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La religione è l’oppio dei popoli o una grande questione?

I rapporti tra cittadini, nazioni e religioni sarà la questione vitale della futura società mondiale.

Chi crede nel “valore legale” della tradizione religiosa merita di riflettere su queste parole tratte dalla Bibbia: “Marciarono dunque contro Madian come il Signore aveva ordinato a Mosè e uccisero tutti i maschi. Gli Israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene. Mosè disse loro: “Avete lasciato in vita tutte le femmine? Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi” (Numeri, 31). Da questo passaggio si può comprendere che anche la storia religiosa è stata trascritta e trasmessa da uomini anziani vogliosi di protagonismo e di dominio.

Anche se quasi tutti sanno che “La Bibbia contiene istruzioni per il genocidio, lo stupro e la distruzione delle famiglie e le religioni ci hanno dato lapidazioni, roghi delle streghe, crociate, inquisizioni, jihad, fatwa, terrorismi kamikaze” (Steven Pinker, 2000), troppe persone continuano ad appoggiare uomini religiosi conservatori e anche i più pericolosi fondamentalisti. Forse, “Se Dio vivesse sulla terra, la gente gli tirerebbe sassi alle finestre” (detto yiddish). E, come sappiamo, a Gesù è andata molto peggio. Del resto “Gli uomini non commettono mai il male così in fondo e tanto allegramente come quando lo fanno per convinzione religiosa” (Blaise Pascal). Pensiamo ad esempio al vecchio rito “sati” indù: l’immolazione della vedova viva sulla pira funeraria del marito defunto. Oppure possiamo pensare al fondamentalismo islamico e alla condanna a morte per apostasia di Mahmud Taha, un politico e studioso sudanese ucciso nel 1985 (L’Islam laico, Olivier Carré, Il Mulino, 1997).

Tutti noi dovremmo ricordarci che “La religione non è un soggetto univoco. Quella che nell’Occidente moderno chiamiamo religione è una cultura alternativa di leggi e costumi, sopravvissuta accanto a quella dello stato-nazione per via delle vicissitudini della storia europea. Le religioni, al pari di altre culture, hanno prodotto grandiosi esempi di arte, filosofia e diritto, ma le loro regole, al pari di quelle di altre culture, sono spesso funzionali agli interessi di chi le promulga. Il culto degli avi dev’essere un’idea allettante per chi è sul punto di divenire un avo” (Pinker, 2000, p. 593). "Infatti la religione in moltissimi casi è il mezzo utilizzato da molti politici e da molti uomini per arrampicarsi sulle scale sociali e ottenere così il successo sociale tanto desiderato" (Ruth Benedict, una delle prime antropologhe). Inoltre la religione è insegnata ancora prima dello sviluppo cognitivo del cervello e marchia a fuoco l’identità delle persone: per questo motivo è la leva che ogni politico può usare per far aumentare la sua fama e i suoi voti. Forse sarebbe più semplice seguire il pensiero di Oscar Wilde: “Non c’è nessun peccato, eccetto la stupidità”.

Dopotutto anche la preghiera spesso non è un’attività così innocente: “pregare è come chiedere che le leggi dell’universo siano annullate a favore di un singolo richiedente, per sua stessa ammissione indegno” (Ambrose Bierce). E in molte dottrine religiose “la più comune di tutte le follie è di credere con passione in ciò che è palesemente non vero. È questa l’occupazione principale dell’umanità” (H. L. Mencken, giornalista, editor e saggista statunitense). Sarebbe ora di separare Dio dalla religione e la religione dagli uomini religiosi. Dio è eterno e le leggi religiose sono legislazioni sui comportamenti umani dettate dagli uomini anziani di un particolare paese in un determinato tempo storico e quindi sono umanamente soggette a ingiustizie ed errori.

Del resto una delle cose dette da Gesù scarsamente pubblicizzate è questa: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me” (In Matteo 10,34-37). Il significato metaforico è quindi molto chiaro: i cambiamenti e l’innovazione culturale portano inevitabilmente a fratture a volte insanabili tra le diverse generazioni all’interno di ogni società.

Comunque il problema principale della “scienza religiosa” è quello di voler razionalizzare e istituzionalizzare il grande mistero di Dio, con il rischio di avvelenare a morte i rapporti tra le persone di un Paese o del mondo intero: “La teologia è lo sforzo di spiegare l’inconoscibile nei termini di ciò che non merita di essere conosciuto” (Mencken), perché non può essere conosciuto e capito dalla mente molto limitata degli uomini. E così esistono le distorsioni uditive, le illusioni ottiche e le fantasie mentali di onnipotenza religiosa che colpiscono chi si sbronza di religione e di potere religioso. Dio fa parte dell’eternità e i Papi fanno parte dell’imperfezione dell’umanità. A proposito di Papi: il papato non è stato istituzionalizzato grazie ai Vangeli, dove non si parla mai del titolo di “sommo pontefice”, carica che nelle istituzioni della romanità antica riguardava un alto dignitario pagano (Amin Maalouf, Un mondo senza regole, 2009).

Inoltre la conoscenza può generare il paradosso per cui chi conosce ha familiarità o falsa familiarità con cose immaginarie che non hanno mai esercitato alcun influsso sulla realtà intorno a lui. “Le nostre menti sono organi [secretori], non vie maestre alla verità” (Pinker, 2000, p. 600). “Come la scienza può vivere senza certezza, così la religione può vivere senza dogma, e l’una e l’altra possono convivere senza conflitti” (Richard Feynman). "Ma la Chiesa chiede perdono per gli errori del passato e si trattiene la licenza per continuare a commetterne altri" (Paolo Di Modica). Ogni vero credente dovrebbe contribuire a riparare gli errori del passato e del presente della sua religione e ogni cristiano dovrebbe proseguire la missione spirituale di un uomo “laico” come san Francesco che seguì le indicazioni di questo messaggio visionario : “Va’ e ripara la mia casa, è tutta in rovina”. Naturalmente si parlava della Chiesa di Roma che ha iniziato ad andare in rovina molti secoli fa.

 Si narra che il cardinale Giovanni de’ Medici una volta divenuto Papa disse: “Godiamoci il papato dacché Iddio ce l’ha dato” (sarebbe stato più corretto dire poiché Roma ce l’ha dato). Invece Ennio Flaiano ha affermato: “Attenti, tutti quelli che rubano devono far mostra di amare i bambini e temere Iddio”. 

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