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E’ in arrivo la grande crisi. Quella vera

Uno sguardo al crollo di Dubai da Caracas.

Chi pensa che la grande crisi sia già arrivata e magari da’ credito alle voci di coloro che gridano che ormai il peggio è passato, si sbaglia di grosso!

Oggi in USA è il giorno del ringraziamento ed è festa: tutte le banche, le borse e gli uffici finanziari sono chiusi. Domani, venerdì, molti faranno ponte in vista del sabato e della domenica. Quattro giorni di quasi totale chiusura delle attività finanziarie. Se non ci fosse stata questa festività, oggi avremmo assistito ad un grande tracollo di Wall Street o, per meglio dire, Wall Street si sta salvando dal tracollo solo perché è chiusa per festività! La storia si ripete. Corsi e ricorsi che ritornano. Lo schema della crisi odierna continua ad essere quello della crisi del 1929-1933.

In queste ore è arrivata la notizia bomba della crisi della Dubai World (famosa per la sua controllata Nakheel, quella che ha costruito in pieno golfo l’Isola delle Palme), la finanziaria di uno degli stati più ricchi del mondo, gli Emirati Arabi Uniti. La Dubai World ha chiesto ai suoi creditori una moratoria di sei mesi, ossia ha chiesto di sospendere i pagamenti dei debiti, perché ovviamente non è in grado di pagare. I creditor, in parole povere, non hanno molte alternative: accettare o dire addio a una parte consistente dei soldi prestati, che ammontano a circa 59 miliardi di dollari, che non sono degli spiccioli.

La crisi arriva in Paradiso!

Questa finanziaria degli Emirati Arabi Uniti è proprietaria di una parte delle azioni della London Stock Exchange LTD, la Borsa di Londra e di conseguenza anche della Borsa Italiana, fusasi con la prima. Non solo: i principali creditori della finanziaria (Royal Bank of Scotland, Barclays, Hsbc, Lloyds e Credit Suisse), quelli che rischiano di perdere i 59 miliardi di dollari che le hanno prestato, sono quotati appunto alla Borsa di Londra. Oggi, con la chiusura di Wall Street, la Borsa di Londra è stata punto di riferimento mondiale: se crolla, crollano pure le altre.

Le banche creditrici sono ovviamente tutte in forte discesa; fortunatamente il panico è stato arginato grazie ad un provvidenziale guasto tecnico che ha messo fuori uso la Borsa di Londra per varie ore. Solo questa festività forzata di alcune ore è riuscita a limitare il crollo.

Guasti tecnici provvidenziali e festività sono eventi che appaiono magicamente a salvare dai crolli; peccato che abbiano solo effetti momentanei. Il crollo sarà inevitabile.

Ricordiamo ancora che tra le principali banche creditrici di questa finanziaria araba ci sono HBOS e Royal Bank of Scotland, che all’indomani del crollo della Lehman Brothers furono segretamente salvate da un provvidenziale intervento della Banca d’Inghilterra che concedette loro prestiti segreti per 62 miliardi di sterline, un centinaio di miliardi di dollari! Il tutto per evitare il panico e il crollo generale del sistema. La notizia è stata rivelata proprio oggi da Swissinfo (1).

Parlavamo dei corsi e ricorsi storici e della crisi del 1929. Nel 1933 il nuovo presidente USA, Franklin Delano Roosevelt (in carica dal 4 marzo 1933 al 12 aprile 1945), subito dopo aver assunto l’incarico, nel bel mezzo della grande depressione, inventò una festività bancaria di 4 giorni, ossia per quel lasso di tempo le banche rimasero chiuse e i clienti non potettero prelevare i risparmi. Alla fine della provvidenziale lunga festività, quando le banche riaprirono, oltre 2000 continuarono a fare festa, ossia non aprirono mai più: erano fallite, e il provvidenziale intervento di Roosevelt è riuscito ad impedire che i clienti ritirassero i loro risparmi (2). Oggi siamo nella stessa situazione: banche e borse chiuse negli USA e l’annuncio dell’immenso crack proprio durante la lunga provvidenziale chiusura.

Se l’annuncio del default di Dubai fosse intervenuto con Wall Street aperta, qui si sarebbe diffuso il panico, che si sarebbe subito propagato a tutto il mondo, perchè Wall Street è la borsa di riferimento mondiale: crolla lei, crollano tutte le altre borse.

Pensare che l’annuncio del default della Dubai World nel giorno della chiusura di Wall Street sia solo semplice coincidenza è una cosa che ovviamente può credere solo chi crede a Babbo Natale e coloro che gridano alla fine della crisi.

La crisi non è passata, anzi: la vera crisi sta per arrivare, e arriverà perché al contrario di quanto hanno voluto farci credere, il vero motivo della crisi sta nella caduta del saggio di profitto delle imprese, ed analizzando i dati dell’economia USA del terzo trimestre (quello in cui c’è stato un lieve rialzo del PIL che ha fatto gridare alla fine della crisi) il saggio di profitto delle imprese continua a cadere.

Fonte: Attilio Folliero 

Note

(1) SwissInfo 

(2) Per approfondimenti sul tema dei provvedimenti di Roosevelt consiglio il blog “Informazione scorretta”. 

Commenti all'articolo

  • Di Maria Lutero (---.---.---.232) 28 novembre 2009 12:52

    ottimo articolo!

  • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.36) 28 novembre 2009 21:47
    Giuseppe Caglioti

    Rispetto la sua opinione, condivido alcune cose da lei dette nell’articolo, come il fatto che la vera crisi deve ancora arrivare, anche se secondo me, analizzando bene la vita dei censi bassi, è già arrivata, con poco impatto mediatico però.
    Questo la dice lunga, la crisi è stata soprattutto una crisi mediatica, cioè innescata dai media.
    E non ci si deve ingannare, se alcune aziende hanno licenziato e continuano a farlo. Probabilmente buona parte di queste stanno solo cercando di portare all’estero stabilimenti e produzione per migliori profitti, sfruttando la crisi.
    Una domanda: in Italia le banche non erano esposte come in America, perchè sta avvenendo tutto ciò? Speculazione, di vario genere ed in vari campi.
    Quello che sta succedendo a Dubai è solo un aspetto dell’economia degl’investimenti mondiali, ci sono altri nuclei economici che controbilanciano la politica degli investimenti bancari.
    La prova è questa: ieri le borse hanno aperto in netto ribasso in accordo alle perdite precedenti, ma nella mattinata hanno ripreso terreno ed hanno chiuso con brillanti performance oltre l’1%, anche grazie a rassicurazioni, mentre le borse USA chiudevano in ribasso.
    E’ vero che alcune banche europee sono esposte, ma Dubai non è il mondo, ed è anche vero che nessuna politica bancaria fonderebbe tutta la sua politica investittiva su un solo polo ed un solo Stato.
    E poi un’altra cosa su cui dissento, il Thanksgiving Day non è stata una festività, come quelle create ad adiuvandum da Roosvelt, voluta ad hoc per controbilanciare e annullare questa crisi in fieri, era già stabilita e non era provvidenziale.
    Insomma, benchè la crisi ha da manifestarsi ancora con più crudezza, non credo che questo avverrà perchè la Dubai World ha chiesto una moratoria di sei mesi.

    Cordiali Saluti

  • Di poetto (---.---.---.190) 28 novembre 2009 23:32

     

    La crisi è già arrivata, solamente che i media non danno eccessivo spazio alla cosa.

    Solo poche trasmissioni tivu’ e pochi giornali riescono a scavalcare lo scudo di disinformazione, anzi di mancanza di informazione.

    Allora, in quei rari casi, vediamo che la realtà economica italiana è in crisi, vediamo che le giovani coppie non riescono più a trovare casa, vediamo che il precariato sfrenato vuol dire che le aziende, in tempi di crisi come questa, possono eliminare la “zavorra”, che per loro sono i dipendenti da mandare a casa, senza rimetterci nulla.

    Parlando con persone che fanno i più svariati mestieri, mi sono sentito dire che la difficoltà economica di questo periodo è notevole.

    Gli ammortizzatori sociali riescono a mitigare solo in parte la difficoltà del paese.

    Una cosa è certa, questa crisi è stata prima negata, poi, non si sa come, visto che per il governo non esisteva, è stata dichiarata superata.

    Appare, dunque, evidente, la voglia di nascondere la realtà dei fatti e far credere che tutto procede nel miglior modo possibile.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.89) 29 novembre 2009 10:49
    Damiano Mazzotti

    I guasti tecnici potrebbero essere un modo indiretto di intervenire senza destare preoccupazione...

    I servizi sgreti brittannici sono molto abili... Il sistema che crollerà sarà principalmente il sistema finanziario parassitario britannico e loro si stanno oppenendo con tutti i loro mezzi...

    Ma non si può fermare l’onda della storia: tutti quei debiti americani, arabi e cinesi (che raccontano un sacco di balle nelle loro statistiche), non possono ripagarli nemmeno due generazioni umane... Un mondo intero sta crollando e forse uno migliore lo sostituierà se avremo la forza di non usare più le armi tra di noi esseri umani..



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