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 Home page > Tribuna Libera > Il ritorno di Neda

Il ritorno di Neda

Sono passati solo alcuni mesi da quando Neda l’emblema della rivolta giovanile iraniana è sbocciato nel sangue di quei giorni di Primavera del 2009.

 

Oggi il Times ha deciso di eleggere Neda personaggio dell’anno 2009 a titolo di parziale rivendicazione delle calunnie diffuse dal regime iraniano, sconfessanti la stampa straniera per aver montato ad arte la sua morte, al fine di fomentare gli animi dei movimenti iraniani in rivolta.

Oggi riprendono ad arrivare le immagini di una nuova ripresa degli scontri tra il movimento di rivolta al regime degli Ayatolla e le forze dell’ordine iraniane.

Morti e feriti continuano ad alimentare il fiume di filmati che ritraggono la rivolta di Teheran, che in queste ore si riversa su Twitter e sui molti blog iraniani, nonostante i controllori del regime continuino ad operare censura su tutti i fronti.

La Tv, la stampa nazionale e locale giacciono inermi sotto il controllo del regime autoritario.

A questo punto Internet si sta rivelando l’unico strumento democratico di diffusione dell’informazione non controllabile dal Regime, questo potrebbe rivelarsi al molmento per il cruento Ahmadinejad, il tallone di Achille del regime da lui guidato.

I movimenti giovanili condotti dal leader Mousavi stanno in questo momento conducendo una lotta impari, il costo di queste azioni per raggiungere uno stato di diritto e di libertà è enormemente grande, ma nella loro consapevolezza c’è la certezza di poter raggiungere un obiettivo che ha un valore così vasto da doversi mettere in gioco ad ogni costo, pur rinunciando alla propria vita, così come Neda dovette mettere in conto.

Ed è questo un valore così profondo che dovrebbe essere di insegnamento a tutti noi attori disinvolti, oggi presi dalle letizie di un Natale frivolo, rigonfio di incontri dedicati all’arte del rimpinzarsi in ritrovi culinari, conditi dalla distonica consuetodine dello scambio di regali, assurti a simbolo di quella fratellanza che ritroviamo soltanto il giorno di Natale, ma calpestiamo per il resto dell’anno dietro alla nostro profondo egoismo.

Cerchiamo per un istante di abbandonare l’ipocrisia di questa società che ci circonda e ci propone e ci riempie dei surrogati di quella che sembra essere una società democratica e civile, ma troppo spesso ci chiude gli occhi su quelle che sono realtà difficili e che potrebbero avere maggiore attenzione.

Rivolgiamo quindi per qualche istante il nostro pensiero a questo popolo che sta versando il suo sangue per una meravigliosa causa meritevole di qualsiasi sforzo e concessione.

Ricordiamoci che noi ora stiamo vivendo questi momenti di ilare festività natalizie come inconsapevoli consumatori di quei diritti civili e di quella ‘estesa’ libertà che deteniamo ma troppo spesso non sappiamo apprezzare per i suoi contenuti più profondi.

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