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"Linearom" per essere alla moda, quando la tragedia diventa buisness

Cosa si fa per vendere prodotti, illusioni, felicità usando spesso l’ignoranza e la stupidità della gente.

 
Se volete essere macabramente alla moda, distinguervi dagli altri, far parlare di voi come persone uniche, originali e anche trasgressive potete presentarvi in società indossando occhiali griffati marca “Linearom” (159 euro), e per lo stesso prezzo esibire anche un orologio firmato "Ahmetovic” o la linea di abbigliamento Azouz Marzuk, da tenere in una bella valigia Michele Fusaro contenente anche un pigiamino a firma Franzoni A. Maria.

Ricordiamo, ma solo per gli ignoranti che non si intendono di moda, che Marco Ahmetovic è il rom condannato a sei anni e mezzo in primo grado per aver ucciso quattro giovani minorenni con il suo furgone di cui era alla guida completamente ubriaco. L’Ahemtovic firma già una linea di occhiali, profumi, orologi, pantaloni, e ha scritto anche un libro dal titolo “Anch’io sono un essere umano".

Azouz Marzuk invece è il marito e padre sconsolato della strage di Erba che durante le intercettazioni telefoniche fu scoperto ad affermare “E’ il periodo migliore della mia vita, che me ne frega delle bare!”, vantandosi di essere richiesto come gigolo e di fare finalmente la bella vita.

Intanto aveva conosciuto Fabrizio Corona, di cui si dichiarava amico, ed era in attesa di entrare nell’agenzia di Lele Mora facendo serate a pagamento in discoteca e reality show.

Michele Fusaro è invece il falegname di Bassano del Grappa, condannato a 30 anni di carcere (con lo sconcerto della famiglia che chiedeva l’ergastolo), che nel 2007 uccise Iole Tassitani, figlia di un notaio e rapita a scopo di riscatto, che poi fu fatta a pezzi e messa in alcuni sacchi ben ordinati nel suo garage, mentre le vicende della signora Franzoni le conosciamo tutti, compreso il plastico della sua graziosa casetta in quel di Cogne.

Ma ci sono anche altri esempi di commercializzazione e di sfruttamento delle tragedie umane, esempi che non rispettano nemmeno gli affetti più cari come nel caso della piccola Maddie, la bambina scomparsa in Portogallo i cui genitori si accingono a vendere la loro storia personale a qualche tabloid britannico in cambio di qualche milione di sterline. Dicono che lo scopo è quello di continuare a finanziare le ricerche della bambina, e noi speriamo sinceramente che lo sia e non quello di speculare sopra la tragedia che li ha colpiti.

Purtroppo viviamo in un mondo (occidentale, naturalmente) dove al primo posto nella mente delle persone c’è il denaro, il denaro per il denaro e il denaro come fonte di potere. Una ossessione che porta gli uomini a sacrificare ogni altro sentimento, a sorvolare o ignorare principi morali, sentimenti religiosi, educazione o semplice scrupolo pur di guadagnare e fare soldi.

Si chiama Alessio S. l’imprenditore che non si è fatto tanti scrupoli nel convincere questi delinquenti a apporre la propria firma su una linea griffata. Un personaggio controverso, giovane e di bell’aspetto, che ha giustificato la sua iniziativa dicendo di voler dimostrare come la nostra società malata è in grado di imporre modelli anche se l’individuo in questione è un riconosciuto delinquente. Ha anche scritto, dopo le prime critiche, anche una lettera aperta al Papa e a Obama chiedendo di ripristinare in Italia la meritocrazia e di dire basta ai processi mediatici che consentono appunto di far diventare divi i criminali. Per questo dice di aver pagato cara questa sua nobile iniziativa, che invece aveva lo scopo benefico di una campagna di lotta contro la guida sotto l’effetto dell’alcool e di mettere l’accento sulla decadenza della nostra società dove quello che conta è solo l’apparire, avere un nome famoso o almeno conosciuto, non importa se questo avviene in seguito ad un crimine orrendo.

Per questo non si può non dargli ragione, basta vedere chi sono i divi televisivi più ricercati, quelli più richiesti. Nella maggior parte delle trasmissioni televisive di oggi l’imperativo è infatti quello di avere come ospite o qualche stellina esuberante e poco vestita oppure personaggi che garantiscano scontri, offese, che creino comunque disordini (meglio se ci scappa anche una minima aggressione fisica), personaggi che alzano la voce, offendono, sbraitano, sono cioè capaci di creare “il caso” che passerà poi sui giornali, su Youtube o su "Striscia la notizia" facendo salire l’audience.

Non si capirebbero altrimenti gli inviti ripetuti ad un noto critico d’arte che oramai ha ben poco da dire ma ha ancora molto da urlare ed offendere.

L’Alessio manager va lodato comunque per la fantasia e l’intraprendenza, per la capacità di sfruttare i media a proprio vantaggio, per uscire dall’anonimato e per far parlare di sé. Ne sono esempi l’annuncio pubblico sul giornale La Nazione, nel febbraio di quest’anno, del suo suicidio (ad oggi non ancora avvenuto, ma forse solo rimandato, non sappiamo), e la sua corsa, con scarso successo e quasi nulla visibilità, alle ultime elezioni per la scelta del sindaco di Firenze.

Risulta invece indagato a causa di numerose denunce da parte di ragazzi e ragazze che avevano inviato denaro alla sua Agenzia per fare dei books fotografici con la speranza di essere selezionati per provini in trasmissioni televisive, partecipazione a rappresentazioni, intrattenimenti ed eventuale lancio nel “mondo affascinante dello spettacolo”.

E’ incredibile pensare a quanti giovani possano cadere in queste trappole e come facilmente possano essere vittima di raggiri. Non solo i ragazzi, spesso con le menti pieni di sogni, entusiasmo e poca esperienza, ma anche e soprattutto i loro genitori che poi sono quelli che pagano cifre anche notevoli (si parla di un minimo di 5000 euro) per la realizzazione di books fotografici o per il semplice inserimento in una lista definita, con molta generosità, di “attori” o “attrici” o semplicemente “artisti”. Fra questi anche una dolorosa lista di bambini, alcuni sorridenti altri già smaliziati, foto inviate dai genitori con la speranza di farne dei divi, la discesa di un altro gradino nella speranza di riscatto di questo nostro Paese oramai “fritto” come lo definisce Antonio Tabucchi.

Il giovane manager dichiara riferendosi a Ahmetovic: "Ho già richieste di chi lo vuole testimonial in discoteca. Lui prenderà 3000 euro e sarà proposto per queste serate con gli altri artisti che sono in esclusiva con la mia società". Precisa anche i termini economici dell’accordo: "Ahmetovic ha un contratto di esclusiva con me di 40mila euro, diritti di immagine, ecc. Calcolate le spese si arriva a 50mila euro". "L’operazione pubblicitaria che coinvolge Ahemetovic è nata mesi fa", dice: "Io ho fatto una scommessa: secondo me un personaggio che commette un reato può diventare una star. Per esempio a Perugia. Per Lumumba, che ora è fuori dal carcere, si parla di un cd musicale. La strage di Erba... Lui (Azuz Marzuk, ndr), a cui hanno distrutto la famiglia, firma linee di abbigliamento e apre ristoranti. La Franzoni scrive libri e vuole soldi per andare ospite nei programmi televisivi". "E’ l’opinione pubblica che lo vuole", conclude. "La televisione è fatta di share. I giornali, se c’è una notizia, la comprano". (Agr)

E’ dura ma è la nostra realtà, sono i nostri giovani che vengono irretiti e truffati, le nostre famiglie che perdono il loro ruolo di guida, i nostri manager che pur di guadagnare rinunciano ad ogni scrupolo, anche quello di camuffare con iniziative benefiche le loro più turpi manovre, quello di illudere e deludere piccole menti, di spacciare illusioni a pagamento.

Ma c’è sempre una speranza, e la scopriamo nelle lettere di protesta che il nostro bel manager afferma di ricevere in continuazione, nelle offese che gli arrivano per mail, nelle aggressioni verbali che talvolta riceve per strada. C’è quindi una reazione da parte del popolo, della gente. Non tutti gli italiani hanno l’encefalogramma piatto, come asserisce un giornalista, ma non sappiamo quanti e sul sito dell’agenzia rimane la bella figura, in uno studiato tre quarti, del piacente manager sedicente peruviano (è nato a Marliana di Pistoia nel ’71) che invita a presentarsi, ad inviare denaro, a farsi avanti per non sprecare nel più oscuro anonimato una vita che merita ben altro, che potrebbe farsi strada nel bel mondo, nell’universo artistico internazionale.

Basta mettersi in contatto con la sua Agenzia. Perché? Ma perché “voi valete!”.

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