La Banca Mondiale chiede alla UE maggiore impegno per i Paesi dell’Est

Il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellich chiede alla UE un maggiore impegno nel sostenere l’economia delle regioni più deboli dell’Unione, ovvero i Paesi dell’Est Europa.

La richiesta è sostenuta dal fatto che la crisi si sta dimostrando molto più estesa e drammatica di quanto fosse stato stimato in precedenza. L’Est Europa risente della diminuzione d’investimenti da parte delle nazioni più ricche del continente nel comparto industriale. Inoltre l’instabilità finanziaria, i mercati azionari in picchiata e la scarsa propensione degli istituti di credito a concedere prestiti, sono tutti fattori che pesano sulle non troppo forti economie dei Paesi che per ultimi sono entrati nella UE.

Da considerare la risposta favorevole della Germania che vede nella stabilità di tutta l’Unione un fattore importante per superare più rapidamente il recente dissesto economico internazionale.

È chiaro che servano nuove regole capaci d’infondere sicurezza nei risparmiatori, traditi dal comportamento inaccettabile e dannoso di quasi tutte le banche del mondo, ma non è pensabile poter continuare con questa politica di ristrettezza del credito nei confronti delle aziende.

Bizzarramente si percepisce in tutta Europa la crescita delle società finanziarie, derivate dagli istituti di credito, dedite a concedere a chiunque prestiti ad alto tasso d’interesse con la formula “credito al consumo” mentre gli istituti di credito ufficiali sono particolarmente restii nel concedere prestiti alle aziende in difficoltà.

Avviene esattamente il contrario di ciò che sarebbe lecito attendersi. Non è certamente questa la maniera per uscire in fretta dalla peggiore crisi economica di tutti i tempi.