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Tremonti al servizio del Papa

L’economia italiana è ferma, ci sono più disoccupati (+6.1%). L’ Italia entra in un 2009 ancora peggiore, segnato da licenziamenti e fasce di popolazione a rischio. Questi sono i titoli dei giornali di questi ultimi tempi.

Per fare un brevissimo riassunto stiamo messi maluccio perché non abbiamo un soldo da spendere e investire. Quelli che avevamo venivano da una forte azione di recupero dell’ evasione fiscale che ci dette nel 2006-2007 più di 20 miliardi da spendere. Il fabbisogno è aumentato, l’ abolizione dell’ Ici (già in gran parte eliminato) ha distrutto un reddito tributario di 3 miliardi e mezzo l’ anno, l’ Alitalia “italiana” è costata 3 miliardi. In parole povere il ministro dell’economia Tremonti non ha un soldo e per mandare avanti il sistema italiano ha dovuto redigere nel luglio scorso una legge finanziaria gremita di tagli.
 
Come ben sappiamo ben 8 miliardi di tagli sono toccati all’istruzione. Quella pubblica però. Infatti Tremonti trovatosi in mezzo alla bufera economica e alle casse dello stato vuote, aveva fatto cadere la scure dei tagli anche alle scuole private cattoliche eliminando 130 milioni di euro.
 
8 miliardi con 130 milioni non sono per niente confrontabili. Ma nella nostra bell’Italia laica, appena il Papa ha saputo dei tagli subito ha ammonito lo Stato dicendo che non ci dovrebbero essere tagli, ma in più delle nuove misure «a favore dei genitori per aiutarli nel loro diritto inalienabile di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose». E lo stesso giorno monsignor Stenco dichiara che «da questo governo noi non ci aspettavamo nessun taglio, ma al contrario degli incrementi, mettere le scuole paritarie nel capitolo degli sprechi da tagliare è inconcepibile», facendo sapere anche che in molti istituti cattolici suore e preti avrebbero cominciato a raccogliere firme contro l’azione del governo.


Detto fatto. Subito dopo queste invettive, il ministro Tremonti ha ordinato di ripristinare i fondi per le scuole cattoliche.

In questo momento di economia alquanto stagnante, di gente che fatica ad arrivare anche alla terza settimana, o peggio perde il lavoro, non dobbiamo dimenticare quanto costa alle casse dello Stato l’ora di religione nelle scuole, che ben inteso è facoltativa. L’ora facoltativa di religione costa agli italiani circa 1 miliardo di euro all’anno. L’ultimo dato ufficiale del ministero parla di 650 milioni di spesa per gli stipendi agli insegnanti di religione, ma risale al 2001 quando erano 22 mila e tutti precari. Ora sono diventati 25.679, dei quali 14.670 passati di ruolo, grazie a una rapida e un po’ farsesca serie di concorsi di massa inaugurati dal governo Berlusconi nel 2004 e proseguita dall’attuale.
 
Come dice Curzio Maltese: “Il regalo del posto fisso agli insegnanti di religione è al centro d’ infinite diatribe legali. Per almeno due ordini di ragioni. La prima obiezione è di principio. L’ora di religione è un insegnamento facoltativo e come tale non dovrebbe prevedere docenti di ruolo. Per giunta, gli insegnanti di religione sono scelti dai vescovi e non dallo Stato. Ma se la diocesi ritira l’idoneità, come può accadere per mille motivi (per esempio, una separazione), lo Stato deve comunque accollarsi l’ex insegnante di religione fino alla pensione.”
 
Ricordiamoci cosa dice la nostra Costituzione all’articolo 33:
  • L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
  • Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.110) 20 dicembre 2008 10:28

    Io toglierei tutti i finanziamenti a tutte le scuole private, e quei soldi risparmiati li investirei sulla scuola pubblica!
    Daltronde, come in ogni paese del mondo, chi vuole mandare i figli ad una scuola privata (cattolica o no), paghi la retta ultra salata che questa richiederebbe se non avesse i finanziamenti. Le rette ormai in italia sono ridicole, mandare un figlio alla privata costa poco più della pubblica, e questo non è assolutamente giusto.
    Ripeto, chi vuole la privata paghi tanto, altrimenti c’è la pubblica.

    E poi è una vergogna che dopo mesi che l’Onda studentesca sta gridando per i tagli non si faccia niente, e poi basta una bacchettata dal vaticano che tutti obbediscono. Ma siamo uno stato laico (come dice la costituzione) o no?

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