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Rai: canone senza televisione

Il canone Rai passa da 107,5 euro all’anno a 109. Questo dice il decreto firmato ieri dal governo. Un piccolo aumento, certo. Però. C’è sempre un però. Perché il servizio pubblico radiotelevisivo non è mai stato così scadente, poco rappresentativo della realtà politica e sociale italiana, totalmente asservito alle esigenze e ai capricci della maggioranza del governo e in particolare dello stretto entourage del premier.
 
Nessun pluralismo, e controllo maniacale dal settore dell’informazione a quello dell’intrattenimento. Vittima di una sorta di sindrome di sudditanza da quello che fino a due anni fa era il suo concorrente, Mediaset, Oggi Rai e Biscione sembrano essere soci, e Mediaset ovviamente è quello di maggioranza. Raiset, questo mostro a due teste ma con un unico cervello, ci ha imposto il digitale terrestre (altro che aumento del canone, ci dovrebbero rimborsare!), ha fatto guerra a Sky e alle piattaforme satellitari concorrenti, ha direttamente il controllo dell’80% del mercato pubblicitario e indirettamente del resto.
 
Solo un euro e cinquanta. Certo. Ma sempre un euro e cinquanta di troppo. Se non si vuole mandare in malora quel poco che resta del rapporto fra cittadini e Rai.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.247) 22 dicembre 2009 19:33

    Forse è Tutta colpa di Carosello se vanno di moda gli Untori della parola e se ogni giorno siamo Travolti dalle informazioni. Informazioni scelte, ripulite e .... Visto l’aumento potremmo chiedere la Legenda per un delitto. (altro ancora => http://forum.wineuropa.it )

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.121) 23 dicembre 2009 10:55
    Damiano Mazzotti

    Fra pochi anni ci sarà la Web Tv che farà contenti tutti noi cittadini e scontenti tutti loro potenti e ruffiani...

  • Di poetto (---.---.---.126) 27 dicembre 2009 22:34


     Il pagamento del canone, in una televisione che usa abbondantemente denaro proveniente dalla pubblicità e tratta con maggior riguardo i pubblicitari che il pubblico a cui è destinata, lascia un senso di vuoto, per non dire di fastidio.

    La pubblicità oppressiva in un sistema che dovrebbe avere come unico punto di riferimento il pubblico italiano, porta a deviare, a spostare i propri punti di riferimento non verso il cittadino che paga il proprio abbonamento ma verso la benevolenza del pubblicitario.

    Per quale motivo vari presentatori, ospiti o altre persone che hanno un rapporto di lavoro con la Rai, debbono essere pagati centinaia di migliaia di euro?

    Perché parte dei soldi che io, assieme a milioni di altri, versiamo per il canone vanno a finire in contratti faraonici? E come se un medico di un ospedale venisse pagato con un ingaggio, per curare una sola persona, con strutture e personale dello Stato, di trecentomila euro...assurdo vero?! Con molti contratti Rai accade qualcosa di simile.

    Secondo me, ci dovrebbe essere un maggiore controllo sia degli ingaggi delle varie persone che lavorano, in varia forma, con la Rai, sia nel rapporto con le varie realtà pubblicitarie ma questo, per la nostra povera Italia, è solo utopia.

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