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Economia cinese: senza fretta, senza paura

Perché la Cina si è fermata?

Sembra una domanda assurda oggi, negli anni in cui il Dragone corre e sembra voler riprendere la leadership mondiale. Ma fu la domanda di una vita, la “Needham question“, come la definisce Simon Winchester in The man who loved China.

Joseph Needham (1900-1995) era un brillante ed eccentrico biochimico di Cambridge. Socialista (e poi comunista), nudista, cristiano anticonformista, danzatore folk e sposato secondo la formula del matrimonio aperto, diventò sinologo per amore della giovane ricercatrice di Nanchino Lu Gwei-djen, negli anni Trenta.

Fu lei a “donargli” la Cina. Winchester ci racconta il percorso che portò Needham a concepire Science and Civilisation in China, l’opus magnum che scaturì da quella domanda e, più in generale, dal suo travolgente amore per il Celeste Impero.

Dunque, perché la civiltà che fino al nostro Rinascimento aveva prodotto la maggior parte delle invenzioni che a torto crediamo nostre -dall’abaco alla carta, passando per polvere da sparo, bussola, timone, fertilizzanti, sismografo, etc- a un certo punto si ferma?

Needham non trova la risposta
. L’opera, inizialmente concepita in un volume, ha ampiamente superato la vita biologica del suo creatore ed è ora al 24° tomo.

Altri se lo chiedono. C’è chi sostiene che il mancato sviluppo di una borghesia mercantile abbia impedito alla Cina di conoscere lo spirito concorrenziale e quindi la volontà di innovare per competere.

Chi sottolinea invece il fatto che gli intellettuali sono sempre stati fagocitati dal sistema degli esami mandarinali e quindi dal sapere letterario piuttosto che da quello tecnico-scientifico.



Altri ancora credono che la solidità e uniformità del grande Impero non lo spinse più a inventare come invece fecero gli Stati europei per superarsi a vicenda (con i cannoni piuttosto che con le tecniche di navigazione).

La Cina insomma smise di “provarci”. Aveva inventato ciò che le permetteva di rendere la vita più bella e facile, le mancarono nuovi stimoli.

“Quindici maggiori invenzioni al secolo”:

La Cina ha prodotto così tanto e così in fretta -osserva Winchester- che ha maturato un senso di superiorità e autosufficienza che la condurrà alla decadenza in epoca Qing.

Ma oggi, lo stesso senso profondo e condiviso della propria centralità nel mondo sta restituendo alla Cina il ruolo che le compete. Non è banale nazionalismo, è -con Winchester- ciò che fa la Cina.

Il Dragone produce e innova anche grazie alla ritrovata ricchezza. E forse, vista da Oriente, la Needham question è tutto sommato trascurabile: cosa sono tre o quattro secoli di decadenza di fronte a una storia di millenni?

Nel deserto del Gobi, a Jiuquan, uno dei luoghi che Needham visitò nei suoi viaggi, c’è oggi il centro spaziale cinese.

All’ingresso della città campeggia un enorme cartello, in cinese e inglese: “Senza Fretta. Senza Paura. Conquistiamo il Mondo“.

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