L’amore è il marketing di Berlusconi
Il 13 dicembre Berlusconi tiene un comizio a Milano; un uomo con una statuetta del Duomo in mano lo colpisce al viso, le guardie del corpo intervengono, lo fanno salire in macchina ma, dopo qualche secondo, lui apre la portiera ed esce dall’auto, affinché i giornalisti lo possano immortalare sanguinante: l’operazione di marketing comincia.
L’immagine fa il giro del mondo e viene pubblicata sui giornali internazionali, il gradimento di Berlusconi passa dal 45 al 48%: il marketing funziona.
Poi, visto che nel marketing anche il fattore C non è da sottovalutare, pochi giorni dopo viene aggredito il Papa, quasi a voler creare una similitudine tra i due: entrambi vittime, entrambi colmi d’amore per il prossimo, entrambi capaci di reagire in maniera costruttiva.
Ma si può fare di meglio: perché non affiggere per le strade l’immagine del volto insanguinato?
A quanto pare succederà a gennaio, nel momento clou del tesseramento Pdl: secondo i giornali Berlusconi avrebbe dato il via libera ad alcuni bozzetti che mostrano da una parte la sua immagine col volto insanguinato e dall’altra lo slogan: “L’amore vince sempre sull’odio”; oppure l’immagine del suo viso con le bende e lo slogan: “Basta con le fabbriche dell’odio”.
Poi come minimo i manifesti verranno censurati perché troppo cruenti, e Berlusconi sarà vittima per la seconda volta.
Peccato che l’effetto-souvenir, se anche può avere un grande appeal a livello marketing, non sia in grado di indurre il premier ad occuparsi delle riforme di cui l’Italia ha davvero bisogno.
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