• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > La corruzione non dipende solo dai politici

La corruzione non dipende solo dai politici

La settimana Giuseppe D’Avanzo su "la Repubblica" ha scritto un meritevole articolo sulla corruzione. La tesi di D’Avanzo è semplice: la corruzione costa una marea di soldi (circa 60 miliardi di tasse in più) che potrebbero essere impiegati sicuramente in maniera migliore e più proficua. Nel frattempo la classe politica non si cura di combattere la corruzione, che infatti è considerato un reato non grave, sicuramente meno di uno scippo. Non c’è dunque nessun disincentivo a praticare la corruzione, che infatti dilaga.
 
Il motivo è semplice: dal capo del governo in giù, buona parte della classe politica è corrotta o ha corrotto qualcuno, oppure ha appoggi importanti da persone alle quali nuocerebbe una lotta contro la corruzione. Nel frattempo la corruzione non si mangia solo le risorse dello stato, non contribuisce solamente ad aumentare il nostro debito pubblico (circa 25.000€ pro capite).
 
La corruzione infatti rallenta anche la nostra economia, togliendo risorse alla ricerca, alle infrastrutture, alla sanità, mandando avanti chi già detiene i capitali (necessari per corrompere i pubblici funzionari) e non chi ha le capacità imprenditoriali e le idee per portare innovazione e sviluppo. la corruzione inoltre è il modo preferito dalla mafia per acquistare sempre più potere e per piegare le aziende che ancora si azzardano a far loro concorrenza. Si può dunque tranquillamente affermare che è la corruzione la piaga peggiore di questo paese.
 
D’Avanzo poi fa un resoconto di alcuni sondaggi che farebbero capire come gli italiani siano consapevoli dei danni e della pericolosità della corruzione, anche considerando lo stato socio-economico del nostro paese tra 20-30 anni. Non credo che questi sondaggi siano truccati, né che siano stati interpretati male, penso però che ci sia qualcosa di non detto.
 
Il popolo italiano non è innocente. Non è la corruzione che è entrata in Italia di soppiatto, senza che nessuno se ne accorgesse. E’ l’italiano che l’ha invitata, per semplificarsi la vita, per contrastare un concorrente pericoloso, per ottenere ciò che tramite le vie legali non aveva il diritto di ottenere. Non è certo dagli anni ’80 o dagli anni ’70 che si utilizza questa pratica.
 
Certo, prima di allora la corruzione non incideva molto, diciamo che era endemica, solamente in quell’epoca essa è scoppiata e si è rivelata in tutta la sua tossicità. Ma l’italiano si è inebriato di questa tossicità, la cerca, la vuole, non è capace di liberarsene. L’italiano medio condanna di certo il politico che si fa corrompere o il grande imprenditore che elargisce mazzette. Ma, al contempo, lo giustifica, dentro di sé ammette che avrebbe agito nello stesso modo se messo nelle stesse situazioni. E in effetti, è proprio ciò che fa.
 
Quante volte sentiamo parlare di quello che ha "le conoscenze" o di un altro che ha ottenuto un posto o un lavoro perchè aveva precedentemente fatto "dei favori"? Non è anche quella corruzione, forse? L’italiano accetta dunque la corruzione perchè ormai essa è diventata parte integrante della cultura italiana (come il crocifisso, del resto non fu la Chiesa cattolica a praticare per prima la grande corruzione popolare esplicita, con l’emissione delle indulgenze?).
 
Se l’italiano davvero avversasse la corruzione, denuncerebbe i casi di malversazione a cui assiste. Non avrebbe improvvisamente tolto fiducia al pool milanese di Mani Pulite quando esso cominciò a interessarsi anche dei piani intermedi oltre che a quelli più alti. Non darebbe fiducia politica a dei leader che, è risaputo, hanno fatto della corruzione una ragione di vita.
 
Difficile dunque accusare Berlusconi di disinteressarsi della lotta alla corruzione, e non solo perchè egli stesso ha costruite le sue fortune su di essa. Ma anche perchè è il suo popolo che gli chiede di non metterci mano. Senza la corruzione sono tante le grandi aziende italiane che perderebbero sul mercato, a favore di altre meno ricche ma più innovative e più dinamiche. E quelle aziende sono quelle che danno lavoro a molte persone e che garantiscono un appoggio mediatico, politico ed economico a Berlusconi stesso, oltre che al PdL.
 
Anche il PD chiaramente non schifa questo mondo. Ricordiamo bene le inchieste campane del dicembre 2008. E sappiamo bene che gli interessi del PD non sono così diversi da quelli del PdL. Dunque per sconfiggere la corruzione servirebbe un moto popolare? No, non credo molto in queste cose, il popolo è facilmente manovrabile dai "messia" alla Berlusconi o alla Grillo. Penso che serva una campagna contro la corruzione. Qualche politico responsabile, qualche fetta di società civile, qualche giornale autorevole. Bisogna fare pressione sulla classe politica, bisogna porre il problema in prima pagina, bisogna dimenticarsi di Amanda e Raffaele e parlare di più di Tanzi e Cragnotti e spiegare agli italiani come 60 miliardi delle loro tasse vengono bruciati ogni anno dalla corruzione.
 
Solo così, credo, l’Italia potrà liberarsi di questo cancro. Solo con una presa di coscienza, con una pressione nei confronti della politica. E magari premiando chi lotta la corruzione, magari favorendo chi raggiunge il successo grazie al merito e non grazie alla corruzione. Ci scommettiamo? Che non accadrà a breve.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.14) 26 novembre 2009 10:55

    E’ un vero casino, tutti contro tutti, con questo polverone di pentiti, accuse, smentite, , condanne


    assoluzioni, oppinionisti, esperti, servono solo a coprire con un velo di confusione, la realta’ del
    paese.
    Anche perche’ se condannti, accusati, sospesi, dimessi sono tutti come la fenice, rinascono dalle proprie ceneri.

    Sono proprio quelle ceneri che verranno usate per concimare uno strato di societa’ dove c’e’ favoritismi, raccomandazioni ammicamenti, amici degli amici, corruzioni, nepotismo, connivenze , ingiustizie, meritocrazia negata. MANCANZA DI STATO.

    Lo STATO deve essere presente in quella parte del paese il tempo sufficiente che la societa’ cambi dove i diritti e i doveri meritocrazia sono rispettatti dove c’e’ la giustizia,
    la partecipazione di ogni cittadino che a’ cosapevolezza di essere una parte importante nella societa’ in cui partecipa, e vive. 

    LA COMUNICAZIONE INTERNET LA STAMPA I MEDIA , Saranno i mezzi,che serviranno a quelle persone che vogliono il cambio dell’ attuale stato


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares