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La ’ndrangheta (ottava parte, capitolo 3)

Ecco come il governo mente.

Care teste di capra, pensavo che l’ottavo capitolo finisse qua. E invece come accade quando si parla di temi difficili e tremendamente attuali, vengono fuori delle novità che portano allo sconforto e quasi alla rinuncia di lottare.

Parlo in merito al ritrovamento di una delle numerosi navi situate negli abissi del nostro mare radioattivo (la Cunsky) piena di bidoni radioattivi affondate dalla ’ndrangheta. La ritrovarono lo scorso 12 settembre e in merito alla segnalazione del pentito Fonti.

Sicuramente qualcuno di noi, con la solita malizia, avrà pensato: "Vuoi vedere che il governo dirà che non è la cosiddetta nave dei veleni?". Noi teste di capra dobbiamo essere i soliti malfidati, in più complottisti e visionari, perché è inammissibile fare questi pensieri strani, vero?

Ma, e perdonatemi se lo cito, il "sommo" Andreotti diceva che a pensar male, a volte ci si azzecca. E in effetti cosi è stato: circa due settimane fa il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo e il capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, hanno dichiarato che in realtà non è la Cunsky ma è un nave affondata nel 1917!

Un falso allarme quindi, e tutte le persone morte per cercare la verità non sono nessuno, sono dei poveri cretini. Primo tra tutti Natale De Grazia che per appurare da dove provenissero quelle maledette navi, "è stato ucciso".

Poi i tumori che nel sud aumentano in maniera esponenziale evidentemente sarà il troppo consumo di sigarette, mica il livello altissimo di radioattività che c’è nel mare!

Ma io ancora una volta divento malizioso, e con dati oggettivi e inconfutabili: non è che tante volte il governo mentisse?

Grazie ad un articolo de L’Espresso, vengo a conoscenza della testimonianza audio del pilota del Rov - Remotely Operated Vehicle, il congegno meccanico dotato di telecamera per l’esplorazione dell’ambiente sottomarino - che il 12 settembre scorso scese a 470 metri per verificare se nelle stive di quello scafo c’erano o no dei bidoni sospetti.

Ebbene lui parla chiaramente di due stive stracolme di bidoni, talmente piene da non far entrare nemmeno i pesci. E questa testimonianza smentisce categoricamente la Prestigiacomo e il capo dell’Antimafia perché loro dicevano che le stive erano vuote.

Ma c’è un altro dato che fa riflettere e meditare: le coordinate del punto in cui il primo Rov scese in cerca dei presunti veleni il 12 settembre scorso, sono diverse da quelle in cui è sceso il secondo Rov, sulla verticale della Catania. C’è una differenza di 3 miglia e mezzo, tra la prima nave con le stive piene e la seconda, con le stive vuote. (fonte qui).

Ormai siamo tutti d’accordo che la ’ndrangheta ha un legame profondo con lo Stato fino a non differenziarsi più. Il giudice Francesco Neri ha urlato e ribadito: "Noi accertammo l’esistenza di 27 relitti. La ricerca deve continuare!". Ma ormai gli hanno tolto tutte le inchieste che vanno in quella direzione.

Il pentito della ’ndrangheta Fonti lo stanno rendendo poco credibile oltre a non scortarlo più, e ciò è molto pericoloso perché già è difficilissimo che gli affiliati ’ndranghetisti si pentano. Così è praticamente impossibile.

Il disegno è chiaro, e la risposta dello Stato è un messaggio chiaramente mafioso: non pentitevi, tanto smontiamo tutto quello che dite!

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