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Islanda, al via il riassetto del settore bancario

 

Dopo la storica decisine della Repubblica d’Islanda d’intraprendere il cammino che dovrebbe portarla ad entrare nella UE in tempi brevi, decisione presa a causa del totale dissesto finanziario avvenuto nell’ultimo anno, l’Islanda si prepara a riorganizzare il settore bancario.

Con 1.5 miliardi di € si appresta a ridar vita ad un normale sistema finanziario e creditizio, essenziale al corretto funzionamento di uno Stato.

L’Islanda, nonostante il suo assoluto benessere precedente, è stata particolarmente colpita dalla crisi finanziaria partita dagli USA che ha portato alla bancarotta il sistema bancario dell’isola, totalmente dipendente dai grandi gruppi finanziari stranieri.

Quindi, per assurdo, una nazione così prospera, dove l’economia è basata sulla pesca e comunque sull’economia reale, è andata in bancarotta a causa dell’attuale crisi finanziaria. 

Se l’Islanda fosse entrata nella UE negli anni passati oggi non si troverebbe nella difficile, e per certi versi drammatica, condizione in cui è giunta, dato che l’Unione Europea ha dimostrato di essere un valido scudo in casi difficili come l’attuale.

Indubbiamente l’Unione di 27 nazioni, come l’attuale UE, ha maggiori capacità di manovra nei confronti di una crisi internazionale, inoltre il continuo monitoraggio della situazione da parte della Banca Centrale Europea e la sua capacità d’intervento garantiscono una certa stabilità anche in presenza di congiunture economiche e finanziarie particolarmente difficili.

In sostanza per una piccola nazione come l’Islanda è sicuramente auspicabile porsi sotto l’ala protettrice della UE ed avere la stabilità monetaria dell’Euro. 

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