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Dopo l’H1N1 arriva l’influenza suina H3N2

Mentre si inaspriscono le polemiche sullo scandalo "suina" e molti iniziano a puntare il dito contro l’OMS e le aziende farmaceutiche per il procurato allarme, ecco che spunta, nel quasi silenzio medianico, un nuovo virus "potenzialmente" pandemico. Una variante della suina, una nuova influenza A.
 
Un nuovo flagello (economico)?
 
Per ora sembra di no, anzi, il nuovo virus A H3N2 sembra essere ancora meno pericoloso del cugino cattivo, l’H1N1.
 
Per ora un solo contagio certo ma che è guarito senza problemi.

Intanto Gianni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità, commenta così le notizie inerenti ad un flop dell’influenza A H1N1: "L’influenza A non è stata un flop, ma in Italia siamo stati abbastanza fortunati.

L’epidemia - ha detto Rezza - si è "autolimitata", attestandosi a circa 4 milioni di casi. Con un numero doppio o triplo di contagi anche i casi gravi sarebbero stati di più. Nella stragrande maggioranza dei casi - ha concluso - l’A/H1N1 non è mutato e non è esclusa una nuova ondata di contagi".

Piuttosto ovvio che se i casi fossero stati maggiori, maggiori sarebbero stati i casi gravi. Più fortunati di noi sono stati gli abitanti della vicina Svizzera, come testimonia il sito Swissinfo:
 
"Da 1 a 1,5 milioni di persone sarebbero state colpite in modo più o meno grave dal virus dell’influenza A/H1N1 in Svizzera. I ricoveri in ospedale sono stati 480, di cui 87 nel reparto di cure intensive e 15 i decessi".

Meno fortunati alcuni Paesi dell’est, come l’Ucraina, che hanno avuto un più alto tasso di ricoveri. Il perché di queste differenze è ancora un mistero.
 
Salute della popolazione già compromessa da cattivi stili di vita (alimentazione, povertà, inquinamento)?
 
Differenze genetiche?
 
Condizioni sanitarie particolari, che portano ad un maggior numero di ricoveri, come la presenza di ceppi di tubercolosi farmacoresistente nell’est Europa? Magari erroneamente confusa con il virus della suina...
 
Per sapere tutto questo dovremo aspettare le risposte dell’OMS.

Ma forse soffermarsi sulla TBC può essere utile, visto che questa malattia rappresenta un grave problema sanitario.
 
Alcune cifre:

Secondo le stime dell’OMS, in Europa nel 2004 si sono registrati 450.000 nuovi casi e 69.000 decessi causati dalla TBC, che equivalgono a 50 nuovi casi o 8 decessi ogni ora. I decessi sono stati rilevati principalmente in Europa dell’est.
 
Si va dai 4 casi ogni 100mila abitanti della Svezia ai 177 del Tajikistan (valori annuali per 100.000 abitanti). La Federazione Russa occupa il 12° posto fra i 22 Paesi al mondo con il numero maggiore di nuovi casi di TBC.

Secondo l’ultimo rapporto mondiale dell’OMS, l’Europa presenta zone con i più alti tassi di TBC farmaco-resistente al mondo, con ben 8 Paesi fra i primi 10 che sono stati trovati al momento dell’indagine (1999-2002) con una prevalenza di TBC multi-resistente (cioè resistente ai due farmaci antitubercolari più efficaci) superiore al 10 per cento: Uzbekistan, Kazakhstan, Lituania, Estonia, Federazione Russa, Israele, Lettonia, Turkmenistan.
 
Che l’emergenza Ucraina, in realtà, fosse TBC trasformata, all’occorrenza, in influenza suina?
 
All’OMS l’ardua sentenza ed ai lettori il compito di capire dove si nasconde la verità.

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