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La rivolta nera contro la ’ndrangheta, tutto è iniziato il 12 Dicembre

Vi ricordate cosa accadde il 19 settembre del 2008? A Casal di Principe il clan dei Casalesi ha ucciso sei migranti africani perchè non volevano pagare il pizzo.

Scoppiò una grande rivolta e gli abitanti del posto come al solito si lamentavano. Mentre invece ci hanno dato una grande lezione di senso civico: gli extracomunitari sono stati gli unici a sfidare con forza la camorra.

A Rosarno, in Calabria, ora è accaduto qualcosa di più grande. In Calabria, la ’ndrangheta gestisce anche il traffico delle arance e ovviamente anche la manovalanza.

Ma qui c’è in gioco un doppio sfruttamento. Il peggiore.

Ci sono i proprietari dei terreni che, come avviene in tutta Italia, sfruttano gli stranieri per coltivare la terra. Li fanno lavorare più di dodici ore al giorno, con una paga misera che non raggiunge nemmeno le 20 euro a giornata. Poi c’è la ’ndrangheta che oltre a chiedere il pizzo ai proprietari terreni, lo chiede anche agli stranieri. La chiamano la "tassa di soggiorno".

E allora è successo che il 12 dicembre scorso a Rosarno sono stati colpiti due lavoratori extracomunitari. Due giovani italiani magari annoiati a causa del "dolce non far niente", hanno sparato a bordo di un’autovettura dileguatasi poi a tutta velocità. Lo hanno fatto per divertimento e addirittura pare che, mentre sparavano, urlavano anche: "Oggi non si lavora, negri?".

I migranti giunti dall’esasperazione hanno trovato la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed è scoppiata una protesta forte e violenta.

Ho letto le dichiarazioni del nostro Ministro Maroni che additava, con i soliti toni xenofobi, la colpa agli stranieri clandestini.

Invece da un Ministro dell’Interno, che si vanta dell’operato (quale? I falsi arresti?) del Governo contro la mafia, mi aspettavo un duro attacco allo sfruttamento da parte della maledetta ’ndrangheta.

E soprattutto all’omertà della popolazione che è capace di alzare la voce solo agli stranieri, agli ultimi, ai più deboli.

E che si sottomettono volentieri alla prepotenza delle mafie.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.125) 9 gennaio 2010 17:11

    ma fammi il piacere
    che cosa c’entrano con la ndrangheta i proprietari delle macchine bruciate che magari sono operai o impiegati o gente che non ha nulla a che fare con le arance o l’agricoltura
    perchè non parli delle auto distrutte, delle donne aggredite, delle case danneggiate a gente pacifica che non ha colpa?

    • Di eptor10 (---.---.---.94) 9 gennaio 2010 18:01
      Ettore Scamarcia

      A Castelvolturno dicevano la stessa cosa. Cosa c’entriamo noi con loro? Siamo gente pacifica, lavoriamo tutto il giorno per guadagnarci da vivere e ci basta.

      No, purtroppo non basta più.

      Faccio una domanda banale e forse provocatoria: chi ha scatenato la rivolta? Chi ha sparato a quegli immigrati? Chi ha creato le premesse affinchè si creasse questa situazione? Non mi dire che la ’ndrangheta non c’entra niente perchè sai che non è vero.
      A furia di chiudere gli occhi, le orecchie e la bocca siamo diventati un popolo di imbecilli.

      Non credo però nemmeno agli organi d’informazione che mi dipingono un paese omertoso, brutale e violento. Nemmeno Castelvolturno, Villaggio Coppola e la stessa Napoli sono popolate soltanto da sanguinari cammorristi, anzi oserei dire, con grande stupore del pubblico italiano specialmente settentrionale, che sono una piccola parte della popolazione.

      Il mio modestissimo parere è che ci dovremmo scagliare contro le organizzazioni criminali e non contro gli immigrati. La Calabria non migliorerà se quelle persone verrano trasferite altrove.

  • Di (---.---.---.35) 9 gennaio 2010 17:51

    cosa c’entravano i pacifici cittadini tedeschi che non vedevano niente non avevano sentito niente e non erano in circolazione "ai tempi" dentro le loro macchinette, che all’epoca ne circolavano poche...ma i treni si, come i forni e gli altiforni...un vapore, un fumo, che si levava alto alto e non solo in Germania. Le Macerie sono sempre le stesse. Perchè non parlare dell’amministrazione di Rosarno che per 18 mesi nell’ ottobre 2008 venne sciolta per associazione mafiosa?
    Belle spremute con gli agrumi e la carne fresca. Ma l’abitudine all’anonimato, come sempre permane, anche per un commento.

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