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In Romania tiene Basescu, non sfonda Geoana: tra quindici giorni ballottaggio

Il referendum istituzionale è valido per un soffio: i romeni hanno chiesto un Parlamento unicamerale, ma il voto è solamente consultivo

Poco più del 53% dei romeni aventi diritto al voto si sono recati ieri alle urne per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica che dovrebbe succedere all’uscente Traian Basescu. In realtà la legge elettorale romena che disciplina l’elezione della suprema Magistratura del paese è simile a quella italiana per l’elezione del Sindaco nei comuni con più di quindicimila abitanti, per cui, non avendo nessun candidato al primo turno superato la fatidica soglia del 50% più uno dei voti validamente espressi, occorrerà ritornare tra quindici giorni alle urne per il turno di ballottaggio. Solamente allora sapremo chi sarà chiamato a guidare la Romania per i prossimi cinque anni.
 
Con il 32,8 % dei suffragi, quando è stato scrutinato circa il 90% delle sezioni elettorali, il Presidente uscente Traian Basescu partirà al ballottaggio da una posizione di forza rispetto al suo rivale Mircea Geoana che si è fermato solamente tre punti percentuali esatti più in basso, un po’ al di sotto della percentuale cui era accreditato nei giorni scorsi. Al terzo posto il leader liberale Crin Antonescu che con il 20, 35% dei voti diventa ormai ad ogni effetto l’ago della bilancia della politica della nazione danubiana. Delusione invece per il Sindaco di Bucarest, e transfuga socialdemocratico Sorin Oprescu che sicuramente ha eroso voti a Geoana ma che non ha superato la soglia del 3,3% dei suffragi, fermandosi ad una percentuale molto al di sotto delle aspettative. Avanza l’estrema destra nazionalista di Cornel Tudor che si attesta ad oltre il 5% ma i suoi voti paiono inutilizzabili.
 
Basescu ha salutato con favore il risultato elettorale di ieri affermando che “(…) i romeni hanno chiaramente indicato di voler andare verso destra e che il prossimo governo dovrà prevedere un’alleanza tra il Pdl (il partito del Presidente uscente) ed i liberali del Pnl”. Uno scenario alla tedesca, dunque, quello presagito da Traian Basescu che però, a differenza della Merkel, se vorrà spuntarla contro Geoana dovrà cedere parecchio al partito di Antonescu, magari la stessa carica di Primo Ministro. Certamente uno scenario molto gradito dagli investitori internazionali, di cui oggi la Romania ha assoluto bisogno per uscire dalla crisi economica globale che a Bucarest ha colpito duro.
 
Anche Geoana, oltre all’appoggio scontato di Oprescu, al ballottaggio avrà bisogno dei voti liberali per spuntarla e quindi chiaramente ha promesso al Pnl la formazione di un governo tricolore Pnl- Psd- Udmr, i popolari magiari di Transilvania molto forti nella parte centrale del paese, a guida liberale. A Bucarest circola con insistenza il nome di Klaus Johannis, l’attuale sindaco di Sibiu, appartenente alla minoranza sassone. Geoana, poi, forte del suo passato da diplomatico, ha rappresentato la Romania negli Stati Uniti d’America, da oggi sta particolarmente curando il proprio aspetto da moderato al fine di compiacere proprio agli investitori statunitensi e, da consumato gigione, ha reso noto al mondo intero che la sua campagna elettorale è stata curata da due consiglieri personali dell’allora candidato Obama alle presidenziali americane dell’anno passato.
 
Antonescu infine ancora non si è pronunciato circa l’alleanza che eventualmente vorrà stringere per il decisivo turno di ballottaggio. Intanto ieri i romeni si sono recati alle urne per esprimere il loro parere sulla proposta di Traian Basescu di ridurre il numero dei parlamentari romeni e di abolire una delle due camere in cui si articola attualmente il Parlamento di Bucarest. Il Referendum istituzionale consultivo è stato validato per il rotto della cuffia: ha infatti votato solamente il 50,16% degli aventi diritto. Di questi però ben più dei due terzi si sono espressi a favore sia per trasformare il Parlamento romeno da bicamerale in monocamerale sia per ridurre il numero di parlamentari, visti come una pletora di rappresentanti del popolo in buona parte inefficienti ed in sempre maggior numero corrotti. Era certamente un referendum consultivo ma del parere di un così vasto numero di romeni, abitanti soprattutto in provincia, il nuovo Presidente della repubblica non potrà non tenere conto. 
 

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