non è il sogno di tutti i paesi democratici, eccetto l’Italia s’intende, sempre che la si voglia considerare una democrazia vera. Il fatto che Spatuzza sia un efferato criminale non significa che non abbia nulla da dire ai magistrati su quello che sa di quegli anni. Anzi, se fosse una candida animella probabilmente non avrebbe granchè da dire. Ad esempio io sono incensurato, ma se dicessi a Ingroia che Bersani voleva mandare per aria l’Italia nel 1993 e che me l’ha detto Matteo Messina Denaro dubito che Ingroia mi ritenga affidabile. Ma non per l’accusa verso Bersani, quanto per il fatto che non ho mai avuto rapporti con Messina Denaro o altri amici suoi.
 
Un’altra nenia che certi sedicenti antimafiosi vanno dicendo da decenni è che non è giusto che un efferato criminale venga pagato fior di quattrini per parlar male degli altri. Ora, io credo e spero che questi antimafiosi siano un po’ ignoranti in materia. La mafia certo non vuole che i suoi uomini parlino. Per questo motivo paga bene il silenzio, mantenendo sia il carcerato che la famiglia. Se lo Stato vuole una collaborazione da parte di questi uomini ha il dovere di offrire di più. E’ la legge del mercato. E’ improprio definire tutti i collaboratori dei pentiti. Chi lo sa se si sono pentiti davvero? Se dovessimo aspettare il pentimento vero e sincero non combatteremmo la mafia, ma andremmo in visita a Lourdes.
 
Dunque è giusto dare denaro e protezione ai collaboratori, in modo da incentivarli a collaborare con la giustizia. Sono certo che grazie ai collaboratori lo Stato ha risparmiato molto più denaro di quanto non ne abbia speso per il loro sostentamento. 
 
Un’altro argomento ferreo è che i pentiti sono manovrati dai pm o dai comunisti per parlar male di Berlusconi (ieri era Andreotti). La trovo, questa, un’idea tanto balzana da far davvero ridere. Sopratutto quando viene associata al fatto che Spatuzza si è pentito (e ridagli) dopo 15 anni o più. Non sapevo ci fosse una scadenza tra l’arresto e la possibilità di collaborare con la giustizia. Né che questo lasso di tempo sia sintomo di poca affidabilità. Può benissimo essere che un mafioso prenda la decisione di collaborare dopo 15 anni di prigione. Anzi, forse è più credibile il pentimento sincero in questo caso, in quanto la prigione è diventata talmente insopportabile da imporre uno sfogo di questo tipo. Ma non è certo il sincero pentimento di Spatuzza che ci interessa, quanto la sincerità delle sue parole.
 
Dubito anche che i pentiti siano manovrati dai pm per parlar male di un politico. Fate finta di essere un pentito. Siete chiuso in galera, vi offrono la possibilità di tornare in libertà, con un lavoro, una casa, una protezione, se raccontate la verità che sapete sulle stragi. Chiaramente è il giudice che ti offre questa possibilità, ma non perché lo decide lui arbitrariamente, ma applicando una legge del parlamento. Su mandato, dunque, del parlamento, il giudice offre questa possibilità. Accettate e parlate. Ma dovete prendere subito una decisione: direte tutto ciò che sapete, anche su alcuni politici, o è meglio evitare? Se non parlate dei politici sarete tranquilli. Non verrete mai nominati da nessuno, nessuno vi accuserà di nulla. Se li nominerete si scatenerà una guerra contro di voi e contro la figura del collaboratore, potreste subire la vendetta della politica, la perdita dei benefit, la delegittimazione. E’ vantaggioso parlare dei politici? No.
 
Dunque è improbabile che i mafiosi corrano dai giudici col solo intento di parlar male di Berlusconi, come se questi fosse una pecorella impotente e non l’uomo più ricco d’Italia, padrone del governo, del parlamento, della tv e di mezza stampa. Sentiremo, dunque, cos’ha da dire Spatuzza. Ma è di certo importante anche politicamente quello che dirà. O vogliamo davvero continuare ad avere il sospetto che ci sia un filomafioso a capo del governo, con tutto ciò che comporta in termini di prestigio internazionale, rapporti con l’opposizione e con parte della maggioranza, fiducia dei cittadini nelle istituzioni, opportunità di mantenere una persona con quell’accusa al governo. 
 
I berlusconisti sostengono che non sarebbe giusto che si dimettesse, perché egli è sicuramente innocente. Non mi interessa un tubo se Berlusconi è innocente o meno. Perché qui non si sta parlando di Berlusconi. Berlusconi non è l’Italia, non è il governo, non è il parlamento. Berlusconi è una persona e come tale deve comportarsi. Se Berlusconi è un freno per l’Italia deve dimettersi. E, indipendentemente dalla sua colpevolezza (per mafia, per Mills e per i mille altri processi in cui è stato legittimamente coinvolto) Berlusconi è un freno per l’Italia. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares