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Il debito pubblico USA oltre i 12.000 miliardi di dollari

Nel più assoluto silenzio dei media statunitensi e di tutto il mondo, il debito pubblico USA, il 16 novembre ha toccato e superato, per la prima volta nella storia, i 12.000 miliardi di dollari. I dati relativi al debito pubblico vengono pubblicati giornalmente, attorno alle ore 14 (ora di New York) sul sito del Tesoro statunitense e si riferiscono a quelli del giorno precedente. Il debito pubblico USA continua a crescere incessantemente.

Dieci anni fa, nell’anno fiscale relativo al 2000, il debito pubblica USA cresceva, rispetto all’anno precedente, solamente di 17,91 miliardi di dollari, attestandosi a 5.674 miliardi. E’ bene precisare che l’anno fiscale USA inizia il primo ottobre e termina il 30 settembre dell’anno successivo; pertanto l’anno fiscale del 2000 va dal primo ottobre del 1999 al 30 settembre del 2000.

Nel 2001 il debito pubbico USA cresceva di 133 miliardi di dollari; nel 2002 la crescita era di 420 miliardi; poi, per cinque anni di seguito, fino all’anno fiscale 2007 il debito pubblico USA cresce annualmente di circa 500/550 miliardi. Nel 2008 raddoppia: in un solo anno aumenta di 1.017 miliardi. Nel 2009 (01/10/2008-30/09/2009), quasi un altro raddoppio: cresce di altri 1.885 miliardi.

Tutti sappiamo i motivi di questa impennata degli ultimi due anni: il denaro pubblico è servito a finanziare le grandi imprese in difficoltà. E’ stato privatizzato attraverso una semplice operazione contabile: invece di essere utilizzato per infrastrutture, educazione, sanità e case, è stato regalato alle imprese in crisi.

La ricaduta sociale di una simile politica, adottata prima da Bush e proseguita da Obama, è drammatica, con enorme aumento della povertà e dell’esclusione sociale. 
 
Quando, a fine settembre, il debito aveva raggiunto gli 11.909 miliardi e sembrava imminente lo sfondamento della barriera dei 12.000 miliardi, l’Amministrazione Obama ha cercato disperatamente di impedire che ciò avvenisse e per tutto il mese di ottobre ci è riuscita: anzi, a fine ottobre il debito risultava in discesa di qualche miliardo. Tutti gli sforzi, però, sono stati vani perché il 2 novembre, in un solo giorno, è nuovamente cresciuto di ben 81.646 milioni di dollari, arrivando a 11.974 miliardi; il 5 novembre ha superato gli 11.990 miliardi e per una settimana l’Amministrazione USA ha fatto i salti mortali per impedire che si superasse la soglia psicologica dei 12.000 miliardi. Poi, il 16 novembre, non c’è stato niente da fare: la barriera è stata superata. Era ormai impossibile riuscire a contenerla.

Sappiamo che sono state giornate di grande stress per i funzionari del tesoro statunitense che mettevano in pratica gli ordini che arrivavano dall’alto. La testimonianza è di un nostro anonimo interlocutore all’interno del Tesoro, un semplice funzionario di medio livello, che appunto ci ha informato del grande stress vissuto. Per alcuni aver raggiunto questa soglia è stata una vera liberazione. Dai piani alti chiedevano insistentemente di stringere la cinghia, ma era impossibile fermare la crescita del debito e come prospetta questo nostro informatore, adesso che è caduta la barriera psicologica dei 12.000, il debito pubblico USA tornerà a crescere ancora più velocemente. Le sue previsioni dicono che la prossima barriera, quella dei 13.000 miliardi, sarà raggiunta in pochissimi mesi, al massimo entro marzo/aprile, e per l’autunno o, al massimo, entro la fine dell’anno raggiungerà i 14.000 miliardi.

Per il nostro interlocutore, dunque, il debito USA superarà il PIL annuale entro la fine del 2010, e gli USA entreranno a far parte di quel ristretto numero di Paesi che possono vantare un debito superiore al PIL. Per la cronaca, al momento (dati di fine 2008) sono solamente 6 i paesi di questo gruppo: Zimbabwe, Giappone, Libano, Giamaica, Italia e Sudan. I possibili prossimi ingressi sono Singapore e Grecia quest’anno, il Belgio e gli USA nel 2010. Ma la crisi in atto potrebbe trascinare in questo club anche qualche altro Paese.

Ovviamente avere un debito superiore al PIL non rappresenta un problema assoluto ed irrisolvibile; l’Italia da anni si ritrova in questa situazione. Si parla però di economia in affanno quando tutto il sistema, sia il pubblico che il privato, è sommerso dai debiti: Italia e Giappone, per esempio, hanno debiti pubblici enormi, ma i privati (imprese e famiglie) hanno debiti contenuti, al contrario degli USA, in cui il settore privato ha debiti enormemente superiori al settore pubblico.

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