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Fenomenologia della raccomandazione. (O del “Sistema”)

Un modesto tentativo di analisi della nostra struttura sociale.

La raccomandazione è un rapporto. E’ un sistema di potere. Affermava Max Weber che il potere esiste in quanto c’è chi obbedisce ad esso. Non è un vincolo imposto dall’alto, né una forzatura. A volte è cultura. La cultura dell’essere chini. La cultura della parola che travalica i bordi di un discorso compiuto e sensato nell’atto di chiedere il favore, il sudore in volto di chi chiede con ansia come è andato un concorso sapendo di esser stato “segnalato”. L’ignavia.
L’origine di tale istituto ha radici antichissime. Persino nell’antica Roma c’erano dei signorotti che seguivano il patrizio di turno da mattina a sera, venerandolo, sperando di entrare nella sua cerchia. La raccomandazione è una struttura. Se crolla la struttura forse crolla la società che noi stessi abbiamo creato. Le persone che diventano macchine sputasoldi. La società delle cash-people. Dagli occhi usciranno gettoni e non più lacrime. Dalle vene non più sangue ma banconote. L’anima, che non esisterà più, verrà riempita di assegni a vuoto che ci consoleranno. Saranno la nostra speranza. Dai muri delle università echeggeranno parole di giudizio intrise dell’aroma degli euro appena sfornati dalle banche. “Lui si, lui no”.
Dietro il sì il puro godimento fatto di un orgasmo provocato dall’avvolgimento dei 100 euro sui propri sessi. Minerva non proteggerà più i saperi costituiti come virtù, ma saperi edificati alla maniera di produrre cash. Escrementi e cash insieme, magari, saranno le opere di artisti considerati da tutti i nuovi futuristi. Le strade saranno piene di procacciatori. Di affari, di elemosina, di prossimi culi da leccare. Ed io ti sarà amico solo se tu hai per amico l’amico giusto, quello che magari ha già imparato ad usare la lingua come tappeto e conosce lui, il capo dei patrizi, il capo dei capi, l’influente. Colui che tutto move e niente sogna. Perché si è già giocato l’anima all’ippodromo prima di diventare l’influente. E allora, a quel punto, ci saranno accademie che spiegheranno alle aspiranti cash-people come si coltiva un’amicizia. Con i fertilizzanti e i diserbanti, forse, e non più con le proprie passioni. Quelle le potrete trovare al museo dell’antica società. Dove per entrare dovrete sborsare 15 euro. 8 euro per i militari e gli over 70. Ivi saranno rinchiusi i reclusi, i reietti, i disadattati o semplicemente coloro che non si sono mai piegati al “Sistema”. A loro verranno date due volte al giorno delle compresse che essi stessi hanno richiesto. Sugli scatoli dei medicinali loro forniti, ci sarà scritto “Utopia”, “Speranza”, “Passione”. Forse moriranno lì. Forse non diventeranno mai delle cash-people, ma almeno la notte riuscivano ancora a sognare e dai loro occhi usciva ancora persino quello strano liquido salato. Sulle loro gabbie c’era un cartello ingiallito dal tempo. Sopra una scritta. “I Resistenti”. Un inno alla vita.

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