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Peace, please !

Ecco perché i militari italiani devono rimanere in Afghanistan” – dichiara il ministro della Difesa subito dopo l’attentato alla caserma Santa Barbara di Milano – “Se quel paese fosse lasciato alla libera circolazione dei terroristi e dei talebani, diventerebbe una base per lanciare attacchi contro le nostre città”.
 
A parte che se al posto dei nostri soldati ci fossero contingenti lituani o del Kazakistan o di Vattelapesca non credo che l’andamento della guerra cambierebbe di molto, questo è uno straordinario rovesciamento della realtà: è proprio a partire dalla nostra partecipazione alla guerra in Afghanistan che siamo entrati anche noi – come la Spagna, come l’Inghilterra che hanno avuto già i loro morti “civili” - nel mirino di eventuali azioni “punitive” non solo del terrorismo internazionale, ma anche di singole frange di esagitati come il libico Mohamed Game.
 
Né questa è l’unica conseguenza di quella improvvida iniziativa, presa in dispregio dell’art. 11 della Costituzione (buona solo per dar fiato alla bocca durante i comizi come quello del presidente Bernazzoli alla festa del 4 novembre in piazza Duomo in cui ha ribadito il trito argomento della necessità dell’uso della forza in certe circostanze che viene sempre sbattuto in faccia agli astratti pacifisti da parte di questi signori che si ritengono tanto pragmatici e sono invece solo cinici specie con la pelle altrui): e dove lo mettiamo lo shock collettivo per le crescenti rimpatriate di salme dei nostri soldati che ci sbattono in faccia nel modo peggiore la realtà rimossa del nostro essere in guerra?
 
In generale, è stata proprio la guerra globale ed asimmetrica al terrorismo – come spiega il generale Fabio Mini, capo della missione in Kosovo ( uno di quei soldati che non hanno pure il cervello “in divisa” ) – a rendere paradossalmente il terrorismo un fenomeno endemico, un elemento permanente della situazione internazionale. 
 
Dalle scarne cronache afghane sappiamo poi che nello stesso Afghanistan c’è un significativo movimento di pace (i sondaggi dicono che il 75 per cento degli afghani sono a favore di negoziati coi talebani), tanto che sul Washington Post si legge che “ quando le nuove truppe americane inviate da Obama arriveranno, troveranno due nemici a fronteggiarle: i Talebani e l’opinione pubblica afghana stanca di guerra ”.
Ricordo con nostalgia il discorso d’insediamento del nostro miglior presidente della Repubblica, Sandro Pertini , applaudito – ipocritamente ? – da tutte le forze politiche: “L’Italia deve essere nel mondo portatrice di pace : si svuotino gli arsenali e si colmino i granai.. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra “.
 

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