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Il venti per cento della Chrysler al Sindacato. Non è azionariato operaio

Pare che il ricchissimo e potente sindacato americano dell’auto parteciperà alla pari della Fiat al ricostituito capitale della Chrysler con una percentuale del venti per cento. Questo avverrà dopo l’adesione alla proposta del Presidente Obama di un ulteriore taglio dei salari e dei diritti dei dipendenti. L’ennesimo di questo ultimo decennio. Questa scelta del Sindacato americano deve fare riflettere sul suo nefasto ruolo. Tenendo i lavoratori al guinzaglio come un accalappiacani, il Sindacato ha favorito e favorisce un vasto, doloroso e profondo processo di pauperizzazione dei lavoratori a vantaggio di profitti sempre più sfrenati delle multinazionali . In tutto l’Occidente l’impoverimento delle masse popolari è anche conseguenza delle politiche sindacali.


Oggi sbaglierebbe di grosso chi confondesse l’acquisizione della quota azionaria del sindacato UAW (United Auto Worker) con l’azionariato operaio che, in dibattiti degli anni sessanta, costituiva una risposta alla questione della gestione delle imprese. Il Sindacato non c’entra niente con i lavoratori dai quali ricava la sua ricchezza. E’ un organismo che non solo è sottratto al controllo dei suoi iscritti ma è da questi temuto. Il potere del Sindacato americano deriva dai suoi legami a volte inconfessabili con le aziende ed in genere con l’establiscement. Questi legami e una legislazione che favorisce la gestione autoritaria del Sindacato hanno isolato i lavoratori che praticamente sono nelle mani delle imprese e dei sindacati. Il processo che in Italia è iniziato con gli accordi di concertazione del 1993 negli Usa è assai più avanzato e dura oramai da oltre cinquanta anni durante i quali il welfare è stato ridimensionato ed i salari ed i contratti sono la pallida ombra di ciò che furono originariamente e per qualche decennio in cui si assicurò un relativo benessere alle classi lavoratrici.

Ho letto che la Cisl italiana parteciperà agli accordi della Chrysler e questo mi conferma nel convincimento che bisogna rafforzare l’opposizione ideologica al processo di allontanamento del sindacato dai lavoratori e dalla tutela dei loro interessi per farne un agente del capitalismo. La crescita di importanza degli enti bilaterali faranno sempre di più del contratto uno strumento di tutela e di espansione del "sindacato" spesso a danno dei lavoratori fino al paradosso di un vero e proprio conflitto di interesse tra sindacato-lavoratori per la crescente divaricazione degli interessi rappresentati.

Commenti all'articolo

  • Di morias (---.---.---.117) 18 aprile 2009 14:52

    Attenzione a non confondere l’azionariato operaio, o eventuali forme di cogestione aziendale, con la manovra che si sta tentando di porre in atto con l’accordo Fiat-Chrysler.
    La partecipazione azionaria del sindacato UAW mira solo a tutelare i crediti dei lavoratori nei confronti della casa di Detroit, per quanto riguarda il loro sistema previdenziale ed assicurativo.
    Non sono possibili paragoni tra i sindacati statunitensi e quelli italiani: la storia della loro nascita ed il loro successivo sviluppo è troppo diversa, bisogna tenere in considerazione il contesto storico ed economico che sta alla loro radice.
    Non basta attaccare i sindacati come se fossero un tutt’uno, le differenze, anche tra gli stessi sindacati italiani, sono profonde.
    Basta notare l’isolamento della Cgil negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda la riforma della contrattazione collettiva voluta da Confindustria e dal ministro Sacconi: conclusa senza la partecipazione del maggiore sindacato dei lavoratori.

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