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In caso di elezioni anticipate

Urne a olorogeria. 
Forse la si dovrebbe smettere di parlare di elezioni anticipate. Esporrò le mie ragioni in poche e profumate tesi. A B. non interessa andare a elezioni anticipate, semplicemente perché, andandovi, le camere andrebbero sciolte. E lui “destituito“. E i suoi processi vieppiù accelerati, inestinguibili. La riforma monotasking sulla giustizia verserebbe in condizioni irrimediabilmente compromesse, le immunità varie non avrebbero senso (e come slogan propagandistico non varrebbero nulla), i due processi graverebbero su di lui e le procure siciliane emetterebbero l’emettibile in un tripudio di “giustizie a olorogeria”.
 

Palla alla Lega, problemi per Napo. 


La Lega, aggiungiamolo, esigerà (persi dei pezzi) un appiattimento sulle sue posizioni. Napolitano – a mio avviso – non scioglierebbe le Camere, e farebbe comunque i suoi bei tentativi esplorativi per tenere in piedi la baracca “in uno scenario conflittuale e difficile che s’allontana dai bisogni reali del paese”. Oltretutto, per tornare a bomba (ed è il caso di citare il sostantivo, date le fobie recenti) su B., non è detto che sia in grado di vincere, o meglio, stravincere di nuovo. Senza Fini. Che sì, si mette di traverso, ma di suoi ne ha sparuti (per il Riformista, 75 tra Camera e Senato).

Affinità elettive. 
Fini. A lui non dispiacerebbero, e se ci si arrivasse lo zampino ce lo avrebbe lasciato ben in vista (legge sul fine-vita? Emendamento con voto segreto?). Prendendo a metro di misura l’esatto contrario che le figurine del centrodestra affermano, il Presidente della Camera allora vedrebbe di ottimo occhio una precipitazione elettorale (“Sarebbe la fine del Pdl”, ha detto. E se lo volesse?). Schifani, che va chiamandole, si porrebbe ad antagonista. Allineandosi quindi sull’asse da sempre seguito, quello di Arcore. Feltri, che le urla, farebbe ancora da delatore di corte. E così gli altri: fate anche voi questo gioco e avrete le probabili formazioni di una partita di solo fantacalcio. Tutto vi tornerà.

Presi in giro. 
E allora cos’è questo parlare d’elezioni? Una presa in giro nei confronti degli italiani. E allora largo ai bambini che da grandi vorrebbero diventare come Belen e Corona, alla Francorosso Viaggi di Torino organizza vacanze nostalgiche rotta Hammamet per udire ancora una volta il tintinnare di monete al tramonto del Maghreb, per un altro osanna al dio Bottino. E il sindaco di Casteldelci impone il crocifisso a tutti gli esercizi che non cucinino il kebab, alcuni poliziotti fanno colletta per arrestare i pezzi grossi della mala. E la giustizia, la sua riforma e dismissione terroristica, fa il suo corso. Ci credete ancora? Credete che a B. interessi l’esercizio democratico? Può far aereggiare le bocche dei suoi, riempirgli le falangi delle due parole fatate, serrando le maglie. Stop. Si fanno perdere le tracce, con l’ultimo singulto di civiltà. Intanto Fini ci fa sapere che la sua ultima fatica l’ha edita con RCS. Ah, sapere perchè...
U’

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