• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Digitale terrestre: un progetto che nasce già vecchio

Digitale terrestre: un progetto che nasce già vecchio

La banda TV ad oggi (e credo anche per il prossimo futuro) è relegata entro dei limiti piuttosto ristretti che stanno nelle VHF (tra le frequenze di 53 Mhz e i 230 Mhz circa) e nelle UHF (tra le frequenze di 470 Mhz e 860 Mhz circa), in questo spazio possono entrare al massimo 70 canali TV tradizionali.

Nel mondo occidentale, l’offerta radio televisiva è in realtà molto più ampia e limitatissimi sono i canali disponibili per veicolarne i contenuti (questo il motivo di affari colossali per la detenzione di una frequenza).

Per questo si sta passando al digitale terrestre, ma....

E’ un decennio di cambiamenti importanti questo. Dopo la lira (congedata dall’euro nel 2002), un altro pezzo del ventesimo secolo, si appresta ad andarsene in pensione. Superati i primi esperimenti in Sardegna nel 2008 la TV analogica (come da sempre l’abbiamo conosciuta) sta passando alla sua versione digitale. Entro il 2012 tutta l’Italia sarà coperta dai nuovi segnali digitali ed i vecchi apparecchi televisivi potranno essere integrati con decoder esterni (ove possibile) o sostituiti.

Sembrerebbe una innovazione a 360°quindi, ma quanto, questo passaggio porta vantaggi al cittadino? Si poteva fare di meglio?

Le risposte sono: alcuni vantaggi per la prima e sì per la seconda e vi spiego il perché.

Il problema era di riuscire a mettere sulla limitata banda radiotelevisiva riservata alla trasmissione TV, molti più canali di quelli oggi disponibili e ricevibili.

La banda TV ad oggi (e credo anche per il prossimo futuro) è relegata entro dei limiti piuttosto ristretti che stanno nelle VHF (tra le frequenze di 53 Mhz e i 230 Mhz circa) e nelle UHF (tra le frequenze di 470 Mhz e 860 Mhz circa), in questo spazio di frequenze, di fatto, possono entrare al massimo 70 canali TV tradizionali (sappiamo che poi così non è mai, per problemi di sovraffollamento, disturbi, interferenze, ecc. e si arriva a malapena a poter riceve agevolmente non più di 40-50 canali).
 
Nel mondo occidentale, l’offerta radio televisiva è in realtà molto ampia e limitatissimi sono i canali disponibili per veicolarne i contenuti (questo il motivo di affari colossali per la detenzione di una frequenza).

Molte emittenti quindi, senza un adeguato spazio di frequenze, si sono rivolte alle trasmissioni satellitari, ma qui l’utenza è più ridotta perché vengono richiesti impianti appositi per la ricezione (quali parabola e decoder per ogni apparecchio TV).
Ora, fatti salvi i problemi politici nazionali (ma che riguardano solo l’Italia), è nata la necessità a livello comunitario di trovare una soluzione. Teniamo conto che, per poter ampliare lo spazio televisivo, le strade da percorrere non sono troppe:

Si poteva aumentare lo spazio di frequenze riservate alla TV, ma la banda radio è già sovraccarica fino oltre i 12 Ghz ed ogni spazio è già piuttosto saturo
Si poteva cambiare tecnologia passando alla televisione via cavo (o simili), ma richiedeva uno sforzo economico elevatissimo con tempi biblici di realizzazione.
Si poteva quindi solo cambiare tecnologia di trasmissione, era l’unico modo per preservare impianti di ripetizione e di ricezione già esistenti. Con un adeguamento non troppo costoso da parte dell’utente.

Ma come funziona?

Nella trasmissione analogica, la banda occupata dal singolo canale di trasmissione è molto ampia, perché i segnali trasmessi sono molto complessi. Nella trasmissione digitale invece, il segnale viene preventivamente compresso (per limitarne la banda) e successivamente espanso (tramite decoder) per poter essere visto.
Lo stesso che si fa per i filmati che si vedono nel PC, nel DVD, nelle video camere di
oggi o nel satellite.
Con questo trattamento un canale analogico potrà contenere da 6 a 8 canali equivalenti digitali, di conseguenza l’offerta televisiva viene di colpo quasi decuplicata.

La tecnica di codifica e decodifica è la solita Mpeg 4, una tecnologia ormai vecchia e decrepita sfruttata e conosciuta da decenni.

Il problema che vi pongo è questo: visto che vi era da rinnovare tutta l’Europa con uno standard di trasmissione televisiva totalmente nuovo, perché scegliere uno standard di compressione già vecchio? Perché non fare un piccolo sforzo per vedere cosa offriva il mercato? Ad oggi la ricerca offre sistemi di compressione video eccellenti (e questo blog ne parla da tempo), perché scegliere il peggiore? Perché accontentarsi?

Direte che sono il solito guastafeste, ma il problema che contesto ai politici (siano essi europei che italiani) è la scarsa lungimiranza e la ampia imbecillità.

Nelle figure che trovate sparse per questo articolo, vedete due identiche immagini, quella di sinistra è trattata con codifica MPEG4 quella di destra con codifiche più moderne.
Queste ultime, oltre ad essere più efficienti e precise, occupano molta meno banda, richiedono processori più semplici e meno potenti
(meno energia sprecata) e quasi tutti sono royalty free.
Non vi basta? Facciamo dei conti. L’Europa ha oggi circa 800 milioni di abitanti, ad occhio credo che vi sia un televisore ogni 2 abitanti, quindi parliamo di ben 400 milioni di decoder.
Farli bene o farli male non costano la stessa cifra?

Vi avrebbe fatto schifo un pò di qualità in più?
Non vi viene da pensare che ci sia del marcio anche qui? Attendo vostri commenti. Saluti.


Altri articoli attinenti o correlati che ti possono interessare da questo blog:

Novità sulla compressione dati e la TV digitale 
Analogico contro Digitale: nella musica non c’è confronto!
Il sistema VOIP tra vantaggi e limitazioni 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.45) 5 dicembre 2009 11:33

    Devi aver pazienza, ma oltre al titolo che ritengo giusto, il contenuto è decisamente pieno di errori tecnici, che per amor di "competenza professionale" non posso lasciar correre.

    Primo, il DIGITALE TERRESTRE comune non usa il codec mpeg-4, ma usa il codec mpeg-2 (per intendersi è della stessa famiglia di quello usato per codificare i DVD-video). O meglio, solamente la versione HD usa il codec mpeg-4, ma trasmissioni e decoder digitali terrestri HD si trovano con il lanternino. A voler esser pignoli, trasmissioni 1080p non esistono proprio, neanche su Sky, tutt’al più sono 1080i.

    Secondo, gli esempi qualitativi mostrati nelle immagini sono fuorvianti, perchè non riportano i parametri usati nella codifica digitale. Il concetto di base è che nella trasmissione digitale, lo spazio di banda dedicato ad un canale può essere modulato agendo su vari parametri. Quando si trasmette video e audio non di particolare qualità, è possibile restringere la banda usata a favore di altri canali dove serve, il tutto in modo trasparente all’utente e grazie al formato stesso (sia mpeg-2 o mpeg-4).

    Quello che voglio dire è che NON è lo strumento tecnologico sbagliato o obsoleto, ma chi lo usa e come lo usa, perchè se risparmiano in banda (per spendere meno o trasmettere più canali), il problema è loro e dovrebbe essere il mercato a favorire chi trasmette con più qualità. Quello che deve essere detto è che il codec mpeg-2 del digitale terrestre ha la capacità qualitativa di un DVD-video standard.

    Terzo, c’è la questione tecnologica della scelta del codec. Effettivamente quei codec non sono gli "ultimissimi" sul mercato e c’è sicuramente di meglio. Quello che l’autore ignora è che ci sono problemi ENORMI nel cambiare il codec di trasmissione, quello tecnico di implementabilità dell’algoritmo su dispositivi a bassa costo, quelli industriali di aziende che hanno investito miliardi in sviluppo di dispositivi, quelli di aggiornare tutte le reti di diffusione del segnale, quelli di milioni di utenti che dovrebbero ricomprare il decoder e non per ultimo quello delle "patents" sugli algoritmi.

    Tornando al titolo, io sono d’accordissimo con tale affermazione, mi rammarico della bassa qualità, mi rammarico di avere una TV capace di visualizzare i 1080p e di poter vedere al massimo trasmissione 1080i, però per ragioni professionali mi rendo anche conto dei problemi tecnici che ci sono a fare diversamente.

    saluti,
    PAOLO

    • Di minox (---.---.---.118) 5 dicembre 2009 18:45
      minox

      Accetto le sue critiche, ma

      Primo: Lo standard mpeg4 è in teoria è un sistema di compressione migliorato rispetto al mpeg2 quindi, a parte le sfumature e le nomenclature tecniche, il problema è che fa sempre e comunque schifo rispetto a sistemi più moderni.

      Secondo: gli esempi qualitativi (se andasse sul sito a cui mi riferisco) non sono assolutamente fuorvianti in quanto vengono precisati esattamente i metodi utilizzati per fare il confronto.

      Terzo: gli investimenti importanti si fanno principalmente sui grossi numeri, Qui si trattava di attivare uno standard totalmente nuovo, non serviva una compatibilità con vecchi standard (in quanto non esistevano) e gli impianti nuovi erano da fare comunque. Mio Dio se non sono sufficienti 40 milioni di pezzi per far qualcosa di innovativo,  potevamo tranquillamente rimanere all’età della pietra!
      Saluti.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares