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 Home page > Attualità > Cronaca > L’Aquila, un’università dimenticata da ricostruire

L’Aquila, un’università dimenticata da ricostruire

Il ministro ci ha promesso la ricostruzione di un edificio con 16 stanze. Ma ce ne servono 5000. E di tutti questi miliardi promessi all’Abruzzo, quanto andrà all’università?”.

Sono queste le parole attribuite al Professore di Analisi Matematica dell’Università degli Studi dell’Aquila Pierangelo Marcati da un articolo pubblicato su "Le Monde" a firma di Philippe Ridet e dal titolo "L’Aquila, un’università da ricostruire".

La data dell’articolo: 27 aprile 2009.

Parole non troppo diverse nel significato da quelle disperate del Rettore Ferdinando Di Orio, in un’intervista rilasciata al Messaggero (articolo di Claudio Fazzi) il 15 giugno scorso: "Non abbiamo residenze per i tredicimila fuorisede, ma neanche per i quattordicimila aquilani costretti, durante gli esami, a dormire in auto".

Ancora più efficace in tal senso il comunicato rilasciato dall’Unione degli Universitari il 20 aprile, appena due settimane dopo il terremoto delle 3:32: "Va affrontato urgentemente anche il problema della residenzialità. Una prospettiva che potrebbe fornire risposte concrete nel giro di pochi mesi, è la realizzazione di un villaggio con migliaia di abitazioni in legno, nei pressi del Polo universitario di Coppito".

Sin dai giorni immediatamente successivi al sisma, il Rettore, i Presidi, i Professori e soprattutto gli studenti dell’Università dell’Aquila, hanno reclamato, prima ancora delle nuove sedi temporanee nelle quali insediare i corsi e le attività didattiche per l’anno accademico 2009/2010, un sufficiente numero di posti letto, di residenze, da assegnare agli studenti fuori sede dell’ateneo.

Le richieste erano molte, valide ed alternative: dalla costruzione di uno studentato pre-fabbricato alla costruzione di un numero sufficiente di moduli abitativi provvisori, dalla requisizione della Scuola della Guardia di Finanza ad una regolazione pubblica dei prezzi degli affitti.

Dalla prima richiesta di sistemazione duratura per gli studenti sono passati quasi 7 mesi. E il risultato è evidentemente impietoso: il popolo studentesco dell’Aquila, pur decimato dalle problematiche connesse al sisma del 6 aprile, continua ad essere privo di soluzioni abitative.


E per migliaia di ragazzi residenti anche a 2 ore di viaggio dal capoluogo abruzzese questo significa non essere, di fatto, studenti.

La priorità rappresentata sin dall’inizio dalle palazzine del piano C.A.S.E. (abitazioni per appena 17 mila abitanti a fronte di oltre 36 mila cittadini con case E, F o in Zona Rossa) ha comportato l’esclusione nei primi tempi da parte della Protezione Civile di ogni altra soluzione abitativa.

La rincorsa alla costruzione massiva di abitazioni in legno nelle ultime settimane sembra essere l’inevitabile conseguenza di un confronto tra le due cifre effettuato con colpevole ritardo.

L’inerzia delle istituzioni nazionali e locali ha portato il rettore Di Orio, il 28 ottobre scorso, alla scrittura di una accorata lettera di protesta in cui preannunciava le proprie dimissioni a causa dell’assenza di risposte al problema residenziale studentesco.

Una lettera che, nella speranza di smuovere le acque e scatenare un maremoto, ha invece innalzato una tiepida brezza autunnale; nella riunione tecnica tra Regione, Comune, Università, Protezione Civile e Provveditorato alle Opere Pubbliche di 4 giorni fa è emersa la seguente soluzione concordata: 200 posti letto all’interno della Reiss Romoli (già previsti da tempo), 450 presso la Caserma Campomizi e una piccola porzione da recuperare dalle 500 case mobili previste per la cittadinanza.

Residenze già assegnate, appena 450 posti in caserma e posti letto da sottrarre ai cittadini dell’Aquila.

Nemmeno 1000 posti letto da destinare ad anno accademico iniziato ad un ateneo che ne necessita di 8000, celebrati ciò nonostante con entusiasmo dal Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, che, a riunione finita, lasciava trasparire un malcelato trionfalismo.

"La scommessa dell’Università è sostanzialmente vinta. Oggi, oltre alla permanenza di iscritti e docenti e alla disponibilità delle strutture didattiche, abbiamo definito un percorso chiaro e certo per dare garanzie agli studenti in ordine agli alloggi e ai servizi".

La scommessa è vinta. Gli altri 7 mila studenti avranno probabilmente puntato tutto sul cavallo sbagliato. Le scommesse sono così.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.160) 6 novembre 2009 18:15

    Eppure gli Aquilani hanno un famoso concittadino che ad Aprile ci ha intrattenuto in TV ore ed ore sul dramma dei terremotati. Un concittadino che ha fatto moltissimo per dare "visibilità" alla tragedia. Fino a Luglio ha strappato promesse su promesse a tutti i potenti. Però si è dimenticato una cosa. Far firmare, in diretta TV, al nostro SB un "contratto" con gli abruzzesi. E’ stata una dimenticanza? Strano per uno che non dimentica di raccogliere le anticipazioni giuste per il suo ultimo libro. Sta a vedere che si è trattato di un G8 - realtà contro reality. (x altro => http://forum.wineuropa.it

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