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Gli islandesi rifiutano di pagare il debito estero delle banche

Il presidente islandese Olefur Ragnar Grimsson (nella foto) ha deciso che sottoporrà a referendum la legge Icesave, dal nome di una delle banche islandesi fallite. La legge stabilisce i termini con i quali l’Islanda si dovrebbe impegnare a restituire al governo britannico e a quello olandese le somme che questi hanno rifuso ai loro cittadini vittime del crack della banca islandese, che aveva trovato i clienti in quei due paesi offrendo ottimi interessi, salvo poi lasciarli a mani vuote, senza interessi e senza capitale.

Una petizione firmata da oltre un quarto degli islandesi ha costretto moralmente il presidente ad indire il referendum, che ha scarse possibilità di passare, visto che oltre il 70% degli islandesi sembra dirsi contrario a rifondere i due governi. Punto fondante di tale opposizione è che gli islandesi non si sentono per niente obbligati a rifondere i danni provocati all’estero da quegli stessi banchieri che già hanno bruciato i loro risparmi e che già hanno soccorso pompando denaro pubblico nei loro forzieri indebitando a sangue il paese per il futuro.


La somma in questione equivale a dodicimila euro a testa per ogni islandese e, secondo la legge in discussione, andrebbe ripagata a rate fino al 2043, minando il bilancio pubblico oltre quanto già fatto dalla crisi e aggiungendosi alle perdite mostruose che i cittadini islandesi si sono accollati fino a oggi.

La reattività degli islandesi alla crisi è degna di menzione perché sono stati gli unici a far cadere a furor di popolo il governo impegnato nei salvataggi bancari a condizioni capestro e ora sono gli unici a rifiutare in blocco di pagare i debiti delle banche con l’estero. Un decisione che potrebbe nuocere alla reputazione delle banche islandesi, che però è ormai poca cosa.

Un comportamento che purtroppo ha trovato ben poche imitazioni, nel resto del mondo non si registrano dimissioni di massa tra i responsabili della crisi e, ovunque, le voragini provocate dalla finanza allegra sono stati riempite con il denaro che i cittadini di quei paesi dovranno ripagare negli anni a venire.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.62) 6 gennaio 2010 16:42
    Renzo Riva

    Ricordate quelli che parlavano delle scelte energetiche progressiste dell’Islanda al paragone dell’Italia?
    Ora hanno qualcos’altro da dire?
    Affangrillo a tutti loro.
    Mandi,
    Renzo Riva

    Ecco cosa scrivevo nel febbraio 2009

    Sull’idrogeno una campagna demagogica

    È demagogica la campagna sulla nuova economia islandese ad idrogeno iniziata nell’anno 1999 e che avrebbe dovuto nel volgere di un decennio equipaggiare tutte le automobili ed anche le navi da pesca con motori elettrici azionati da fuel-cell alimentati ad idrogeno.

    Ricordo pure che sul sito internet della Casa Bianca, durante il primo mandato Bush (2001-2004), imperversavano i programmi per l’utilizzo dell’idrogeno (che ricordo non essere un combustibile bensì un vettore d’energia di altra fonte) con promesse di investimenti fantastimiliardari nelle nuove tecnologie correlate sull’onda del "guru" mediatico Jeremy Rifkin.

    Oggi l’Islanda è un paese in bancarotta al pari degli Usa e più nessuno ricorda i programmi sull’idrogeno.

    È da notare che l’idrogeno si poteva sviluppare convenientemente solo col procedimento di termoelettrolisi e che può essere convenientemente ottenuto solo con l’energia termica ed elettrica di fonte nucleare.

    Spero che la nuovo primo ministro islandese non venga ricordata solo per la sua dichiarata omosessualità bensì per aver messo ordine nella "pazzia" collettiva generatasi nel suo Paese nello scorso fine secolo.

    Renzo Riva

    Comitato italiano rilancio nucleare - Buja (Udine)





    Il Gazzettino


    Mercoledì 4 Febbraio 2009


    il quotidiano del NordEst


    LA PAROLA AI LETTORI


    Pagina 11  (PG11)


  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.6) 6 gennaio 2010 19:30
    Damiano Mazzotti

    L’energia non è collegata alla crisi bancaria e finanziaria...

    Le Banche inglesi e olandesi hanno fattto le furbe è hanno portato avanti degli affari truffaldini.... Mica si rifondono i debiti ai "bari"... I bari si svergognano davanti a tutti e si mandano al loro paese...

    Sarebbe ora che ci svegliassimo anche noi... Ma ci sveglieremo quando saremo in una situazione simile alla loro...

  • Di pint74 (---.---.---.102) 6 gennaio 2010 19:51
    pint74

    L’esempio islandese dovrebbe essere seguito da tutte le nazioni.
    Le banche ci stanno letteralmente rovinando giocando la "carta" del debito.
    I governi,per ora,si sono dimostrati schiavi di questi "signorotti".
    La reazione contro questo stato di cose deve partire dal basso,da noi.
    Finchè dormiamo nulla cambierà mai.

  • Di (---.---.---.105) 6 gennaio 2010 23:50

    Siete certi che la banca centrale islandese non abbia alcuna responsabilità per l’emissione dei titoli del debito pubblico?

    Agli speculatori finanziari che giocavano sui differenziali dei rendimenti non possono essere addebitati comportamenti scorretti; responsabile delle regole e dei tassi era la banca centrale.
    Il mio testo riportato sopra voleva evidenziare i comportamenti politici nel dare soluzioni "miracolististiche" puntualmente non avveratesi per l’insipienza, per non dire di peggio, di chi esercitava istituzionalmente il potere e quindi ne era il responsabile.
    Chiamare a correo le banche estere che non avevano responsabilità nelle istituzioni finlandesi è solo falsità, prima che politica, ideologica.
    Mandi,
    Renzo Riva
  • Di Mazzetta (---.---.---.68) 7 gennaio 2010 00:04
    Mazzetta

    il caso si riferisce a perdite di investitori privati in conti e titoli privati, il debito pubblico islandese è garantito e nel caso non si parla di debito pubblico, per garantire il quale non c’è bisogno di nessuna legge, nemmeno in Islanda

    qui si parla dei correntisti esteri di una banca islandese, già risarciti dai rispettivi governi, non c’è nessuna chiamata di correo per le banche estere in ballo ( e nemmeno c’entra la Finlandia ;)
    Inglesi e olandesi che hanno perso soldi con Icesave sono già stati risarciti dai rispettivi governi

    Caro Riva, non mi stupisco che con un tale grado di approssimazione si possa finire a rappresentare un comitato per il rilancio del nucleare, un posizione che a mio parere si può sostenere solo se si hanno interessi diretti o se non si è capita bene la materia

    saluti

  • Di (---.---.---.105) 7 gennaio 2010 00:48

    Il mio dire non si riferiva direttamente al caso di specie riportato tant’è vero che mai mi sono riferito al caso descritto.

    Piuttosto mi premeva porre in relazione ai loro derivati la bancarotta dell’Islanda che parallelamente è originata dagli stessi rappresentanti istituzionali.
    Che poi si voglia fare esercizio di antinuclearismo ciò dà la misura di quanto incida il fattore ideologico nel vedere quello che non ho mai scritto.
    Mandi,
    Renzo Riva
  • Di (---.---.---.68) 7 gennaio 2010 01:22

    Ho capito che il suo intervento era assolutamente fuori argomento (ot) e che è stato proprio "il fattore ideologico" ad animarlo, questa sua replic fa sorridere :D


    Ho reagito con fastidio al suo usare lo spazio dei commenti per pubblicizzare un suo punto di vista firmato in qualità di rappresentante del "Comitato italiano rilancio nucleare - Buja (Udine)

    Capirà che è stato lei a infilare un tema (la concorrenza tra idrogeno e nucleare) che niente ha a che fare con l’articolo, se non che si parla d’Islanda e che l’Islanda ha sostenuto un piano che promuove l’uso dell’drogeno

    Poi ha ribadito per legare ancora una volta la questione alle "soluzioni miracolistiche" e quindi ri-prendersela implicitamente con l’idrogeno, (che non è argomento di discussione) attraverso la condanna dei "rappresentanti istituzionali" che l’hanno offesa supportando l’idrogeno, che abbiamo capito non le piace

    Per farlo ha parlato di titoli del debito pubblico, che sono materia diversa da quella discussa nell’articolo, ma l’Islanda non è fallita nemmeno perché "i dirigenti" abbiano fatto follie con il debito, al contrario, quindi oltre ad andare fuori tema ha aggiunto notizie false sul tema

    l’economia islandese è implosa a causa dei CDO, credit default swaps, ormai famosi, Icesave invece era "ovviamente" una banca online che è fallita ingoiando depositi e investimenti dei clienti esteri che ora gli islandesi dovrebbero rimborsare pagando pure il 5.5% d’interesse, ora che i prime rate sono prossimi allo zero

    per convincere gli islandesi sono già arrivate velate minacce britanniche e l’annuncio svedese che la seconda tranche del prestito all’Islanda nel quadro del salvataggio organizzato dall’imf potrebbe essere messa in discussione se l’Islanda rifiutasse di pagare tutti i danni combinati dalle sue banche

    Far notare una tale incongruenza dei commenti e un comportamento del genere non ha nulla di ideologico, semmai attiene alla netiquette, che le consiglio di ripassare prima di offendere chi le fa notare che non è il caso. 

    ’notte

     
  • Di Renzo Riva (---.---.---.223) 7 gennaio 2010 15:41
    Renzo Riva

    Vogio abusare di questo spazio .
    Chi sottoscrive i contratti di operazioni finanziarie se ne accolla i rischi oltreché gli eventuali alti proventi.
    Bond argentini, Cirio, Parmalat, Finmek ecc. sono il risultato combinato di clienti beoti e sportelli bancari truffaldini.
    Devo anche spiegare il perché dei termini "beoti" e "truffaldini"?
    ...continuiamo ad essere un Paese di incoscienti che pretenderebbo di perpetuare il proprio benessere, raggiunto con il sacrificio di chi ha duramente lavorato (in Italia oggi si ha un tasso di utilizzazione della forza lavoro del 39% contro il 48% della media europea) e non ci accorgiamo della fossa che ci stiamo scavando sotto i piedi.
    Non abbiamo nemmeno sentore che i prodotti che noi mangiamo sono costituiti per l’80% da costi energetici e finanziari.
    Sembra che la produzione d’energia elettrica e del problema energetico che attanaglia il Paese non costituisce un problema per gli italiani.
    Un triste risveglio attenderà tutti: sia gli ideologisti ecologici, sia chi non vuole interessarsi al problema e sia chi come me, "Cassandra" di turno, grida inascoltato al pericolo ormai immediato.
    Mandi,
    Renzo Riva

  • Di Renzo Riva (---.---.---.223) 7 gennaio 2010 16:44
    Renzo Riva

    Correggo
    Sembra che la produzione d’energia elettrica e del problema energetico che attanaglia il Paese non costituisca un problema per gli italiani.

    Non ho nulla contro l’idrogeno purché non lo si definisca un combustibile.
    La maggioranza della popolazione non sa nemmeno cosa significhi "vettore d’energia".
    S’immaginano che lo si ritrovi in giacimenti e non che serve energia termoelettrica, non poca, per produrlo.

    Renzo Riva

  • Di Renzo Riva (---.---.---.89) 10 gennaio 2010 17:35
    Renzo Riva

    DI COSA SI PARLAVA?

    http://borgomeo.blogautore.repubbli...

     
    7
    DIC
    2009
    Addio auto a idrogeno
     

    Sorpresa: l’auto a idrogeno è morta. L’annuncio è stato dato da Bmw un po’ in sordina, così come da sempre avviene nel mondo dell’auto.

    La clamorosa notizia è uscita in un’intervista ad “Handelsblatt” da parte del responsabile del gruppo automobilistico tedesco per lo sviluppo di questa tecnologia. “Per ora non ci sarà una flotta di prova di motori alimentati ad idrogeno”, ha detto Klaus Draeger.

    Con questo, la casa automobilistica bavarese, segue le orme della Volkswagen, che aveva già abbandonato i motori alimentati a idrogeno e la tecnologia delle celle a combustibile, ritenuta inadatta per l’uso diffuso.

    COME SI ERA GIA’ DETTO MOLTI ANNI FA!

    Mandi,

    Renzo Riva

    [email protected]

    349.3464656

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