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Il Sistema crea. Il Sistema impone. Il Sistema distrugge

Ci sono una lunga serie di contraddizioni che caratterizzano la nostra esistenza.

Contraddizioni che addirittura si contraddicono.

Un gioco di cesello. Un merletto da ricamatrice esperta. Un lavorio incessante. Per prendere da un lato. Togliere dall’altro. Anche se questo “togliere” è puramente fittizio: il Sistema più che altro, crea. Necessità non necessarie che divengono impellenti. Prioritarie. Urgenti.

Prendiamo ad esempio, il tentar di vincere somme più o meno cospicue attraverso le lotterie.

Non è di troppi anni fa una realtà che tutti ricordiamo. Di lotterie in Italia, ce n’erano due o tre. La prima in assoluto: quella di Capodanno. Si attendeva un anno intero per investire un somma da dedicare alla fortuna. Quella che se non ti avesse proprio cambiato la vita, ne migliorava l’aspetto per un po’ di tempo. C’era anche la Lotteria di Agnano. Meno seguita. E quella di Merano. Nient’altro.

Poca scelta per tentare la sorte. Al più, si giocava d’azzardo e di nascosto dalla Legge in qualche villa, casa o retrobottega.

Esisteva ancora la Legge che in Italia bandiva appunto il gioco d’azzardo. La scelta quindi non esisteva. O compravi il biglietto della lotteria, o eri parte di un sottobosco di frenetici giocatori malati e dipendenti di adrenalina data dal senso del perdere.

O ancora: l’antico gioco del Lotto. Per cui molti si sono rovinati. Ma c’era un’estrazione a settimana. E si doveva aspettare.

Come si sia giunti a ciò che viviamo oggi, si perde nella memoria di ognuno.

Si affacciò il primo timido gratta e vinci. Tutti sorpresi dal fatto che lo Stato permettesse l’emissione di una scommessa…immediata. Prese piede. Anzi: monetina. Il gesto di grattare convulsamente fa ormai parte del DNA nazionale. Un esercito di tremebondi grattatori in cerca di fortuna. Manco fossimo ai tempi di Zio Paperone nel Klondike alla ricerca delle pepite d’oro.

Al primo gratta e vinci, se ne aggiunse un altro. Poi un’altro. Un altro ancora. Fino ad arrivare ad averne talmente tanti contemporaneamente, da non capirci più nulla. Cambia solo il costo: lo Stato è così “generoso” da far giocare tutti: da chi può spendere solo una moneta da un euro a botta a chi ne spende “allegramente” a botte di dieci euro per tesserina.

L’en plein: il Win For Life. A metà strada fra gioco d’azzardo ed epidemia di follia collettiva. Una estrazione ogni ora. Un miraggio lontano quanto l’acqua nel deserto, la possibilità di vincere. Lo Stato che – addirittura – concede alle ricevitorie di restare aperti anche nei giorni canonici di chiusura: cosa non si fa per la “gioia” dei cittadini…

Intanto, migliaia di famiglie agonizzano, anche “grazie ai tanti tentativi di giocare qualche mano con la Fortuna. Che appunto è la Fortuna. E vince sempre e solo lei.

Scompare d’improvviso l’illegalità del gioco d’azzardo. Senza uno straccio di emendamento: certe “urgenti necessità” dei cittadini, lo Stato le mette come prioritarie. Ci mancherebbe altro…

E mentre gli italiani grattano la fortuna che sfugge ad ogni nuova tesserina tutti compatti e coesi come da un doppio patto di sangue con l’urgenza di sentire il brivido di seminare ogni più piccolo goccio di moneta rimasto nel portafogli, dopo che il Sistema ha “creato” la nuova genia di cittadini tutti più o meno persi e riarsi dalla febbre del gioco, puntuale sbuca la “parte buona” del Sistema.

Ecco apparire i messaggi istituzionali che si “raccomandano” coi cittadini. “Gioca…ma moderatamente, mi raccomando”… ma come: prima si fa di tutto per spandere il virus – questa si è una vera pandemia – ed aggredire la gente ad ogni latitudine del territorio, e poi, candidi come fiocchetti di neve a Natale, lo stesso Sistema “consiglia” moderazione?

Eh no. E’ un trucco. Un misfatto mascherato da Bel Paese. Un lavorio costante per far finire tutti nella rete del gioco per poi “onestamente” sconsigliarne l’uso smodato. Eh no: non ci si può stare.

E’ come sul Monopolio di Stato: prima ti fanno avvelenare e ti rendono dipendenti peggio di un tossico che forse, se va in una Comune di recupero…recupera davvero, poi ti dicono che devi – addirittura smettere – come consiglia una “simpatica” campagna promozionale del Ministero della Salute proprio in questi giorni di Natale “Fatti un regalo: smetti di fumare”.

Ah ecco. Ecco il trucco: il Sistema impone di cadere nel vizio. Ne ha ben donde. Razzola miliardi di euro fra giochi di Stato e Monopolio. Poi, addirittura, si consente persino di far la parte del “Giusto”. E quando sa perfettamente che la sua volontà è ormai garantita, ti serve su un piattino di coccio persino la sua parte “migliore”: quella del Sistema che protegge i suoi figli.

Se fossimo una Nazione di veri esseri pensanti, smetteremmo. Tutti insieme. Di tentare la fortuna ogni secondo della vita. Di ammalarci di tabagismo ed alcolismo. Di seguire le Regole di Sistema, tutti compatti – oh sì, per queste cose la Nazione è compatta – e dando un calcio a tutto, proseguiremmo per una strada che magari non ha le lucine colorate, magari non ha il sogno da raggiungere, magari è più reale. Ma proprio per questo, da seguire con passo fermo. Metodico. Continuo.

Per non ritrovarci un giorno, lobotomizzati e disperatamente incatenati alle seggiole di plastica di un Mondo virtuale. Siamo ancora in tempo…

 

 

 

 

 

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