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 Home page > Tribuna Libera > Se i ragazzi sono uniti, non saranno mai sconfitti

Se i ragazzi sono uniti, non saranno mai sconfitti

Questa frase mi ha colpito tantissimo.

Si poteva leggere all’inizio del corteo, che un paio di giorni fa, ha riunito 300 tifoserie di tutta Italia a Roma, per protestare contro la tessera del tifoso.

Non me lo riesco a spiegare questo corteo. Giustifica se stesso. Ma lo condanna anche. Una tessera del tifoso è una tessera per schedare gli ultras e tutti quelli che vanno allo stadio, con l’intenzione di tenere sott’occhio quelli più violenti. Questo "schedare" può essere considerato un po’ una forma di "razzismo etico", per dividere i buoni dai cattivi, e non dagli ebrei e dai magrebini.

Ora i tifosi si sono riuniti per spiegare che sono uniti.
Contro la tessera del tifoso. Contro il Ministro Maroni.
Questa volta non si sono riuniti contro.
Contro gli altri tifosi, contro i presidenti, contro i poliziotti.
Questo strano fenomeno è decisamente inspiegabile.
Spiegano di voler essere uniti, per non essere sconfitti.

Cioè questa misura estrema di filtrare i tifosi, per provare a combattere la violenza dentro e fuori gli stadi, e che dovrebbe partire dal 1 gennaio 2010, è proprio un modo per far capire che i tifosi, quelli di tutto lo Stivale, non solo non sono uniti, ma non lo sono mai stati.

Poi capita che si riuniscono, sotto un’unico coro.
Giustizia per Gabriele Sandri. E anche per Cucchi.
Il secondo non c’entra niente, ma contro la polizia in questo momento serve.

Un coro per quelli che sono stati ammazzati dallo Stato, che ora vorrebbe ammazzare anche loro. Non facendoli andare allo Stadio. Che Tragedia! Ma non per tutti, i più violenti. Ricordando Sandri e Cucchi, e mai Filippo Raciti. L’ispettore che per dividere gli ultras (quella volta non uniti, anzi) di Catania e Palermo, si beccò un water nello stomaco e morì in Piazza Spedini, la Piazza dov’è morto e che ora porta il suo nome, fuori allo stadio Massimino di Catania.

Quante cose si potrebbero fare eh? Se noi ragazzi fossimo uniti.
Una schioccata di polpastrelli e potremmo inchiodare le mafie.
Potremmo cacciare a calci in culo i politici corrotti e concussi.
Potremmo creare un partito nuovo, apartitico e apolitico, quello dei Giovani.

Potremmo chiedere allo Stato che tutti i poliziotti debbano avere se non il nome e cognome, un codice a barre sul casco o sulla divisa. Per identificare anche loro, quando arrestano, ma anche quando picchiano. Potremmo chiedere Giustizia, quella vera, quella uguale per tutti.

Oggi i tifosi sono uniti, ma non si accorgono che ostentano la loro memoria breve. Dimenticano le coltellate, le bastonate e le sassate che si sono dati, 4-5 giorni prima. Ricordano che Sandri morì, per mano di un poliziotto. Forse lo stesso, anche per Cucchi.

Dimenticano che Sandri quel giorno era lì, perchè se non lui, i suoi amici si stavano prendendo a cinghiate o a sassate con gli Juventini. Dimenticano che Cucchi, che anche se non c’entra niente con i tifosi, con le tessere e con gli stadi, era stato arrestato con 20 grammi di marijuana.

Allora ci vorrebbero i padri. I padri veri, perchè senza di loro noi non saremmo e non diventeremmo mai niente. Dei simboli, dei modelli da seguire e da perseguire.

Dei padri che urlino ai giovani: Giustizia! Ma prima no alla Violenza.
Dei padri che urlino ai giovani: Giustizia! Ma prima no alla Droga.

Prima! Prima! Prima!

Dopo non ci resta che raccogliere i cocci di una società ipocrita, che onestamente fa schifo un pò a tutti. Essere uniti, Ok, ma non prima di decidere da che parte stare.

E che data ricordare: 29 gennaio 1995.

Quando morì Vincenzo Spagnolo, con una coltellata di un tifoso milanista, le forze dell’Ordine non c’erano, c’erano solo quelle del Male.

Voi ragazzi quel giorno eravate uniti, o da che parte eravate?

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