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Diritti umani: sì della Russia alla riforma della Corte europea

Con 392 sì a fronte dei 56 voti contrari, la Duma si è espressa a favore per la ratifica del testo di riforma della Corte europea dei Diritti dell’Uomo. E’ una notizia che non giunge a sorpresa, poiché già giovedì Boris Gryzlov, presidente di Russia Unita, partito di maggioranza all’interno dell’assemblea, aveva annunciato il nulla osta del suo schieramento.

La Russia, fino a ieri l’ultimo rimasto tra i 47 membri del Consiglio d’Europa a non aver ancora ratificato il testo, noto come Protocollo 14, toglie così il veto ’de facto’ alla riorganizzazione dei lavori della Corte: il protocollo, infatti, semplifica le procedure di accettazione dei ricorsi al tribunale, che potrà occuparsi dei casi presentati con più efficienza e velocità.
Il voto positivo sconfessa il precedente del dicembre 2006, nel quale la Duma si espresse con un secco no alla ratifica del testo. Alla base della decisione, vi è probabilmente l’ottenimento, da parte di Mosca, di un proprio rappresentante in ogni ricorso riguardante la Russia.
 
Il paese è, con la Turchia, il più coinvolto dalle attività della corte. Nel 2008 sono stati 8.161 i casi esaminati dai giudici di Strasburgo, i quali si sono sempre mostrati molto critici nei confronti della politica russa, specialmente in questioni riguardanti il Caucaso e la condizione nelle carceri.

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