• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Fuga da Dubai, la spia francese sequestrata dallo sceicco di (...)

Fuga da Dubai, la spia francese sequestrata dallo sceicco di Dubai

Herve Jaubert è un ex agente dei servizi segreti francesi, il DGSE. Nel 1993 lascia il servizio attivo e si trasferisce in Florida, dove apre una società che costruisce piccoli sottomarini a scopo ricreativo. Nel 2004 Ahmed bin Sulayem, amministratore delegato di Dubai World, società di investimenti connessa direttamente al governo, lo invita a lavorare nell’emirato. Dubai World sta sviluppando grandiosi parchi a tema e Jaubert diventa amministratore delegato di una delle società di Dubai World, la Exomos. L’ex agente segreto, che è anche un ingegnere navale, deve costruire sottomarini a scopo turistico. Nel 2007 Jaubert viene interrogato e minacciato di tortura da parte della polizia che pensa sia un killer a pagamento e un mercenario. La fortuna di Jaubert cambia da un giorno all’altro. Viene accusato di aver derubato Dubai World. La somma è di oltre 3 milioni di dollari.

Gli viene sequestrato il passaporto ed è interdetto da qualsiasi attività. Jaubert replica accusando il sistema corrotto di Dubai che con la sua caccia agli occidentali, copre i suoi enormi dissesti finanziari. Jaubert manda via la famiglia da Dubai e comincia a progettare la sua rocambolesca fuga. Si fa mandare attrezzatura da sub dalla Francia. Ripara fuori dall’emirato di Dubai, a Fujairah, e si nasconde in un hotel. Controlla le spiagge più nascoste, finché non trova quella adatta alla sua fuga. La notte prima della fuga, sabota anche l’unica barca della guardia costiera presente in zona. Vestito da donna, con un burqa, Jaubert riesce ad evitare qualsiasi controllo e raggiungere il mare dove con un gommone raggiunge le acque internazionali. Lì, un amico ed ex collega, lo raccoglie e dopo otto giorni di mare raggiungono Mumbai. Poi il ritorno in Florida. Ad oggi un tribunale di Dubai ha condannato Jaubert in contumacia a cinque anni di carcere. Dubai World ha inoltre avviato una causa nello stato della Florida per difendere le proprie ragioni. Ad ottobre uscirà il libro di Jaubert che racconterà tutti i retroscena della fuga.
 
Perché ha fornito i dettagli della sua fuga?
“Come hanno detto molte persone, la mia fuga è stata sensazionale. Tutti quanti pensano che è impossibile viaggiare senza passaporto, figurarsi scappare via mare. Non per una persona come me. Ho fornito tutti i dettagli per farne un resoconto affidabile e soprattutto che si potesse verificare, rimuovere tutti i dubbi fornendo fatti. Incidentalmente è anche una sfida per la polizia che deve affrontare la possibilità che altri provino a ripetere la stessa via di fuga. Da che sono fuggito, Dubai ha stabilito nuove leggi per la navigazione. Ora, ogni barca deve installare a bordo un segnale di tracciamento, così che la Guardia Costiera di Dubai può trovare ogni barca in qualsiasi momento”.
 
Il Washington post, analizzando la sua storia, ha sottolineato che è in atto una sorta “di caccia” all’occidentale a Dubai. Incolparli di frode, truffa, coprendo i deficit finanziari propri dell’emirato.
“Gli occidentali sono i capri espiatori delle società commerciali presenti a Dubai. Incolpano le persone che loro hanno messo in carica in queste società. Dubai vive di soldi prestati: errori colossali e spese selvagge hanno prodotto enormi buchi. Ed hanno fatto sì che la colpa ricada sugli occidentali”.
 
Dubai World le ha fatto causa direttamente negli Stati Uniti. Sembra il comportamento di qualcuno che sente di avere assolutamente ragione nelle accuse che le rivolge.
“La loro azione legale è solo la risposta alla mia azione legale intentata contro di loro. Tutte le loro accuse sono false, e così avrò la possibilità di dimostrarlo in un’aula di tribunale”.

 
Qual è il reale livello di controllo della polizia a Dubai, è così stringente come molti suggeriscono?
“La polizia controlla e monitora tutti: attraverso i passaporti e i cellulari. Ogni qual volta qualcuno prenota un hotel, affitta una macchina, sottoscrive un servizio telefonico, affitta una casa, le informazioni vengono mandate direttamente alla polizia. Questo perché così possono sapere in tempo reale dove si trova ogni persona, che macchina sta guidando, che numero di cellulare usa. Se c’è un problema, anche il più ridicolo, loro possono rintracciare in un attimo la persona che gli interessa”.

 
La sua fuga è veramente incredibile, qual è stato il momento più difficile da affrontare?
“La parte più difficile è stata sopravvivere a Dubai senza il mio passaporto. Non potevo cercare un lavoro. Era stato allontanato dalla mia casa e non poteva sostenere la mia famiglia, non potevo affittare un’altra casa. Il mio arrivo in India è stato complicato, perché non avevo il passaporto e non avevo il visto. Ma avevo un piano che ha funzionato, e non ho avuto grossi problemi. E’ stato solo problema burocratico alla fine. La parte più difficile, è stato nascondersi e sopravvivere a Dubai, perché la polizia ha moltissimi mezzi e modi per rintracciarti attraverso le tue attività quotidiane”.

In questi giorni si parlava di un possibile attacco contro il Burj Dubai il grattacielo più alto al mondo nda) cosa ne pensa?
“Non ho letto nulla in merito. Comunque, sia il terrorismo che la criminalità organizzata, hanno poca possibilità di sopravvivere a Dubai, il controllo è strettissimo su tutto e tutti”.
 
Lei è un ex agente dei servizi segreti, dal suo punto di vista quanti servizi segreti operano a Dubai?
“Io penso che ci siano tutti a Dubai. L’emirato è vicino a zone di grande interesse economico, geo-politico e strategico. Ma credo che sia una piattaforma di osservazione, organizzazione e pianificazione, piuttosto che di attacchi diretti tra diverse fazioni”.
 
Qual è la cosa più spaventosa per lei a Dubai?
“La prigione a vita per un presunto debito non pagato. Se finisci in prigione per un debito, rimani incarcerato fintanto che il debito è pagato, indipendentemente dal tempo che hai già trascorso in prigione o se hai scontato tutta la condanna”. 
 
Qual è il futuro di Dubai?
“L’oblio e il controllo di Abu Dhabi”.

Fonte: http://www.arabianbusiness.com/5603...

http://www.washingtonpost.com/wp-dy...



Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.150) 16 settembre 2009 21:16

    Avevo letto delle persone, dei lavoratori reclutati con l’inganno, un po’ come avviene anche qui da noi, cui viene sequestrato,appunto, il passaporto, e costrette a lavorare giorno e notte, sotto ricatto. Ora scopro questo altro aspetto. Ho sempre avuto paura di lavorare con loro, da quando sequestravano o facevano sparire i container pieni di merce.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares