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Italia. I politici pensano al nucleare, gli italiani a l’autocostruzione del solare termico

Con il referendum abrogativo del 1987 fu sancito l’ abbandono da parte dell’ Italia del ricorso al nucleare, come forma di approvvigionamento energetico ed infatti di lì a poco le quattro centrali nucleari in Italia furono chiuse. Gli italiani sono andati avanti anche se con poca informazione con l’autocostruzione del solare termico. la classe politica, non si è mai mossa dal 1987 e vogliono tornare al nucleare.

Come al solito, nel Paese in via di sviluppo, mentre la classe politica, è proiettata al passato al punto che vogliono innovare l’Italia con le centrali nucleari, centrali bandite subito dopo la catastrofe di Cernobyl con i tre referendum di vent’anni fa (8 e 9 novembre 1987) gli italiani hanno detto no al nucleare, con una maggioranza schiacciante (l’80% dei votanti) ha abrogato le norme che permettevano la costruzione di nuove centrali e sono convinto che con la situazione ambientale di oggi, gli italiani che non vogliono le centrali nucleari sono molto di più dell’ottanta per cento che 20 anni fa abrogarono quelle leggi. 
 
Ma l’altezzosità della classe politica, non ha confini al punto che hanno approvato la legge 23 luglio 2009, n. 99, Art. 25. (Delega al Governo in materia nucleare), per riesumare un sistema di produzione elettrica, che produce veleni e dai costi elevatissimi, e considerando che l’ Uranio come il petrolio è una risorsa non rinnovabile si presume che anche questa legge non riguarda il benessere degli italiani ma solo per soddisfare le esigenze delle multinazionali i soliti amici e la classe politica è disposta a vendere la nostra salute e la salute delle generazioni future per quattro danari e quando si tratta di interessi, l’informazione libera da condizionamenti riporta solo notizie di propaganda.
 
Per fortuna, l’Italia non è fatta solo di politici che guardano prevalentemente i loro interessi, ma di cittadini che hanno a cuore il futuro del bel paese e aspirano di riportare l’Italia al rango che merita un paese evoluto e ridurre l’inquinamento per la produzione di energia elettrica. L’associazione rete per l’autocostruzione del solare termico, da anni organizza corsi dimostrativi, corsi di autocostruzione solare realizzativi, dimostrazioni pubbliche e momenti formativi per le scuole, al fine di insegnare ed incentivare la pratica dell’autocostruzione.
 
La rete solare per l’autocostruzione è costituita da un insieme di persone ed organizzazioni, dislocate in varie parti d’Italia, che si propongono di diffondere la tecnologia del solare termico della sua realizzazione attraverso l’autocostruzione. La tecnologia dei pannelli solari termici è molto semplice: si tratta di una lastra di rame, con al di sotto un pannello isolante e al di sopra un vetro, il tutto racchiuso in un telaio che li contiene e protegge. Con la autocostruzione si riesce a fabbricare un impianto efficiente riducendo fino al 50% dei costi.
 
La rete organizza corsi dimostrativi corsi pratici di autocostruzione solare, dimostrazioni pubbliche e momenti formativi per le scuole, al fine di insegnare incentivare la pratica dell’autocostruzione. Attraverso la rete si possono acquistare i materiali necessari per autocostruzione peraltro costruirsi un pannello solare, comprese le parti dell’impianto idraulico (serbatoio, gruppo; tubazioni in rame, eccetera). La rete fornisce, inoltre, consulenza alla progettazione, alla realizzazione, all’installazione degli impianti solari termici, sia per edifici unifamiliari che plurifamiliari. Dal 2003 ad oggi sono stati istallati circa 900 m² di pannelli in autocostruzione, di cui circa 270 m² attraverso i corsi pratici organizzati dalla rete i corsi di autocostruzione e le dimostrazioni pubbliche hanno visto partecipare più di 3800 persone.
 
Mi permetto di invitare la classe politica a partecipare a questi corsi, con l’auspicio che anche loro possono prendere seriamente in considerazione l’energia rinnovabile e pulita e accantonare definitivamente il Nucleare. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.190) 14 novembre 2009 19:06

    http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_1987_in_Italia

    In tema di referendum la norma prevede...
    ma non voglio stare a perdere tempo con uno che deve ancora mangiare tanta polenta prima di dire cose sensate.

    Altro discorso l’ntegrazione al riscaldamento domestico con il solare termico.

    Renzo Riva
    Via Avilla, 12
    33030 Buja - UD

    [email protected]
    349.3464656

  • Di (---.---.---.190) 25 novembre 2009 18:06

    DEDICATO AGLI ANTI-TUTTO
    ED AGLI OPERAI CHE POTRANNO COSI’ RITORNARE
    A SPERIMENTARE COME SI STAVA MEGLIO
    CON UNA FILOSOFIA DI VITA BUCOLICA E SILVESTRE

    Adesso andate a chiedere al vostro governatore antinuclearista il dr. Ugo Cappellacci come si fa a dare ad Alcoa l’energia elettrica allo stesso prezzo della Francia che produce tale energia per il 78% del suo fabbisogno con 59 reattori elettronucleari.
    Carissimi Lavoratori,
    (carissimi perché all’Alcoa in Italia costate tanto anche se in tasca vostra arriva poco)
    perché non bullonate il vostro governatore?

    Difficile vero!?
    L’avete votato voi e ve lo sciroppate.

    Mandi,
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656


    http://forum.radicali.it/content/radicali-e-energia
    Chi si deve dare pace sono il Nicola Atalmi (Pdci), Bersani, Lai e sopratutto gli operai dell’Alcoa di Marghera e del Sulcis che dovrebbero "bullonare" i sindacati tutti, per averli traditi per le esigenze dei Partiti dei quali erano la "cinghia di tramissione" del consenso e continuano ancora ad essere contro l’energia elettronucleare.

    T’ha capì caro deangelis?

    Mandi,

    Renzo Riva

    [email protected]

    349.3464656




    http://www.libero-news.it/adnkronos/view/228431

    ALCOA: LAI (PD) SCRIVE A BERSANI, EMERGENZA LAVORO IN SARDEGNA (2)

    (Adnkronos) - ’’Davanti a queste richieste - prosegue Lai - il nostro partito deve intervenire, fare sentire la sua voce e sostenere la vertenza di questi lavoratori. Per questo motivo chiediamo il tuo autorevole intervento con l’azienda e il Governo, coinvolgendo tutti i rappresentanti del Pd in parlamento, per trovare una soluzione. E’ essenziale che il Govetrno si faccia parte attiva nei confronti dell’Enel per un accordo tra l’azienda elettrica e l’Alcoa in grado di garantire a lungo termine costi adeguati e competitivi di energia e la permanenza della multinazionale nel Sulcis. Questa - conclude l’appello di Lai a Bersani - diventerebbe una soluzione duratura e capace di dare prospettiva solida all’azienda e ai lavoratori ponendo fine a quella che ormai e’ diventata una vera e propria emergenza sociale’’.



    Da: Renzo Riva <[email protected]>
    Oggetto: Emergenza costi energetici e del sistema elettrico italiano
    A: "Direttore Gazzettino" <[email protected]>, "Pordenone Gazzettino" <[email protected]>, "Gazzettino Redazione Udine" <[email protected]>, "Veneto Messaggero" <[email protected]>, "Veneto Messaggero" <[email protected]>, "Posta Il Piccolo" <[email protected]>, "Redazione Segreteria" <[email protected]>, "Friuli-vg Nuovo" <[email protected]>, "Furlane Onde" <[email protected]>, "Il Piave Redazione" <[email protected]>, "Maurizio Belpietro" <[email protected]>, "Vittorio Feltri" <[email protected]>, "Vito Monaco" <[email protected]>, "Telegiornale Rai 3 FVG" <[email protected]>, "Radio Spazio" <[email protected]>
    Data: Sabato 21 novembre 2009, 10:50

    Da pubblicare eventualmente come notizia del Nuovo PSI o lettera

    Come responsabile di Energia e Ambiente del Nuovo PSI della regione Friùli-Venezia Giulia denuncio l’immobilismo dei sindacati tutti che penalizzano i lavoratori continuando ad ostacolare il rilancio dell’energia elettronucleare indispensabile all’industria invece di richiederla a gran voce urgentemente.
    L’energia elettronucleare è la sola fonte che può cambiare la rotta dell’attuale deriva che altrimenti porterà il Paese alla bancarotta.
    La decisione assunta dalla multinazionale Alcoa per le sue unità del Sulcis è solo la punta dell’iceberg di un male che emergerà con virulenza con il disimpegno di altre industrie energivore.
    È da almeno sei anni che lancio appelli sull’allarme delocalizzazioni e sarò facile profeta di cui tutti potranno verificare le ulteriori chiusure e licenziamenti (le CIG sono solo dei licenziamenti nascosti) quando grandi gruppi industriali nazionali se ne andranno a produrre vicino ai mercati che per ora vengono definiti all’estero (Gruppo Pittini? Gruppo Fantoni? Altri?).
    I lavoratori sono i primi che pagano sulla loro pelle questo stato di cose con salari differenziati rispetto agli altri lavoratori europei.
    Pima per il fattore del costo energetico poi per i costi impropri delle "non decisioni" politiche e della macchina burocratica statale di oltre tre milioni di titolari di "sipendio a ruolo", proprio solo dei sistemi retti a collettivismo.
    Scopriremo, se lo vorremo, che fino a pochi anni fa eravamo di fatto un Paese dove si sperimentava il comunismo ricco, di tipo particolare, dove, grazie ai fattori geopolitici, in Italia si riversavano dollari in funzione anticomunista e aiuti (dollari non rubli) al partito comunista italiano confratello in funzione antiamericana.
    Oggi mutate le condizioni geopolitiche si sperimenterà il comunismo povero perché nonostante le cosiddette privatizzazioni, di fatto monopoli privati con accordi di cartello, constateremo che il lavoratore gestisce solo una piccola parte del proprio lavoro.
    L’azione liberale dell’associazione Futuragra con Giorgio Fidenato, che non assolve più come sostituto d’imposta la funzione di gabelliere per conto del fisco, porrà gli stessi lavoratori di fronte alla realtà di constatare dove vanno i frutti del loro lavoro; per altri invece solo i frutti del loro stipendio e della relativa partita di giro.


    http://www.libero-news.it/adnkronos/view/229570

    ALCOA: ATALMI (PDCI), GIUNTA VENETA ASSENTE

    Venezia 23 nov. (Adnkronos) - Il consigliere regionale veneto Nicola Atalmi (Pdci) denuncia ’’l’assenza del governatore del Veneto Giancarlo Galan e della sua Giunta all’assemblea odierna dei lavoratori dell’Alcoa di Fusina, multinazionale dell’alluminio che rischia di chiudere lo stabilimento veneziano’’.

    ’’Ancora una volta - denuncia Atalmi - nessun rappresentante politico della maggioranza di centrodestra che governa il Veneto si e’ degnato di essere presente per prendere impegni di fronte ai lavoratori nei confronti del governo nazionale e dell’Enel. Mentre in Sardegna l’istituzione regionale e’ in prima fila nel difendere i posti di lavoro dello stabilimento di Portovesme, in Veneto ne’ il presidente Galan, ne’ il suo vice Franco Manzato, ne’ l’assessore al lavoro Elena Donazzan si impegnano per contrastare il declino industriale del Veneziano e, in particolare, del polo di Marghera’’.

    Da parte sua Atalmi invita ’’i lavoratori a far sentire direttamente la propria voce a palazzo Balbi (sede della Giunta) e a palazzo Ferro-Fini (sede del Consiglio regionale)’’ e ricorda l’impegno assunto, insieme ad altri colleghi di opposizione, per far convocare una seduta straordinaria del Consiglio veneto dedicata ai problemi occupazionali di Porto Marghera.

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