Dopo l’Ecuador, l’Uganda: traffico di crediti di carbonio e caccia alle terre indigene
Il governo olandese ha acquistato certificati che le consentono di emettere maggiori quantità di CO2, impegnandosi a piantare 25.000 alberi in Uganda. Peccato però che quelle terre erano abitate da popolazione autoctona.
In questo quadro, l’olandese FACE si è accordata con l’Autorità per la Flora e la Fauna dell’Uganda (Uwa), per piantumare 25.000 alberi, per compensare le emissioni di una nuova centrale a carbone olandese da 600 Megawatt.
I progetti di FACE in Uganda erano stati da tempo denunciati, ma il progetto è andato avanti, mediato dall’olandese "GreenSeat", che si appresta a vendere crediti di carbonio anche alle compagnie aeree: con 28 dollari si possono piantare 66 alberi, che dovrebbero essere sufficienti a compensare le emissioni di un volo Francoforte-Kampala. Peccato che i 28 dollari non coprono l’irrigazione e la manutenzione delle piantine, molte delle quali destinate a deperire nelle prime settimane (quindi a non compensare nulla), ne’ i costi di protezione dell’area piantumata. Ne’ tanto meno i costi dei danni causati dalla piantumazioni di specie esotiche, e dei danni sociali, come la cacciata delle popolazioni autoctone dalle proprie terre ancestrali.
Insomma, ha tutto l’aspetto di una grande bufala. Ma sempre ai danni delle comunità locali. E così continuano gli scontri tra guardie armate dell’Uwa e sale il numero delle vittime. Ma la centrale olandese a carbone si è guadagnata il diritti di emettere la sua CO2 in tutta sicurezza.
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