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 Home page > Attualità > Economia > La solita presa in giro

La solita presa in giro

Leggo su “Il Corriere della Sera “ di oggi 24 aprile, nella pagina delle “Opinioni”, un articolo del vicepresidente della Camera dei deputati, on. Maurizio Lupi del PDL.

E’ un articolo di risposta all’editoriale del Prof. Giavazzi di ieri.

Il prof. Giavazzi sosteneva, per l’ennesima volta, la necessità di cogliere l’opportunità, offerta dalla crisi globale, di fare quelle riforme di struttura di cui il paese ha bisogno da gran tempo, che non arrivano mai e che ci permetterebbero di collocarci in posizione più favorevole dopo il passaggio della crisi.

L’onorevole Lupi, invece, con atteggiamento disinvolto, prima dice di essere d’accordo e poi vanta come successi del governo un generico “essere riusciti a rispondere ai bisogni della società, puntando su quella rete di famiglie, piccole e medie imprese, realtà sociali che da sempre costituiscono la spina dorsale della nostra economia”. E poi aggiunge che nel mese di marzo l’export delle nostre imprese è cresciuto del 3,5%, che nel 2009 il 48% degli imprenditori continuerà ad investire ed il 7% di questi investirà più del 2008.

Inoltre l’on. Lupi auspica o promette (non ho ben capito) che il governo partirà dall’investimento sulla formazione e sul capitale umano, riformerà il welfare ed il mercato del lavoro, rafforzerà i distretti industriali, migliorerà l’accesso al credito, non promuoverà nuove forme di assistenzialismo, ma premia per chi fa e farà bene. Amen.

Ma, di grazia, quante volte abbiam sentito queste promesse?



E non sarebbero dovute già essere realtà da gran tempo? E in tre legislature (o spezzoni di legislatura) in cui il centrodestra ha governato, perché non ha dato seguito alla realizzazione delle tante promesse verbali?

Se molti imprenditori piccoli o grandi che siano, esportano, investono, sfidano la crisi e condizioni proibitive di svantaggio nei confronti degl’imprenditori stranieri, dovute al peso di una burocrazia inefficiente e corrotta, il merito dei risultati è degli imprenditori, non del governo.

Dai governi noi ci aspetteremmo veder ridurre prima di tutto i propri privilegi di casta. Poi vorremmo veder ridurre le Province anziché vederle aumentare, abolire gli ordini professionali, liberalizzare i servizi pubblici locali, privatizzare la RAI, abolire lo stipendio in nero ai portaborse, abolire il cumulo degli incarichi, unificare e semplificare i mille sistemi di voto, trionfare il merito soprattutto nella pubblica Amministrazione.

Solo così potremmo veder almeno ridimensionato il problema dei problemi della nostra Economia: la riduzione della spesa pubblica.

Invece ci tocca puntualmente sentirci presi in giro dalla solita ipocrita verbosità di Lorsignori.

Che faccia tosta!!!

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