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Obama prepara una “pillola amara”: l’invio di nuove truppe in Afghanistan

E’ previsto per oggi pomeriggio (ora locale) il discorso che Obama intende pronunciare per spiegare la sua strategia in Afghanistan. Alcune anticipazioni sul discorso presidenziale si hanno già dalle parole che il Presidente ha indirizzato in anteprima all’Accademia Militare di West Point.

Sarà un passaggio difficile per il Presidente degli Stati Uniti che aveva basato la sua campagna elettorale precipuamente sulla soluzione del conflitto afgano e sebbene avesse già preannunciato che non sarebbe stata come una passeggiata, Obama si trova ora ad affrontare una decisione che non si sarebbe forse mai augurata.
 
Si tratta infatti di programmare un invio di altre trentaquattromila unità a rinforzo di quelle già esistenti e dunque di prevedere un totale di 100mila uomini impegnati su quel fronte di guerra.
 
Il Presidente intende anche chiedere alla Nato ed agli altri partner della coalizione l’invio di altri 5000 militari a rinforzo delle truppe americane. L’invio dovrebbe aver luogo il prossimo mese di gennaio, sempre che il nuovo governo di Karzai e la sua politica che si ripromette di fare piazza pulita dei talebani cosiddetti “cattivi”, non cambino le attuali prospettive in senso migliorativo.
 
Non è una pillola dolce da mandar giù, questa nuova richiesta di Obama, specialmente per quel cospicuo numero di democratici che da sempre avversano la guerra. Per rendere meno amaro il boccone il Presidente si prefigge di spiegare nel suo discorso anche cosa intende fare in previsione di una”exit strategy”. In pratica si prevede di rafforzare il governo Karzai affinché lo stesso possa col tempo essere in grado di contare sulle proprie forze per ristabilire nel Paese ordine e sicurezza.
 
L’opinione pubblica americana come pure gli alti ufficiali non sono molto al corrente delle intenzioni del Governo in merito alla questione afgana, si aspettano comunque che Obama ponga dei traguardi che il governo afgano dovrebbe raggiungere sia sul piano politico sia sul piano militare.
 
Robert Gibbs, dell’Ufficio Stampa della Casa Bianca, parlando con la MSNBC ha ribadito l’idea che Obama voglia rompere gli indugi e inviare quanto prima le truppe, perché, spiega, “non possiamo rimanere in Afganistan in eterno”.
 

Commenti all'articolo

  • Di pint74 (---.---.---.71) 1 dicembre 2009 20:11
    pint74

    Tante buone idee e tanti validi progetti rovinati dal potere delle varie lobby che comandano questo paese....
    Il conflitto non si risolverà mai con la forza perchè chi non ha nulla da perdere continuerà a combattere fino alla morte,insensibile a tutto,anche alla superiorità militare statunitense...
    Il Vietnam insegna...
    Ed anche la fallimentare campagna militare dell’armata rossa decenni prima,proprio in questo paese.
    Altre migliaia di vite sacrificate per denaro ed altri interessi...

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.193) 2 dicembre 2009 09:16
    Doriana Goracci

    E dovevamo aspettare il discorso per capire quale strategie animnano gli USA? O la Nato?
    O l’Europa? Il Trattato di Lisbona attua, quanto già previsto negli incontri del Bilderberg Group, tutto il resto chiacchiere, e far chiedere lavoro lavoro...qualunque esso sia, qualunque materia e merce umana costi, e chiunque arrivi a Protezione della Crisi, nazionale o globale s’intende...

  • Di Virginia Visani (---.---.---.122) 2 dicembre 2009 09:52
    Virginia Visani

    Del resto si sapeva già sin dall’insediamento di Hillary Clinton alla Politica Estera del Pentagono, che la questione Afgana non si sarebbe risolta con ...una passeggiata.
    Però il "pacifico" Obama che viene addirittura omaggiato con il Nobel per la Pace, qui rischia di perderci la faccia.
    Ma tant’è: ha ragione chi come Pint 74 sottolinea l’influenza delle lobby sulle decisioni presidenziali. Vedremo come il Presidente Usa riuscirà a cavarsela senza scontentare gli uni (i pacifisti del suo governo) e gli altri ( i falchi repubblicani).
    Speriamo che non si verifichi un nuovo Vietnam....

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