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Da giornalista a giornalista

"Ci metto la firma!" è il titolo di un libro stimolante e tonificante che racconta la gavetta e la carriera di numerosi giornalisti italiani (www.alibertieditore.it, 2009). L’autore è Mariano Sabatini.

Sabatini è un affermato giornalista che è riuscito a intervistare sessanta colleghi, facendo una breve biografia professionale di tanti protagonisti della casta della comunicazione: Edmondo Berselli, Vittorio Zincone, Aldo Cazzullo, Maria Cuffaro, Vittorio Zucconi, Toni Capuozzo, Nicola Porro, Alfonso Signorini, Vittorio Feltri, Lina Sotis, Massimo Gramellini, Giovanna Botteri, Claudio Sabelli Fioretti, Maurizio Mannoni, Antonello Piroso, Lucio Caracciolo, Marina Terragni, Sylvie Coyaud (l’autrice del saggio “La scomparsa delle api”), ecc.. Inoltre ci sono alcune nostre rappresentanti del giornalismo internazionale: Barbara Serra, Marcelle Padovani e Manuela Dviri.

Tra le tante interviste ho apprezzato molto quelle fatte alle giornaliste, Maria Cuffaro e Marina Terragni in particolare. La Cuffaro ha affermato che non esiste un giornalismo obiettivo, ma può esistere solo un giornalismo intelligente: “è un controsenso cercare l’obiettività in un mestiere così profondamente umano, emotivo e politico. La scelta dei fatti, di per sé, è già un’opinione. Si fanno poche inchieste perché costano tempo, soldi e tante seccature dopo. In Italia non siamo ancora abituati a una stampa libera e autorevole”. Invece la Terragni ha indicato quasi tutte le doti psicologiche del miglior giornalista: “Gioia di comunicare, interesse per gli altri, capacità empatiche, curiosità, sguardo acuto, mente libera da pregiudizi, onestà, coraggio, umiltà”.

Comunque per arrivare all’agognato posto fisso è servita quasi a tutti una segnalazione, una presentazione o una raccomandazione da parte di una persona importante. Lavorare come muli e “distinguersi, lasciare un segno seppure lieve, è quanto di meglio si possa fare in assenza di altri agganci” (Sabatini). Nel libro si possono quindi valutare i vantaggi e gli svantaggi dei diversi stili professionali e si possono raccogliere diversi suggerimenti per diventare un buon professionista. Ad esempio bisognerebbe trattare con serietà le cose frivole e con leggerezza le cose gravi (Camilla Cederna). E sarebbe sempre meglio essere forti con i forti e deboli con i deboli (Cuffaro).

Mariano Sabatini ha scritto per numerose testate ed è diventato autore di alcuni programmi televisivi di successo (Tappeto volante, Uno Mattina, Parola mia). Attualmente collabora con Metro, Radio Capital, Italia Oggi e Affari Italiani.

Allegato - Lettera al comunicatore non ancora nato

Caro stipendiato o schiavizzato, il peccato mortale dei giornalisti è quello di annoiare i lettori (Montanelli), e se proprio devi dire la verità, dilla in modo divertente: quelli che fanno ridere verranno risparmiati (Billy Wilder). Comunica usando la lingua dei ragazzi di ieri e di oggi, non prenderti troppo sul serio e ricordati che l’articolo migliore è quello che ha fatto molto male a qualcuno, ma in cui nessuno ha potuto trovare spunti per querele (Gianluca Nicoletti). Cerca di raccontare il maggior numero di cose possibili, viste dal maggior numero di angolazioni possibili: questo è il massimo di obiettività che si può raggiungere (Maurizio Mannoni). Dopotutto il giornalismo è un puzzle per adulti: “Tanti pezzi messi insieme, diversi tra loro, ma tutti indispensabili” (Donatella Scarnati). Chiudi l’articolo stimolando una riflessione, un groppo in gola o un sorriso. Infine, non lambiccarti il cervello nel tentativo di creare l’articolo perfetto: “La perfezione assoluta non esiste per il motivo semplice che ogni storia può essere raccontata in maniera differente, e sempre ugualmente efficace, da più giornalisti” (Maurizio Molinari). La varietà è il sale della vita e “una notizia, quando è tale, non ha bisogno di essere pompata” (Alfonso Signorini).

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