• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > L’Italia tra finanza e cemento

L’Italia tra finanza e cemento

Crisi, criminalità e cemento. Un trittico che compone l’universo finanziario dell’Italia moderna e che influenza inevitabilmente il perverso potere politico e la situazione sociale del popolo italiano.

La finanza si basa per lo più su denaro elettronico. Quando parliamo di crisi economica e di stipendi stratosferici nelle tasche dei manager, sostanzialmente stiamo parlando del nulla. E’ la truffa del secolo, che permette tante sperequazioni sociali e danni ambientali.

"Saviano dice solo sparate, a Parma non c’è la criminalità organizzata".

Il prefetto della città ducale Paolo Scarpis se ne uscì con questa affermazione in seguito all’intervista fatta da Fabio Fazio a Roberto Saviano andata in onda su Raitre, dopo che il celebre scrittore aveva reso noto al pubblico di un’indagine del pm Raffaele Cantone riguardante un giro di affari illeciti fra imprenditori del nord e uomini del clan dei Casalesi. Al tutore dell’ordine suonava strano il voler introdurre Parma nel contesto economico e criminale italiano, sebbene indagini e processi abbiano accertato più volte come da decenni le organizzazioni mafiose nostrane si siano allargate ben oltre i confini regionali e nazionali. E’ recente l’intervista fatta dal blog di Beppe Grillo alla giornalista tedesca Petra Reski, che nel suo libro Die Zeit, edito in molti Paesi ma non in Italia (e questo la dice lunga sulla libertà che, secondo Berlusconi, anima la nostra Nazione), ha voluto descrivere l’ondata di capitali sporchi che investe l’Europa ed in particolar modo la Germania, dove non esistono leggi contro la mafia o provvedimenti d’interdizione particolari.

Per capire subito che il sistema economico attuale risulta inadeguato, sarebbe bastato dare un’occhiata alle cifre che i clan fruttano in Italia (150 miliardi di euro l’anno), non c’era di certo bisogno della crisi per realizzare l’assurdità del principio del libero mercato. Ma si sa, la Casta politica ha un continuo bisogno di privilegi e il denaro necessario le proviene o dagli accordi sottobanco con le aziende (tangenti mascherate da consulenze) o dai patti stretti con la mafia; sicuramente non si accontentano di stipendi ed indennizzi gonfiati. Un esempio? Il governo presentò a Marzo il piano case dapprima bocciato, per essere poi approvato col consenso delle Regioni pochi giorni fa. In esso si autorizza il 20% di cubatura in più per coloro che vogliano ampliare il proprio appartamento uni-bifamiliare e che non superi i mille metri quadri, mentre per chi demolisce e ricostruisce spazi a destinazione residenziale si autorizza il 35% per cento in più. Si tratta ovviamente di un suicidio per un Paese urbanizzato come l’Italia, dove il cemento fa rima con mafia e corruzione ed è il metodo più semplice per potersi creare una solida base finanziaria (Berlusconi docet), specialmente ora che il piano prevede l’utilizzo di soldi pubblici congiuntamente con soldi privati, in caso di nuovi insediamenti abitativi. Un regalo per chi vuole speculare e che porterà tanti piccoli boss del cemento "in erba" che conquisteranno gli scranni del potere. Molti dei nostri politici sono partiti infatti col business del cemento: è giusto formare la generazione del futuro.

Un capitale illecito non lo puoi bloccare. Se lo blocchi, blocchi l’economia. Ma è un meccanismo perverso poichè garantisce l’impunità ad aziende e multinazionali che si sono macchiate di reati gravissimi. E’ stato il caso dell’Impregilo: settecentocinquanta milioni di euro di capitale sociale bloccati dalla magistratura per truffa ai danni dello Stato e traffico illecito di rifiuti. S’invoca il benessere supremo della Nazione, dunque la crescita economica et voilà, fondi sbloccati! Con tanto di scuse e di elogi da parte di Silvio Berlusconi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares