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Occupazione. Draghi preoccupato, ma Sacconi sfiora il senso del ridicolo

L’altroieri, nel corso della Giornata Mondiale del Risparmio, il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha segnalato che “nell’anno chiuso a settembre, in Italia l’occupazione è scesa del 3,3 per cento (650.000 unità), e che “registreremo ulteriori perdite in questi mesi finali dell’anno”. E’ utile premettere che Draghi ha tratto queste stime dai modelli econometrici della Banca d’Italia, non ha interpellato una cartomante.

Eppure, tanto (o meglio, poco) è bastato per fare saltare la mosca al naso dell’abitualmente poco avvezzo ai contraddittori ministro del Welfare, che ha prontamente dichiarato, a margine di un convegno del Cnel:

«Constato che oggi da più parti ci si è esercitati sui numeri della crisi, ma la crisi è sufficientemente seria perché non ci si adoperi a mettere in discussione i numeri dell’Istat, quelli assunti a riferimento in ogni Paese, perché relativi alla statistica nazionale: ogni altra ed azzardata elaborazione non aiuta la comprensione della crisi, il resto è fantasia. I dati dell’Istat dicono che la disoccupazione è al 7,4% e stimano a 1,8 milioni i disoccupati totali, mentre gli occupati superano i 23 milioni, con unaperdita nel corso dell’anno di 378 mila unita’ (-1,6%)»

Sacconi non dice che i dati dell’Istat, che è fortunatamente tornata a godere di una qualche considerazione presso esponenti dell’esecutivo, dopo gli sgangherati attacchi dei mesi scorsi, sono aggiornati (si fa per dire) al 30 giugno scorso, e che nel frattempo la situazione occupazionale ha mostrato come minimo un ulteriore deterioramento. C’è poi un altro dato, segnalato da Draghi, che dà la misura della criticità della situazione: “l’incidenza della cassa integrazione sul monte ore lavorate è passata dall’1,5 al 10 per cento”. Questo è un record storico, contro il quale si infrange la lettura ottimistica di Sacconi, che non perde occasione per segnalare che il “tiraggio” di ore di cassa integrazione resta nettamente inferiore al plafond accordato alle imprese, che evidentemente sono andate in overbooking per motivi precauzionali, legati alla tempistica di autorizzazione delle ore di cassa.

Del resto, parliamo dello stesso ministro che, nel giugno scorso, si compiaceva del fatto che “nella seconda metà degli anni Novanta il tasso di disoccupati era pari al 12,5 per cento”. E nel Trecento in Europa c’è anche stata la Peste Nera, se è per quello. Se fosse provvisto, oltre che di senso del ridicolo, anche di capacità progettuali minimali, Sacconi si chiederebbe perché il nostro paese ha un sistema di statistiche economiche così ritardatario rispetto al mondo civile, e si attiverebbe per correggere il problema. Banca d’Italia sta semplicemente supplendo, con le proprie risorse interne, alla inadeguatezza dell’Istat, e dovrebbe quindi essere elogiata per fornire informazioni il più possibile tempestive, nell’ambito di una modellistica che rappresenta una guida di tendenza e non le Tavole della Legge.

Ma così non accade, in un paese dove alcuni ministri palesano quotidianamente tutta la loro inadeguatezza al ruolo che sciaguratamente sono chiamati a ricoprire.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.231) 31 ottobre 2009 17:52

    Che dire di Tremonti? Non ha più un soldo in cassa, non sa proprio cosa arriverà dall’auto-tassazione di novembre e può sperare solo sullo scudo fiscale. Ecco allora che si rammarica per le Banche insensibili nei confronti di imprese senza credito e di famiglie insolventi. Ecco allora che riscopre il valore del posto fisso. Perfino Sacconi comincia a parlare di problemi sociali connessi alle prossime ristrutturazioni (licenziamenti) di aziende in crisi (ordini e fatturato). La Crisi - Atto secondo sta ancora muovendo verso mesi freddi, molto freddi x disoccupazione e piuttosto caldi per la coalizione di governo. (questo e altro => http://forum.wineuropa.it

  • Di Frankbull (---.---.---.52) 31 ottobre 2009 18:16
    Frankbull

    Finalmente occhio di lince Draghi ha notato la grossa trave che aveva nell’occhio destro ! E’ dal 6 giugno scorso che avevo evidenziato tutto ciò nel mio articolo X-Pharma -lo stato assente -,in cui scrivevo : lo stato assente perchè ,essendo stato truffato come e più di noi, doveva costituirsi parte lesa nei confronti delle multinazionali . Vero governatore Draghi? Ma come si fa a chiedere di andare in pensione più tardi se proprio lo Stato incentiva i licenziamenti persino di chi non è in crisi ed ha un contratto a tempo indeterminato.
    Per non parlare di Sacconi che ,se è vero che la moglie è una dirigente di Farmindustria, ha fatto fuori secondo alcune statistiche 15.000 tra informatori e lavoratori del farmaceutico con contratto a tempo indeterminato e senza che le aziende fossero in crisi !Vorrei proprio che ciò non fosse vero altrimenti mi dici come fa a dormire la notte?

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