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 Home page > Attualità > Politica > La lettera che invierò a Bersani

La lettera che invierò a Bersani

Quella che viene sotto è la lettera che invierò a Pierluigi Bersani. Vi chiedo di correggerla, di aggiungere parti secondo voi mancanti e soprattutto di segnalare la vostra presenza, la vostra firma. Basta che la lasciate tra i commenti, ma scrivetelo, non considererò un commento come adesione, voglio nettamente scritto tra i commenti o per mail ([email protected]) che desiderate firmare questa lettera, voglio il vostro nome e cognome, e altri dati (cap ad esempio) se li riterrete opportuni. Vi chiedo di fare girare questa lettera tra tutte le mani e penne possibili. Buona lettura e correzione.

Gentilissimo Pierluigi Bersani,
gentilissimi presso la direzione centrale Pd,
 
siamo un gruppo di cittadini e cittadine, di blogger e frequentatori della rete, che vorrebbe da lei e dal suo indirizzo politico un movimento differente, un’azione e una lettura discontinue rispetto al passato.
 
Cogliamo l’occasione della sua elezione a segretario del Pd, e quindi futuro candidato premier, per avanzarle alcune proposte, scaturite da un ampio dibattito e confronto che è stato portato avanti all’interno della rete per un anno. Ci siamo confrontati tra cittadini, di qualsiasi sesso ed estrazione, sulla questione delle pari opportunità, ognuno con il desiderio di vedere qualcosa di finalmente tangibile in tale direzione.
 
Tale desiderio scaturisce dalla semplice e banale considerazione che conosciamo bene un mondo governato dal maschilismo, o comunque "a sesso unico", un mondo dove la povertà è un difetto, dove la ricchezza è un pregio, dove non è possibile pensare con quiete al futuro dei figli, dove non esistono strutture, sogni, meritocrazia, dove il più debole perde sempre, dove la donna prende forma nell’immaginario maschile come velina, come presenza conturbante e non come essere pensante.
 
Lei saprà che le donne rappresentano solamente il 27% dei quadri dirigenziali di questo paese. Il dato scende di due punti (25%) se si considerano solo le amministrazioni pubbliche. E questo nonostante le donne rappresentino il 52,7% dei dipendenti pubblici (dati Eurispes).
 
Ci siamo chiesti se una maggiore attenzione alla questione delle pari opportunità, se il semplice cercare di combinare due pensieri differenti in una differente idea di nazione e governo potesse essere la soluzione. Ovviamente non abbiamo risposte alla domanda appena rivolta, ma solamente il desiderio di vederla affrontata in maniera tangibile. Vogliamo maggiore presenza femminile nelle file della direzione politica e governativa, vogliamo che anche il pensiero femminile possa essere esposto ai piani alti di questa democrazia.
 
Crediamo che questa presa di posizione sia indispensabile, crediamo che la forza che si definisce progressista in questo paese debba farsi carico di questa battaglia.
 
Per questo le chiediamo:
  • di inserire all’interno del regolamento del PD quote rosa ed azzurre per i quadri dirigenziali, espresse entrambe nella percentuale del 50%. La parità assoluta equivale alla mancanza di percentuali ed è l’unica reale democrazia. Inoltre, ammettendo la partecipazione femminile in eguale misura a quella maschile nei ruoli decisionali, si ammette l’inadeguatezza delle quote rosa parlamentari, decretando di fatto un salto in avanti visibile e reale nei confronti delle forze conservatrici.
  • nel caso di vittoria delle prossime elezioni da parte del Pd, una equa distribuzione dei ministeri, attribuendone rispettivamente il 50% a politici di sesso maschile ed il 50% a politici di sesso femminile.
Certi della sua lettura, speranzosi in una sua risposta, la salutiamo calorosamente, lasciandola alle illuminanti parole di Giorgio Gaber: "Secondo me la donna e l’uomo sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché è proprio da questo scontro-incontro tra un uomo e una donna che si muove l’universo intero. All’universo non gliene importa niente dei popoli, delle nazioni. L’universo sa soltanto che senza due corpi differenti e due pensieri differenti non c’è futuro".
 
Riccardo Tronci

Commenti all'articolo

  • Di rickylg (---.---.---.218) 2 dicembre 2009 10:06
    rickylg

    Personalmente sono contrario alle quote rosa, perchè si ripropone esattamente lo stesso problema odierno ma capovolto.

    Mettiamo il caso che un’ufficio pubblico abbia 10 posti, con 10 uomini molto bravi e preparati che richiedono il posto di lavoro, e 10 donne che invece non sono altrettanto preparate. Con le quote rose perderemmo il 50% di efficienza. 
    La stessa cosa, chiaramente, avviene invertendo le parti e spesso, purtroppo, avviene oggi, nella realtà dei fatti. 
    Dunque la mia proposta è quella di continuare questa battaglia per riconoscere il diritto alla parità nel mondo del lavoro per le donne, però non tramite quote rosa, ma tramite incentivi di altra maniera, ad esempio favorendo gli imprenditori che assumono donne che poi rimangono incinte. 
    In ogni caso penso sia un limite culturale il nostro, più che normativo. Dunque continuare questa battaglia meritoria è la cosa migliore si possa fare. Cambiare la mentalità di un popolo è una cosa che non avviene in pochi mesi o in pochi anni, però poi è un obiettivo che, una volta raggiunto, si mantiene.
  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 2 dicembre 2009 16:56
    maurizio carena

     scrivere a un esponente del regime? ah, ah, ah! e pensi che ti risponda o che gliene possa fregare qualcosa di te (o di me) o di qualcosa che non siano i suoi loschi interessi?
     sono basito da tanta ingenuita’.
     Fini, un post fascista, il delfino di quel sudicio fucilatore repubblichino suo mentore e tutore (politico), mi sembra piu’ "progressista" di bersani.
     bersani e’ uno che dice che B. puo’ anche difendersi DAI processi...vedi tu
     Io aggiungerei un vaffanculo a bersani. purtroppo inascoltato.

     saluti. (a te non a quel gerarca ignobile)

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