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Revisionismo e complotti

Articolo liberamente “ispirato” da Umberto Eco , Il lupo e l’agnello.
 
L’Italia non è mai uscita pienamente dalla fase post fascismo, né è mai entrata, interamente, nella democrazia Costituzionale. La sua storia è come un quadro sospeso in attesa di essere fissato definitivamente alla parete, resta ancora impiastricciata di vendette e conti in sospeso, mai chiusi con la sua storia. Fin dall’indomani della proclamazione della Repubblica, forze eversive hanno tramato contro la democrazia e la Repubblica, attraverso tentativi di Golpe, attentati, trame, terrorismo. Una scia di sangue lunga tutta la sua storia. Da Valerio Borghese alla P2 di Lucio Gelli, dalla associazione segreta Cladio, al separatismo di Salvatore Giuliano, agli estremismi contrapposti. Tali eventi sono ancora presenti nella politica di oggi, trasformati dal berlusconismo in, revisionismo del sistema politico del paese. Come cancellare il linguaggio politico marcato da una lunga presenza comunista in Italia. Ridimensionare la lotta di resistenza, la Costituzione, il Parlamento ecc. Il revisionismo è una materia tragica e a volte di comica attualità. Il complotto ipotizzato dal presidente del consiglio è come il complotto demo – pluto – giudaico - massonico di Mussolini, settembre 1934. Analizziamo i punti salienti di quel discorso alla nazione via radio. Oggi diremo attraverso i “Mass Midia”.

Anzitutto una legittimazione per volontà popolare. Come le ripetute affermazioni di Berlusconi. Mussolini sta decidendo per contro proprio, ma la presenza, presunta, di venti milioni di italiani adunati nelle varie piazze sposta su di essi la decisione del conflitto etiope. Oggi diremo il pronunciamento sul lodo Alfano (una ipotizzata contro manifestazione sul lodo Mondadori e libertà di stampa). In secondo luogo la decisione avviene perché così vuole la ruota del destino. Il Duce, e gli italiani con lui, fanno quello che fanno perché interpretano i decreti del Fato. Oggi diremo del voto popolare in favore di Berlusconi. In terzo luogo la volontà di impossessarsi della colonia etiopica viene presentata come la volontà di opporsi a un furto: essi vogliono toglierci un poco di posto al sole. Oggi diremo che la stampa gli fa ombra.

In verità essi (e cioè i paesi europei che avevano dichiarato le sanzioni contro l’Italia) volevano che essa non prendesse qualcosa che non era suo. Il complotto che ipotizza Berlusconi, ai suoi danni, e che suggerisce ai giovani industriali di non cedere pubblicità ai giornali che “tramano” contro di lui, perché la sindrome del complotto prevede sempre un complesso di persecuzione, altro non è che la ripetizione di quei 20 milioni di italiani che ascoltavano il discorso del Duce via radio, e che oggi, nell’anno di grazia 2009, si presume ascoltano Berlusconi in tv.Ecco riemergere l’appello alla teoria del complotto. L’Italia proletaria è affamata dalla cospirazione delle potenze demo - pluto - giudaiche, ispirate naturalmente dal capitalismo ebraico (oggi dalla sinistra e la stampa), seguono l’appello alla frustrazione nazionalistica, (oggi quella di Berlusconi) con la ripresa del tema della vittoria mutilata. Oggi diremo dalle sue menzogne svelate. Mussolini e Hitler non sono stati i soli a riprendere la teoria del complotto. So che tutti in questo momento state pensando a Berlusconi, che della teoria rimane però un pallido e patetico revisionista ripetitore. Come è intuibile si tenta di portare indietro l’orologio della storia, attraverso strade già viste, tragicamente percorse. Comunque…

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