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Sogno ricorrente di mamma con figlio diversamente abile abbandonata dalle istituzioni

Voglio parlarvi di un sogno che ricorre spesso e si affaccia nella mente di una madre con un ragazzo diversamente abile.

Non potendo far vivere una giornata da parlamentare alle persone in carrozzina mi piacerebbe che succedesse il contrario: una giornata in carrozzina per i parlamentari del bel paese in via di sviluppo.

Com’è giusto che sia, dovrebbero vivere in ogni minuto tutto ciò che riguarda la quotidianità per le persone che hanno avuto in sorte dalla vita la sfortuna di vivere su una carrozzina.

Torno a parlare delle discriminazioni, del disagio e del totale abbandono dei diversamente abili. Un argomento a me molto caro in quanto conosco ragazzi, giovani e meno giovani, costretti dalla nascita a vivere su una carrozzina o con disabilità invalidabili che li costringono a chiedere aiuto anche per poter assolvere alle più elementari operazioni. Credo che solo perché gli invalidi debbano essere, loro malgrado, soggetti agli altri, anche per semplici operazioni quotidiane, meritano il rispetto e non la compassione della classe politica ipocrita.
 
Ma nel paese in via di sviluppo, dove la classe politica approva leggi, senza fondi, solo per mettere in atto le direttive della comunità europea o per dimostrare che rispetta i diversamente abili, è stata ratificata e attuata la convezione delle Nazioni Unite del 2007 sui diritti delle persone con disabilità, diritti che rimangono rispettati solo sulla carta!
 
Le amministrazioni locali, infatti, non riescono a mettere in atto le leggi a tutela dei disabili, o per problemi economici o, peggio, per l’incuranza e la poca attenzione alla problematica degli stessi politici locali. Quando, sporadicamente, vengono messe in atto, non rispettano mai le norme in vigore, come di recente è accaduto nella capitale. Non ditemi che negli articoli riporto sempre filmati di denuncia trasmesse dalle “Iene”. Personalmente vedo che la trasmissione è spesso dedicata alle problematiche dei più deboli.
 
Ma nel belpaese le contraddizioni sono tante e talvolta bizzarre.
 
Se da un lato il medico compiacente che rilascia la documentazione necessaria ad ottenere il permesso per i diversamente abili, e di conseguenza non solo il privilegio di transitare nei centri storici o il parcheggio riservato ma tutti gli altri benefici, dall’altra il governo che dà la caccia ai circa 200mila falsi disabili. La contraddizione è proprio qui: il governo dà la caccia ai falsi invalidi, combattendo i furbi senza cuore, e spesso tale caccia, indiscriminata, colpisce anche chi è veramente disabile da tanti anni, che si vede togliere la pensione e tutti i “privilegi”, sempre pochi, ed è costretto a recarsi negli uffici preposti per dimostrare che il destino avverso gli ha “davveroriservato la disabilità permanete!
 
Ed ecco allora che la mamma, di cui vi ho dato conto su agoravox, di un ragazzo disabile ci vuole parlare di un sogno che ricorre spesso nella sua mente, voglio premettere che la Sig.ra non chiede pietà né tantomeno cerca compassione ma vuole semplicemente denunciare, come tanti altri genitori di ragazzi disabili e disabile, lo stato totale di abbandono da parte degli organi preposti alla loro tutela che sono costretti a patire quotidianamente. 
 
Ed ecco allora il sogno provocatorio che secondo il mio modesto parere, potrebbe anche essere concretizzato non solo dai politici ma anche da tutti coloro che occupano abusivamente i posti riservati ai diversamente abili, ai medici compiacenti che dietro compenso rilasciano documenti che attestano la disabilità della persona senza scrupoli e tutti coloro che con inganno o raccomandazioni si fanno passare per diversamente abili.
 
Voglio parlarvi di un sogno che ricorre spesso e si affaccia nella mente di una madre con un ragazzo diversamente abile.
 
Non potendo far vivere una giornata da parlamentare alle persone in carrozzina mi piacerebbe che succedesse il contrario: una giornata in carrozzina per i parlamentari del bel paese in via di sviluppo.
 
Com’è giusto che sia, dovrebbero vivere in ogni minuto tutto ciò che riguarda la quotidianità per le persone che hanno avuto in sorte dalla vita la sfortuna di vivere su una carrozzina.
 
Ritengo che una giornata possa essere sufficiente, perché in carrozzina credetemi il tempo è interminabile, a provare sulla propria pelle l’esperienza di disagio, sofferenza e umiliazioni alla quale sono sottoposte queste persone e i loro familiari.
 
Provare il senso di inadeguatezza e di dipendenza dagli altri per poter espletare la più minima necessità giornaliera, dal lavarsi, nutrirsi, recarsi a scuola o, se si è fortunati, al lavoro, dall’incontrare ostacoli e barriere architettoniche ovunque, dallo scontro continuo con la burocrazia per ottenere certificazioni, trasporti e riabilitazione, invalidità, assistenza psicologica e materiale, insegnanti di sostegno, e la lista continuerebbe all’infinito, nonché la scarsa attenzione e considerazione per il disagio nell’inserimento sociale di queste persone dimenticate e abbandonate spesso a se stesse o alla cura esclusiva dei familiari, per chi avesse la fortuna di averli...
 
Se per uno stipendio di un parlamentare credo che come minimo si possa spendere almeno 20.000 euro mensili, non vedo perché per spendere per una carrozzina necessaria ad un disabile per spostarsi confortevolmente sia necessario navigare in meandri inimmaginabili di carte e uffici, nella speranza fantomatica che il Servizio Sanitario Nazionale possa risparmiare quelle benedette 1500 euro...
 
Vogliamo poi parlare di migliorie o di barriere architettoniche per favorire l’accesso di un disabile presso scuole, ospedali, uffici pubblici, abitazioni, musei o monumenti e siti artistici e culturali?
 
Alla richiesta di poter ottenere una pensilina o percorso al coperto per accedere con l’auto in giorni di pioggia a scuola, l’ennesima risposta, dopo un anno trascorso dalla presentazione della domanda, è stata negativa.
 
La motivazione sempre la stessa: mancanza di fondi, la Provincia, già duramente provata dagli eventi del sisma di aprile, non può dare priorità a questi lavori, si consiglia la madre o chi per lei di munirsi di ombrello e eventuale cerata per coprire il disabile....
 
Questo ci sentiamo rispondere e restiamo attoniti, ancora una volta inebetiti e amabilmente presi in giro, impotenti, anzi quasi dovendoci scusare per il disturbo arrecato.
 
Facciamo allora in modo che in questa ipotetica giornata i parlamentari vivano queste situazioni, che sappiano cosa si prova quando si entra sempre dalle porte posteriori, dagli ingressi di servizio, da ascensori che sono montacarichi e non per le persone; perché nel nostro ospedale gli ascensori sono piccolissimi e non accolgono carrozzine, allora si deve accedere da ascensori adibiti per i barellati e/o per i carichi del materiale ospedaliero, con attese a volte lunghissime a causa delle priorità per l’uso dell’ascensore stesso; che provino ad accedere ai nostri Palazzi di città, ai nostri Municipi, molti uffici comunali sono privi di ascensori o elevatori per disabili; che provino ad abitare in case sprovviste di ausili e percorsi agevolati, nonché di bagni accessibili, poiché i costi per le migliorie sono elevatissimi e spesso le famiglie hanno difficoltà ad affrontare anche queste ulteriori spese, anche perché la legge non è sempre chiara sulle sovvenzioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche; che in questa giornata provino anche a salire su un mezzo pubblico o a poter fare una passeggiata in giro per la città, e si accorgeranno che le barriere architettoniche sono ovunque, attorno a loro, nelle strade, nei marciapiedi, nei parcheggi riservati, pochi e sempre selvaggiamente occupati dai non aventi diritto e senza controllo da parte delle Autorità preposte alla vigilanza.
 
Farei loro vedere che magnifici marciapiedi sono stati realizzati nel nostro paese, incredibilmente inadatti e inagibili per un disabile, senza parlare dello scempio realizzato proprio davanti la nostra abitazione e che impedisce di poter passare con la carrozzina sul marciapiedi stesso a causa di scandalose buche e avvallamenti ; che provino ad andare nelle scuole, dove spesso mancano ascensori, personale di sostegno, materiale didattico, e con la umiliante dislocazione di laboratori per materie artistiche, scientifiche, informatiche, nonché palestre e auditorium quasi sempre ai piani superiori o inferiori degli edifici non facilmente raggiungibili da persone disabili, specialmente se l’edificio scolastico risulta privo di ascensori; che provino a chiedere sostegni e/o servizi ai Comuni o Comunità montane, enti delegati ai servizi sociali, per ottenere aiuti, sostegno, assistenza domiciliare e materiale scolastico, trasporti scolastici o per effettuare la riabilitazione presso gli Istituti appositi e sentirsi, anno dopo anno, sempre le stesse risposte: sapete com’è... mancano i fondi bisogna avere pazienza, ora vedremo che cosa si può fare... e poi dopo attese che definirei avvilenti, sentirsi rifiutare i servizi e sentirsi di nuovo abbandonati con conseguenze anche sul tenore di vita delle famiglie di queste persone, che vedono spesso costretti uno dei due genitori a rinunciare al lavoro per poter occuparsi del proprio figlio; che provino anche cosa significa dover fare chilometri e chilometri per trovare centri specializzati per le malattie neurologiche, perché nel centro-sud d’Italia centri specializzati non se ne trovano quasi, a restare ricoverati per interventi chirurgici e ad affrontare con la famiglia spese a volte anche insostenibili, a sostenere le attese interminabili per le pratiche di rinnovo e di richiesta di ausili o protesi, o per le visite per la certificazione di invalidità; e se tutto questo, in questa giornata in carrozzina, può sembrar loro troppo triste, allora organizzeremo per i nostri parlamentari una bella gita di gruppo, magari in qualche bel sito archeologico, o in un museo o perché no? in un bel castello medioevale, per scoprire allegramente che... se tutti gli altri entrano quelli in carrozzina restano fuori, a immaginare soltanto, perché per loro l’accesso è negato...
 
Questo è il sogno della mia amica, e credo che se tutti noi per un giorno ci sedessimo su una carrozzina, sono sicuro che vedremmo tutto con occhi diversi e il mondo sarebbe migliore...

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