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Il Principato di Seborga

Il racconto di una fiaba dei nostri giorni.

Alcuni giornali italiani, nei giorni scorsi, hanno riportato la notizia della scomparsa di un floricoltore di Seborga, un piccolo borgo medioevale di 720 abitanti, in provincia di Imperia, in Liguria. Si chiamava Giorgio Carbone e la notizia non avrebbe avuto grande scalpore se questo signore, un omone barbuto di 73 anni, non fosse stato eletto dalla popolazione del borgo, nel 1993, re del Principato di Seborga, sotto il nome di re Giorgio I.
 
Vale la pena ricordare che il Principato di Seborga, che si dichiara ancora oggi Principato indipendente ma non è mai stato riconosciuto come tale dallo Stato Italiano, è situato sulle colline della Liguria di Ponente, al confine con la Francia, e copre una superficie di circa 14 Km quadrati. Il centro storico è totalmente ultramillenario e nelle viuzze del paese si respira ancora l’atmosfera del passato. Si ammirano monumenti di notevole interesse: dall’Oratorio di San Bernardo del XIV secolo al Palazzo dei Monaci che è la sede della Zecca, al Palazzo del Governo, e così via. L’economia si basa sulla floricoltura, dato il clima favorevole, e in particolare sulla coltura della mimosa, di cui è rinomata la varietà "seborghina".
 
Le sue origini risalgono al 949 d.C. quando da antico feudo dei Conti di Ventimiglia fu ceduto ai Monaci benedettini. Nel 1079 Seborga divenne un Principato del Sacro Romano Impero e fu il primo Stato Cistercense della storia. Nel 1729 fu acquistato dal re di Sardegna con atto redatto e sottoscritto a Parigi, atto di cui però si persero le tracce non risultando essere mai stato registrato. Questa singolare circostanza ha fatto supporre che il Principato non abbia mai fatto parte del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana, inducendo i seborghini a battersi per ottenere il riconoscimento d’indipendenza dall’Italia. 
 
Nel 1660 fu istituita la Zecca, che ha coniato per trent’anni monete in oro e argento (i cosiddetti Luigini). Cessata l’attività, essa fu poi ripresa nel 1993 dopo l’elezione di re Giorgio I. Ancora oggi i Luigini circolano nel paese, ma non hanno alcun valore legale e vengono utilizzati come buoni solo all’interno.
 
Re Giorgio I fu rieletto a vita nel 1995 e fu coadiuvato nel suo governo da un Consiglio di Ministri. Nominò suoi ambasciatori in Francia, Spagna, Inghilterra e persino in Giappone. Si fregiò dello stemma e dell’uniforme storica del Principato, espose la bandiera azzurra con la croce bianca e si servì delle sue "Guardie" dalle pittoresche divise, che ancora oggi si possono ammirare. Sui francobolli è ancora impressa la sua immagine e le targhe delle auto riportano lo stemma del Principato.
 
Sembra una fiaba, ma non lo è: re Giorgio I governò per tanti anni il Principato in perfetto accordo col Sindaco di Seborga e fu molto amato dai suoi sudditi. "Una bella fiaba", ha commentato l’attuale Sindaco Franco Fogliarini, che il 5 dicembre darà, con una solenne cerimonia, l’ultimo addio al re nella Chiesa medioevale di San Bernardo, "Una fiaba nata e finita con re Giorgio I". 
 
 
 
 

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