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Riflessioni con Leonardo Da Vinci

Il punto di consapevolezza di esistere
 
In un momento mi appare chiara e definita la soluzione ad una domanda: “L’uomo Vitruviano rappresenta la centralità dell’uomo nell’universo?” NO… La sua raffigurazione determina in assoluto una realtà ed una verità unica in quanto è la definizione univoca che all’interno della materialità umana ci sia “un punto” di coscienza e ragione che possa permettere di identificare la propria centralità all’interno di tutto lo spazio che ci circonda, ancorché esso sia definito o sia infinito.
 
Infatti la centralità mentale e cognitiva di ogni uno di noi ci permette di affermare la propria consapevolezza di esistere, di estendere la nostra incomprensibile esplorazione del pensiero all’indefinito universo ed allo spazio infinito che circonda la posizione in cui ci troviamo, in qualsiasi momento della nostra vita, in qualunque situazione dovessimo trovarci. Questo ci permette di agglomerare, definire, limitare, controllare gli spazi, siano essi infinitesimali che perlustriamo sia quelli più ampi in cui ci muoviamo qualsiasi cosa ci dovesse capitare di fare nel quotidiano.
 
Il nostro sistema celebrale è in grado di “mappare” il cognitivo spazio in cui ci muoviamo, così che possiamo agire e determinare le nostre azioni volontarie nel momento in cui guidiamo l’auto, nel momento in cui ispezioniamo delle azioni, la stessa lettura di un libro è la condizione celebrale di perlustrazione di spazi narrati ad azioni descritte, per le quali l’assemblamento dei nostri pensieri genera una condizione “irrazionale” di concreta unione negli ambienti immaginati.
 
In vero che per effetto del punto di consapevolezza dell’esistenza si possa definire per ogni essere vivente un “punto” inserito nell’asse tridimensionale della materia, avremo così altezza, larghezza e profondità quali tangibili realtà per le quali definire spazi e oggetti.
 
La causa di tale condizione determina l’effetto di trovarsi ad estendere all’infinito immaginario la stessa tridimensionalità, idealizzando che il tutto intorno al nostro punto di consapevolezza dell’esistenza sia la convergenza degli angoli di otto cubi che si uniscono nel nostro punto di esistenza in quanto inizio della nostra ricognizione.
 
In vero che la dimensionalità che ci circonda e ci limita e, a sua volta, limita il proprio spazio, occupandolo, sia pertinente concreto e vero per ognuno degli otto cubi, che a loro volta limitandosi nello spazio che occupano abbiano lo stesso confronto di ricognizione l’uno per gli altri… avremo così:
 
1) Un cubo (1/8) con la densità dello spazio che contiene “il tutto” che è anche la somma del tutto (8/8) e tende all’infinito ∞
 
2) Poi avremo un “cubo” della materia solida (1/8)
 
3) Un “cubo” della materia gassosa (1/8)
 
4) Un “cubo” della mataria liquida (1/8)
 
5) Un “cubo” che permette la solidità della materia vivente molecolare umana ed animale
 
6) Un “cubo” neutronico molecolare occupato dal magnetismo e dalla radiofrequenza e dalle radiazioni (1/8)
 
7) Un “cubo” (1/8) che consente l’esistenza dell’ANIMA
 
8) Un “cubo” (1/8) che permette l’esistenza di Dio e che è il tutto (8/8)
 
La definizione algebrica sarà:
    8
 ∞ infinito = 1(esistenza oggettiva) x -------------
     Infinito

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