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Domani è un altro giorno

Nell’economia dei consumi, là dove si fa epigrafe l’eccesso di capacità produttiva, dove il reddito da lavoro insufficiente pone in crisi il rapporto di scambio Domanda Offerta; là dove insomma hanno più bisogno i produttori di vendere che i Consumatori di acquistare: c’è domanda di consumazione da parte dei Produttori, gestori di quell’eccesso?

 

C’è offerta di consumazione da parte dei Consumatori che non hanno bisogno di quell’eccesso?

Disfunzioni del mercato si dirà: non si vende la capacità di consumare tutto; non si acquista il bisogno che quell’eccesso venga smaltito.

Fin ieri questa ragione di scambio risultava inespressa, alterata da un credito surrogante redditi insufficienti, in grado di dare focillo artificioso alla domanda di prodotto.

Oggi, che quel credito risulta inattingibile: crisi.

Crisi di un mercato che, con il super debito, ha celato inefficienze; non ha fatto il prezzo di tal garbuglio.

Domani: domani è un altro giorno!

Domani, c’è da scommetterci, in questo mercato ingolfato da scorie opache, da crediti inesigibili, da incrostazioni che lo imballano si affolleranno nuove mercanzie: l’offerta di consumare quell’eccesso, la domanda di chi vorrà smaltire quello stesso eccesso.

I concorrenti concorreranno, una nuova concorrenza troverà agio, si troveranno nuove convenienze.

Nuove risorse, nuova ricchezza insomma; un nuovo mercato efficiente che farà il prezzo di questi nuovi equilibri.

Un nuovo giorno: rifocillati nell’orgoglio, nel ruolo, nelle finanze, potremo al fin veder sorgere il sol dell’avvenir.

Vogliamo scommettere?

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