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Traiettorie sociologiche: la psicoanalisi nel film Alien

di Rossella Lina Visciano


Alien, film realizzato da Ridley Scott nel 1979, più di ogni altro film è in grado di mettere in evidenza al meglio i concetti kleiniani come angoscia infantile, meccanismi di proiezione e di introiezione. Molti film horror possono essere compresi molto bene nell’ottica kleiniana grazie alle spiegazioni forniteci su come il bambino utilizza questi meccanismi per gestire le angosce primitive di annientamento. Nonostante ciò i film assicurano una adeguata distanza estetica tra ciò che sta accadendo nel film e ciò che accade nella realtà, in modo tale che gli spettatori si rendano conto che ciò che sta avvenendo sullo schermo non è realtà, ma finzione.
 
Alien è un film che appartiene al genere fanta-horror in cui il regista ribalta l’ambientazione geometrica del cinema di fantascienza degli anni Settanta introducendo un’estetica gotica e rendendo l’atmosfera del film estremamente cupa e tenebrosa. Il film ripropone le paure tipiche dell’uomo come perdere la propria umanità, paura dell’alieno, terrori che già il film di Don Siegel L’invasione degli Ultracorpi (1956) aveva sottolineato e raccontato. A rendere tetro il film è la presentazione dell’equipaggio dell’astronave “Nostromo”, capitanata da Dallas, formato da persone che non hanno sentimenti né per la patria né per la famiglia, che non amano il proprio lavoro e che lo eseguono solo per denaro. A questo si aggiungono meccanismi cinematografici come battute incoerenti tra gli attori, musiche inquietanti e scenografie cupe e buie. Le vicende del film ruotano attorno ad una terrificante specie aliena, per la quale viene coniato il neologismo xenomorfa, che utilizza corpi umani per depositare la propria progenie aliena.
 
L’astronave “Nostromo” atterra sul satellite di un pianeta alieno in risposta ad una chiamata di soccorso, che poi si rivelerà non esseretale. All’interno della nave un membro dell’equipaggio, Kane (John Hurt), viene attaccato da un parassita, fuoriuscito da uno strano uovo, che lo manterrà in uno stato comatoso. Il parassita/alieno presente ormai nel corpo di Kane e sviluppatosi al suo interno, fuoriesce dal suo torace non appena Kane viene riportato sull’astronave. L’alieno fugge per tutta la nave tanto che, in breve tempo, miete due vittime: la prima è il membro dell’equipaggio Brett e la seconda è Dallas, il capitano dell’astronave. Intanto il tenente Ripley (Sigourney Weaver) scopre che lo scienziato di bordo, Ash (Ian Holm) è un androide incaricato di introdurre l’alieno sulla nave e di proteggerlo fino all’arrivo sulla terra dove poi sarebbe stato studiato come arma biologica. Ash cerca di uccidere Ripley per impedirle di raccontare agli ultimi due sopravvissuti, Parker e Lambert, le sue scoperte. Nelle sequenze successive del film, Ash viene decapitato mentre itre sopravvissuti allestiscono una navicella di salvataggio per fuggire. Mentre Ripley mette in salvo il gatto della nave, Parker e Lambert vengono attaccati dall’alieno ed uccisi da questo. Ripley tenta di scappare ma si trova a dover combattere faccia a faccia con l’orribile creatura. Solo dopo una lunga lotta riuscirà a salvare la propria vita scaraventando l’alieno nello spazio.
 
Il film crea un mondo molto vicino a quello che la Klein ha descritto come quello del neonato nei suoi primi mesi di vita. L’inquadratura dettagliata della nave con cui si apre il film è accompagnata da musiche che ricordano l’esistenza della vita intrauterina. Le fantasie di “tirar fuori tutto ciò che c’è di buono nel corpo della madre”, di rivolgere gli impulsi distruttivi al corpo della madre, ben presto vengono rappresentate anche nel film dove l’interno della nave ha un aspetto molto simile a quello di un corpo materno. Tale somiglianza è ancora più evidente quando la cinepresa inquadra il pavimento della “Nostromo” e su di esso è possibile scorgere delle uova che vengono toccate continuamente da Kane realizzando così la fantasia di “tirar fuori dalla madre il contenuto che c’è dentro”. Ciò viene rappresentato molto bene dal dischiudersi di un uovo da cui fuoriesce l’alieno che si attacca al volto di Kane. L’alieno che mantiene in vita Kane rappresenterebbe in questo caso il seno cattivo e persecutorio. Una volta che il neonato ha proiettato la propria aggressione nel seno della madre, vive nel terrore di annientamentoche l’oggetto persecutorio possa rientrare in lui e distruggere sia lui che gli oggetti buoni. Quando si scopre che Kane è libero dall’alieno, quest’ultimo fugge per tutta la nave manifestando angoscia persecutoria(traducendo questa scena in termini di posizone schizoparanoidea, si può dire che Kane aveva introiettato l’oggetto persecutorio in una fantasia inconscia che gli consentiva di controllarlo).
 
L’alieno è un oggetto parziale, che nella teoria kleiniana è rappresentato dal seno materno, primo oggetto di relazione dell’infante con la madre. In questa prima fase di vita il neonato non è ancora in grado di integrare l’immagine della madre con quella del seno a causa di una competenza percettiva insufficiente che acquisterà nel corso dello sviluppo, e tale parzialità viene messa in risalto dalla cinepresa che lo riprende di volta in volta solo in qualche dettaglio della sua anatomia.Più che dalla presenza dell’alieno, disegnato dall’artista svizzero Hans Ruedi Giger, l’atmosfera lugubre del film è scandita da un utilizzo di suoni e musiche inquietanti che lasciano lo spettatore in uno stato di incertezza sulla probabile comparsa dell’alieno. Ad esempio, nella scena in cui Brett va alla ricerca del gatto di Ripley, il pubblico non vede mai la parte della nave in cui si trova Brett; vengono offerte inquadrature verso l’alto che mostrano i soffitti della nave che gocciolano e parti di pavimento dove potrebbe essere nascosto l’alieno. Ad accrescere le angosce paranoiche nel film è un computer che asseconda l’equipaggio nei tentativi di riportare indietro l’alieno, ma che per far ciò ha bisogno di sacrificare sia l’intero equipaggio che il capitano della nave Dallas, il quale, continuando nell’applicazione del modello di Melanie Klein all’analisi di questa pellicola, ricopre il ruolo di figura paterna.
 
Un altro elemento kleiniano è rappresentato dall’azione dell’ufficiale Ash. Durante una discussione con Ripley, tenta di infilarle in gola una rivista, riprendendo dunque il terrore infantile che la madre offra il pene materno e non il seno. Inoltre, anche il mostro è particolarmente fallico a causa della sua testa tubiforme.
 
La conclusione del film sembra stimolare nel pubblico il desiderio di padroneggiare le angosce infantili; ciò è infatti evidente attraverso l’azione di Ripley che riesce a cacciar fuori il mostro, espellendolo nello spazio. In questo modo il pubblico sperimenta indirettamente non solo il controllo delle angosce paranoiche associate all’oggetto persecutorio, ma anche il raggiungimento di un’unione serena con la madre buona, rappresentata dalla scena che ritrae Ridley che dorme beatamente con il suo gatto.
 
 
Bibliografia
Klein M., (1952), Some theoretical conclusions regarding the emotional life of the infant, in Klein M., Heimann P., Isaacs S., Riviere J., Developments in Psicho-Analysis, London, The Hogart Press., tr. it. Alcune conclusioni teoriche sulla vita emotiva del bambino nella prima infanzia, in Scritti 1921-1958, Torino, Bollati Boringhieri, 1978.
 
Filmografia
Scott R., Alien, USA, 1979.
Siegel D., L’invasione degli Ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers), USA,1956.
 
Biografia dell’autrice:
 
Rossella Lina Visciano
(Napoli, 1984). Nel 2009 si laurea in Psicologia Clinica di Comunità presso l’Università Federico II di Napoli discutendo la tesi Lo sviluppo del linguaggio nei gemelli. Uno studio descrittivo.
Attualmente svolge il tirocinio post-lauream presso l’ASL NA1 distretto 52 di Barra e San Giovanni all’Unità Operativa Materno Infantile (U.O.M.I.).
Ha partecipato ai seguenti seminari: Famiglie sotto stress; La psicologia delle relazioni di aiuto. La riscoperta della solidarietà umana; Sterilità psicogena tra isteria e somatizzazione; Famiglie ricostruite e intreccio dei cicli di vita; La coppia in psicoanalisi e Counselling e cambiamento.
Ha seguito il Corso di Psicoterapia Sistemico-Relazionale tenutosi all’Impes ed ha svolto il tirocinio in Casa Famiglia Myriam a Meta di Sorrento.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.225) 4 dicembre 2009 16:31

    Non so... a me sorge prepotente la sensazione, magari banale, che l’alieno rappresenti invece il figlio, in quanto organismo "estraneo" che ti cresce dentro ed esce "squarciandoti"... ed una volta fuori, continua ancora ad essere fonte costante di preoccupazione e pericolo... ed il conflitto tra salvarlo ed eliminarlo che è un po’ come dire il conflitto tra vitalità e ragione...

  • Di Traiettorie Sociologiche (---.---.---.128) 5 dicembre 2009 11:16
    Traiettorie Sociologiche

    "Ho interpretato il film attraverso un’ottica intrapsichica, per questo ho visto l’alieno come oggetto-seno cattivo e persecutorio descritto dalla teoria Kleiniana. Inoltre, secondo questa autrice, il bambino essendo reale ed esterno, risponde agli attacchi, in fantasia, del seno in base a come ha vissuto l’esperienza con l’oggetto. Mi sono lasciata molto trasportare, nell’analizzare il film, dal clima,dall’ambientazione che inevitabilmente mi hanno portata ad associare il rapporto alieno-Kane al rapporto seno-bambino descritto dalla Klein.
    Una cosa non ho capito: in che senso parli di conflitto tra vitalità e ragione?"

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