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Mammasantissima, li Turchi!

La settimana è iniziata con due argomenti molto diversi tra loro, ma che non possono non essere commentati.
 
Il primo argomento è, in apparenza, più leggero, perché riguarda le sparate della Lega Nord dopo l’esito del referendum anti minareti in Svizzera. Secondo i leghisti e altri fondamentalisti religiosi come Magdi Allam (talmente fondamentalisti da essere più radicali dei Vescovi svizzeri e italiani) è un bene che sia vietato ai musulmani di costruire minareti, anzi, si dovrebbe andare più in là, vietando la costruzione delle moschee e il raduno per la consueta preghiera, come succede regolarmente in tutti i comuni retti dalla Lega Nord, impegnata a rendere la vita impossibile agli islamici.
 
Secondo questi personaggi bisogna difendere le nostre tradizioni, e per farlo occorre vietare quelle altrui. La spiegazione è chiara e semplice: nei Paesi arabi un cristiano non è libero di esprimere la propria religione, dunque anche noi dobbiamo abbassarci al loro livello. Mi chiedo quando il popolo padano si accorgerà della bassezza in cui l’ha fatto cadere la Lega Nord. Ci si vanta di vivere in un Paese libero e democratico, ma si invidia il totalitarismo culturale e religioso di Paesi come l’Iran.
 
A mio modo di vedere non è una scelta saggia quella di ostacolare le altre religioni, in quanto è forse più facile che in questo modo si infiltrino persone malintenzionate o che si diffonda l’odio verso gli occidentali. Meglio una bella funzione religiosa in pubblico, visibile e capibile da tutti, ma l’odio leghista verso l’altro è troppo grande per poter permettere alle camicie verdi di ragionare.
 
Mi auguro che questa strenua difesa dei loro valori cristiani non voglia significare anche la sostanziale imposizione degli stessi, vista l’impossibilità di ritornare alla religione di Stato. Non vorrei, infatti, che l’imposizione di un privilegio (e non la difesa di un simbolo) come l’obbligo del crocifisso nelle aule pubbliche (e teoricamente laiche, indipendenti da qualsiasi religione), il divieto della vendita della pillola RU 486 (con la terribile motivazione che "banalizza l’aborto", come se l’aborto fosse di per sé banale e la donna dovesse pagare questo diritto con la sofferenza fisica dell’operazione, oltre che quella psicologica della scelta), il sostanziale divieto di scrivere un testamento biologico che abbia un senso e un valore, senza parlare della montagna di soldi elargiti dallo Stato alla Chiesa, fosse un modo per imporre uno per uno i valori del cristianesimo anche a chi non li condivide.
 
L’altro fatto riguarda le dichiarazioni di Berlusconi e Dell’Utri sulla mafia. Sono concetti che i due hanno già espresso diverse volte, dimostrando, se ce ne fosse stato bisogno, che loro la pensano veramente in quella maniera e che non si è mai trattato di una "travisazione dei giornalisti comunisti".
 
In sostanza Alfa e Beta sostengono che i pentiti vengono manovrati dai magistrati che promettono loro la libertà e altri privilegi in cambio di accuse inventate contro i maggiori esponenti di una parte politica, in questo caso la destra. Sostengono poi che parlare troppo di mafia, specialmente in relazione ai rapporti di questa con le istituzioni faccia male all’immagine del Paese, che viene rovinata nonostante l’impegno di tanti imprenditori che esportano la nostra celeberrima qualità. Infine essi sostengono che loro sono comunque degli antimafiosi DOC, in quanto nessun governo ha mai fatto nulla contro la mafia come il Berlusconi IV.
 
Dunque, a me pare che non siano i giudici a premiare i mafiosi che decidono di collaborare, bensì la legge, fatta dal Parlamento e applicata dai giudici. Premiare un criminale che racconta i propri segreti, permettendo ai magistrati di ricostruire la realtà è fondamentale per combattere la mafia, e non si è mai visto un pentito che si è avvantaggiato dall’aver accusato uomini politici, anzi, spesso essi parlano malvolentieri della politica, perché sanno che è rischioso. Nonostante ciò non uno dei processi intentati contro gli uomini politici per mafia, almeno tra quelli più famosi, si è rivelato privo di senso. Uno per tutti quello di Andreotti. Certa propaganda sostiene che egli sia stato assolto, mentre in realtà nella sentenza fu scritto che il reato fu commesso, almeno fino al 1980, dal Divo, ma che era caduto in prescrizione.
 
Ritengo inoltre che il parlare di mafia e scoperchiare in pubblico i segreti indicibili dei politici sia solo un bene. Non possiamo esportare avendo questo cancro dentro di noi. Non possiamo far finta di nulla, dire che la mafia è una piccola cosa e non influenza l’andamento politico, sociale ed economico del nostro Paese. Non ce lo possiamo permettere. In merito a questo citerò solamente una frase antica, che i siciliani amavano ripetere nell’era precedente alla collaborazione Buscetta e che, secondo me, fa capire meglio di ogni altra cosa come sia radicata in Berlusconi la cultura del mafioso. Se poi egli abbia anche stretto accordi con i mafiosi in senso stretto sarà la magistratura (forse) a dirlo, ma riguardo alla sua mafiosità culturale, non ho dubbi. Dunque, la frase di cui parlavo è la seguente "La mafia? E cos’è la mafia? Una cosa da mangiare? Questa mafia di cui lei mi parla, cos’è? La mafia, signore, non esiste".
 
Sul fatto che il governo Berlusconi sia quello che più di ogni altro abbia contrastato la mafia i pareri sono discordi. Chi sostiene che la mafia sia gangsterismo, criminalità organizzata, problema di ordine pubblico allora ha ragione nel sostenerlo. Gli arresti di boss e assassini sono stati, fortunatamente, moltissimi negli ultimi mesi. Ma chi sostiene che la mafia sia anche economia, potere, politica, controllo del territorio e delle coscienze allora ha ragione a dire che nulla è stato fatto, anzi. Nessun provvedimento è andato contro questa mafia, anzi. Lo scudo fiscale non è certo una bastonata per i mafiosi, così come non lo è la riforma della giustizia o quella delle intercettazioni.
 
Due argomenti molto diversi tra loro però trovano un punto di unione. Quello di due poteri, di due culture che sembrano vivere un pericolo grosso. Da una parte il potere berlusconiano, minacciato da puttane, traditori e pentiti. Dall’altra quello della cultura cattolica, minacciato dall’integralismo islamico e dall’illuminismo laico. Chi vivrà, vedrà.
 
 

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